OPINIONE / Ulivi, se tornassero i nostri avi...

di Francesco Greco - Ma il commissario Giuseppe Silletti, è proprio sicuro che questo suo secondo piano funzionerà? Che, dopo aver militarizzato gli uliveti e sacrificato 3000 piante, la pandemia si arresterà? E' sicuro sicuro o sicuro all'italiana? Noi salentini siamo sospettosi e guardinghi per dna, e nonostante tutto ci hanno venduto merce taroccata (l'unità d'Italia, per esempio, con le terre che dovevano essere espropriate agli agrari e assegnate a chi voleva lavorarle). E perciò qualche dubbio al riguardo ce l'abbiamo.

Non è che poi, dopo aver fatto legna da ardere di 3000 piante, a effetto-domino, occorrerà proseguire e tagliarne 30mila, poi 300mila, poi 3 milioni, su su fino ai tutti i 10 milioni del Leccese e tutti i 60 dell'intera Puglia?

Perché qui di azzeccagarbugli e venditori di piatti scrostati ne abbiamo visti tanti, autoreferenziati, che si sono spacciati – e purtroppo sono stati creduti – per profeti, messia, guru. Quella della xylella fastidiosa è una vicenda molto italiana, colma di omissis e punti oscuri, diremmo anzi inquietanti. E ciò conferma quanti interessi ci siano in gioco.

Prendiamone uno a caso: le sperimentazioni che si susseguono ormai da anni non hanno o quasi copertura mediatica. Nella primavera scorsa a Minervino di Lecce ci fu una serata affollatissima di olivicoltori, in cui alcuni studiosi dell'Università di Bologna (la più antica d'Italia), parlarono di un trattamento a base di piretro e altre sostanze come efficace antidoto del vettore, e produssero prove come dire sul campo.

Applausi, ma il giorno dopo i media ignorarono la notizia. E' un caso? A pensar male si fa peccato, ma si va vicini alla realtà. Anche perché ci sono altre sperimentazioni, su cui si stende un velo di rimozione a dir poco sospetto. Altro mistero: l'assordante silenzio del governo. Eppure i francesi non vogliono più le nostre barbatelle, quindi c'è un livello extraterritoriale. Che sia un governo ferocemente antimeridionale lo si sapeva, il gesto dell'ombrello del premier disertando l'apertura della Fiera del Levante ne è stata solo l'ennesima conferma.

Renzi twitta su tutto, fa spot per dirci che il fumo fa male, come se non lo sapesse nessuno, ma sulla xylella tace. E' per un fatto, come dire, territoriale? L'olio delle colline toscane deve avere più mercato di quello delle serre salentine?

E tace pudicamente, allineato e coperto, anche l'ex ministro delle risorse agricole e attuale commissario UE Paolo De Castro, che è di San Pietro Vernotico, a due passi da Torchiarolo, dove sta per avvenire il massacro di ulivi. Eppure scrive libri pregni di banalità da bar sport. De Castro non ha nulla da dire, si schiera dietro Silletti e usa obbedir tacendo?

Ecco i danni collaterali del Porcellum ieri e dell'Italicum domani: i parlamentari sono nominati dai loro potentati, non dai cittadini e quindi agli elettori dedicano il gesto dell'ombrello. Di quel che accade non è colpa di nessuno, sono sconosciuti ai territori, in fuga da ogni responsabilità. Intanto fanno la bella vita.

Nè poteva mancare il dato sociologico, quello che distingue sempre noi italiettani adusi a pensare che gli altri siano dei morti di fame, pronti a svendere la dignità per un piatto di lenticchie. 141 euro di indennizzo per una pianta di 7-8 secoli sono una miseria, non paghi manco la legna. Un ulivo secolare non ha prezzo, ma se lo si vuole dare vale molto di più.

Stressati da Imu agricola, le tasse dei consorzi di bonifica per migliorie metafisiche (in realtà per mantenere i loro burocrati) e altri balzelli, gli olivicoltori salentini che hanno attributi e pelo sullo stomaco, sono tentati di dar loro ai burocrati che ignorano il valore e la semantica di un ulivo i 141 euro. Pur di non vederli mai più, loro e tutti quelli che vorrebbero vendere il Salento “by the pound” (per un penny, come dicevano i Genesis dell'Inghilterra).

Chissà che direbbero se tornassero i nostri avi, loro che con l'ulivo hanno campato famiglie numerose, insaporito i cibi, scaldato gli inverni, fatta più bella la pelle delle donne, pregato i Santi. Da Columella a Di Vittorio, il linguaggio contadino era molto colorito e greve. Omissis.

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