Marino lascia Campidoglio, poi minaccia: “Tiro giù tutti” (video)

ROMA - Day after per il sindaco di Roma Ignazio Marino che ieri ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico. Dimissioni formalizzate e che scadranno il 29 ottobre.

Alle 10 in punto, giacca chiara e cravatta a strisce blu e rosse, Marino è uscito dalla sua abitazione. Ai cronisti che gli facevano domande ha risposto, entrando in macchina, "buon lavoro". Poi è arrivato in Campidoglio entrando da una porta secondaria, la cosiddetta 'Porta delle Lance' eludendo così i numerosi giornalisti e fotografi che attendevano il suo arrivo. "Sto molto bene, vado a celebrare un matrimonio", ha detto arrivato in Campidoglio per celebrare un matrimonio nella sala rossa.

LA LETTERA - "Care romane e cari romani, ho molto riflettuto prima di assumere la mia decisione. L'ho fatto avendo come unica stella polare l'interesse della Capitale d'Italia, della mia città".  "Presento le mie dimissioni - spiega -. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un'astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche".

LA GIORNATA - A lasciare la giunta in giornata erano stati il vice sindaco Marco Causi e due assessori, quello ai Trasporti Stefano Esposito e l'assessore al Turismo di Roma, Luigina Di Liegro. Anche quest'ultima era entrata in giunta con Causi, Esposito e Rossi Doria nell'ultimo rimpasto, quello che avrebbe dovuto aprire la "fase due" della giunta Marino.

Dopo un incontro col commissario Pd di Roma, Matteo Orfini, il dimissionario Causi e Alfonso Sabella sono saliti in Campidoglio per vedere Marino: a loro il compito di comunicare al sindaco che "era finita" e che sarebbe stato "meglio dimettersi". Nel frattempo nella sede nazionale del Pd, Orfini ha anche incontrato diversi consiglieri dem.

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