di Pierpaolo De Natale - Modugno, ore undici: il corteo intitolato Riprendiamoci il futuro della nostra città parte dalla villa comunale sita in piazza Garibaldi e si prepara a percorrere le vie del centro urbano. "Qui è una battaglia e non esistono partiti", grida al microfono un uomo, che invita i presenti ad unirsi alla protesta. Tra le fila dei manifestanti non spuntano colori politici e Modugnesi di tutte le età marciano uniti, brandendo striscioni e bandiere e intonando a gran voce slogan contro la spaventosa Biochemtex.
Giovani, anziani, coppie e famiglie con tanto di cani al guinzaglio: un centinaio di cittadini ha rinunciato alle pantofole della domenica e - complice il bel tempo - sono scesi in strada per lottare contro i "venditori di fumo". Sono tanti gli enti organizzatori della manifestazione, tra questi: Comitato Pro Ambiente Modugno, PugliAmo e Movimento nuove frontiere.
Oltre al fronte dissenso per l'avvio dell'attività degli impianti Biochemtex - che sorgeranno a 1,5 km dal centro di Modugno - i cittadini esprimono la propria contrarietà ad altre problematiche che attanagliano la comunità . Forte il no alle puzze, che contaminano l'aria a seguito delle emissioni dei vicini complessi industriali, e alle "antenne selvagge", che minano il territorio.
Inoltre, come si legge nel volantino diffuso dagli organizzatori, la cittadinanza rifiuta "l'elemosina di Sorgenia", punto sul quale Tino Ferrulli (Presidente del Comitato Pro Ambiente) ha appositamente fatto chiarezza. La dicitura riportata fa infatti riferimento al mancato incasso degli oneri di urbanizzazione a cui Sorgenia sarebbe assoggettata ai sensi del Testo Unico sull'edilizia. Questi oneri, secondo le stime calcolate dal Comitato, oggi ammonterebbero ad oltre dieci milioni di euro, se il Comune avesse messo in mora la società per l'omesso versamento delle quote inizialmente dovute. "Sindaco e politici" - tuona lo striscione che apre il corteo - l'art. 32 della Costituzione della Repubblica italiana tutela la salute dei cittadini come diritto fondamentale. Non dimenticatelo!". In attesa che questo monito venga ascoltato, gli abitanti non possono che continuare ad attendere e protestare, con la speranza che - per una volta - gli interessi economici lascino spazio ai diritti di una città ormai esasperata.