LECCE - “L’audizione dell’amministratore delegato di Trenitalia, Michele Mario Elia, nella Commissione Bilancio della Camera, non ha certo fornito elementi di novità e riaperto margini di discussione da parte dell’azienda rispetto alla totale chiusura all’ipotesi di far arrivare il Freccia Rossa a Lecce, proseguendo la tratta che da Milano si ferma oggi a Bari, ignorando e dimenticando il resto della regione e una comunità numerosa ma ritenuta non meritevole di considerazione e attenzione. Ma almeno ha avuto il merito di rimettere la questione alla responsabilità del principale interlocutore, il Governo guidato da Matteo Renzi. Il quale non può e non deve dimenticare che il diritto alla mobilità è garantito dalla Costituzione, e che la Puglia non finisce a Bari, con buona pace dei manager di società a capitale interamente pubblico, che non possono e non devono ignorare le finalità sociali, l’impatto sui vari territori e le ricadute conseguenti alle loro decisioni.
Tocca adesso ai parlamentari esercitare le loro prerogative e richiamare l’attenzione del Ministro dei Trasporti e del Presidente del Consiglio perché rivedano lo scriteriato Piano redatto dai vertici di Trenitalia che mortifica e penalizza non solo le comunità interessate ma l’intero Mezzogiorno, alla luce dell’attrattività del Salento in ogni periodo dell’anno e di un’analisi lucida e corretta dei costi e dei benefici, ben lontana da quella prospettata per giustificare una scelta discutibile e assolutamente da rivedere”. Così in una nota il consigliere regionale del Movimento Schittulli-Area Popolare, Luigi Manca.