(Foto: Takanori Fukushima) |
Takanori Fukushima è uno dei massimi esperti per le cure contro i tumori al cervello, aneurismi, spasmi semifacciali, neuralgie trigeminali e malformazioni. Si è specializzato nell'operare con la tecnica "chirurgia Keyhole", che prevede la riduzione delle dimensioni delle aperture dei crani, durante nell'operazione per avere rischi e tempi di recupero dei pazienti ridotti.
L'operazione consiste nel fare un foro della dimensione di una moneta di 10 cent, per poi intervenire chirurgicamente con un microscopio. Docente presso le Università di Duke University Medical Center e la West Virginia University Medical Center, ed operante in Giappone presso il Moriyama Memorial Hospital University - Takanori Fukushima Neurological Institute di Tokyo, nonostante la sua notorietà lo porti in giro per il mondo a compiere circa 600 operazioni l'anno (250 persone negli USA, 300 persone in Giappone ed le restanti 50 tra l'Europa, l'America del Sud ed altri continenti) continua a coltivare le sue passioni tra qui quelle per le auto americane oltre che per lo sci, oltre ad essere batterista di una band di neurochirurghi.
Dal 2013 ha stretto una collaborazione con la Casa di Cura San Rossore di Pisa, facendola diventare un punto di riferimento per tutti i pazienti d'Europa e del Mediterraneo per avere l'assistenza medica del dottore giapponese.
L'incontro tra il Santo Padre ed il neurochirurgo è avvenuto il primo ottobre dello scorso anno, quando il professore fu invitato ad un evento speciale in Vaticano, mentre il viaggio fatto lo scorso gennaio con l'elicottero della clinica di San Rossore sarebbe servito per incontrare il Cardinale Angelo Comastri ed alcuni arcivescovi, avvenuto fuori dalle mura papali.
Da qui le versione del giornale si trova in contrasto con quella raccontata dall'entourage di Fukushima e del portavoce della Santa Sede. Il direttore di QN, Andrea Cangini, difende la sua tesi, affermando che prima di diffondere la notizia sono state effettuate tutte le verifiche del caso, non stupendosi delle smentite dalle parti in causa, ma che il diritto all'informazione sia più importante del diritto alla riservatezza, per la mediaticità che la figura di Papa Francesco ha nel mondo, come quella di capi di Stato.