Legge di Stabilità: rischio aumento ticket sanitario in 8 regioni

ROMA - Si attende per oggi o domattina al più tardi la trasmissione al Parlamento del testo definitivo della manovra. Intanto c'è il rischio di aumenti per tasse e ticket in otto Regioni: a una settimana dall'approvazione della manovra in Consiglio dei ministri gli enti locali lanciano l'allarme in vista del 2016. E una stretta sarebbe in arrivo, secondo quanto si legge nelle ultime bozze, anche sul turnover della pubblica amministrazione dove l'asticella scenderebbe al 25%.

La versione finale della Legge di Stabilità dovrebbe essere trasmessa in Parlamento oggi (anche se la sessione di bilancio dovrebbe iniziare non prima del prossimo martedì) ma intanto il premier Matteo Renzi nella sua enews ribadisce che "nessun comune o regione potrà alzare le tasse rispetto al 2015, per legge" mentre Confindustria si dice convinta che la manovra avrà un "impatto positivo pari allo 0,3% del Pil il prossimo anno".

Nelle Regioni in disavanzo sanitario ''la legge prevede un aumento automatico di addizionali Irpef e Irap, ma i presidenti e le giunte possono anche scegliere di agire sui ticket''. Lo afferma il coordinatore degli assessori al Bilancio Massimo Garavaglia, sull'innalzamento delle tasse nelle regioni in deficit sanitario.
   
SCURE SU TURNOVER, STOP AL 25% - Scure sul turnover nella P.A. Per tutto il triennio 2016-2018 si assottiglia ancora, scendendo al 25% della spesa del personale pensionato l'anno precedente. Così l'ultima bozza delle legge di stabilità. E' una percentuale più ristretta sia rispetto alla situazione attuale (60% il 2016, 80% in 2017 e 100% in 2018) che alle precedenti bozze.

RENZI, "MENO TASSE PER TUTTI MA DAVVERO" - "Spero che sia questione di poche ore". Sono le parole del premier Matteo Renzi, pronunciate a margine della registrazione di Otto e mezzo a chi gli ha chiesto quando sarà inviato il testo della manovra al Quirinale. Durante la trasmissione il premier ha affrontato a 360 gradi i temi toccati dalla Legge di Stabilità. 'Meno tasse per tutti', ha garantito Renzi, 'noi lo facciamo davvero'.

"Sono dieci anni che parliamo solo di Ici, Imu, Tasi, è la tassa più odiata. E non è mai stata tolta. E' una misura di pancia? Sì. Ma non è elettorale". Spiega Renzi. "La dico berlusconianamente: meno tasse per tutti. Solo che lui ha fatto lo slogan è se ne è andato, noi lo facciamo davvero".

Poi il premier torna a parlare dell'abolizione della tassa sulla casa: "Non ho mai cambiato idea", sull'opportunità di eliminarla anche ai castelli "c'è stata una incomprensione di fondo. Quando si è capito come stavano le cose sui castelli mi si è illuminata la lampadina, ma non potevo immaginare che il dibattito intorno alla legge di stabilità fosse tutto intorno ai castelli". Il premier poi affronta l'argomento statali. "Facciamo un turn over molto duro nella P.a., tagliamo 400 dirigenti nello stato centrale e qualche migliaio negli enti locali, che non vuol dire che li licenziamo ma poiché in Italia ce ne sono troppi, li riduciamo".

Poi Renzi ribadisce l'innalzamento del limite al contante a 3000 euro: "Per me non si cambia: su questo siamo pronti anche a mettere la fiducia". Centottanta miliardi di evasione? "Un numero inventato di sana pianta, una roba che non esiste. L'Europa conta 120 miliardi di euro. L'Italia ne fa più dell'Europa? Non esiste". Renzi ha poi affermato che in questa legge di stabilità ci sono più fondi per le famiglie: "Il bonus bebè è a 600milioni". "Per la prima volta nella manovra ci sono 600 milioni per la povertà, 600 per l'autosufficienza e il dopo di noi, questo è il punto vero".