"Credo che ci voglia coraggio e una certa faccia per attaccare questo governo. Invece dell'autocritica, per quanto successo a Palermo, arrivano gli attacchi. E' un modo ottimo per sviare l'attenzione ma nessuno si illuda che non ce ne siamo accorti", ha detto il ministro degli Interni Angelino Alfano in merito alle critiche di questi giorni dell'Anm.
"Bisogna distinguere tra il confronto critico tra magistratura e istituzioni e la polemica distruttiva, a cui ci sottraiamo", replica il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli. "Noi vogliamo il confronto e questo può essere anche critico, ma si cresce con le critiche non con i complimenti", aggiunge Sabelli. E ancora in risposta al ministro il leader dell'Anm, aggiunge: "spiace che si pensi che la magistratura voglia sottrarsi con le polemiche alla riflessione su quanto accaduto a Palermo", cioè alla vicenda che ha visto finire sotto indagine cinque magistrati, in gran parte delle misure di prevenzione del tribunale . "Più di un mese fa la sezione di Palermo dell'Anm era intervenuta con una nota che abbiamo fatto nostra", continua Sabelli ricordando di aver parlato lui stesso della vicenda nella sua relazione di ieri al Congresso, perchè è in gioco la stessa "credibilità" della magistratura. Anche il presidente della sezione di Palermo dell'Anm, Matteo Frasca ribadisce che "da subito abbiamo chiesto chiarezza perchè l'opacità puo' ledere l'immagine della magistratura:se qualcuno ha fatto scempio delle regole, lo accerteranno gli organi competenti". Sabelli conclude richiamando gi esempi di Falcone e Borsellino. Lo fa anche Frasca, sottolineando che "singoli episodi non potranno sporcare l'immagine della magistratura palermitana".
di Nicola Zuccaro - "Timida e incoerente". Il riferimento è alla Riforma sulla Giustizia che per Rodolfo Maria Sabelli procede a stenti e per la quale il Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati ha chiesto più coraggio alla politica italiana durante la sua relazione introduttiva dei lavori del 32mo Congresso "Giustizia, Economia e tutela dei diritti. Il ruolo del giudice nella società che cambia" e apertosi a Bari nella mattinata odierna alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nella difesa a spada tratta dell'Associazione, nel corso della quale Sabelli ha rispedito al mittente il volto corporativo dell'ANM, non è mancato il riferimento alle intercettazioni telefoniche. Un tema delicato che riesaminato attentamente e nell'ambito del più complesso rapporto fra Giustizia e Informazione.
La presa di posizione del n.1 dell'Associazione Nazionale Magistrati su questo delicato tema ha generato una prima reazione nell'odierno pomeriggio da parte di esponenti della politica italiana. Per David Ermini - Responsabile Giustizia del Pd - "bisogna fare attenzione a non fare confusione. Fino ad oggi né il Parlamento, né il Governo hanno messo mano al sistema al sistema delle intercettazioni". Per questo - sottolinea Ermini - alcune frasi espresse da Sabelli sulla "politica non attenta" ci appaiono ingenerose.
"Bisogna distinguere tra il confronto critico tra magistratura e istituzioni e la polemica distruttiva, a cui ci sottraiamo", replica il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli. "Noi vogliamo il confronto e questo può essere anche critico, ma si cresce con le critiche non con i complimenti", aggiunge Sabelli. E ancora in risposta al ministro il leader dell'Anm, aggiunge: "spiace che si pensi che la magistratura voglia sottrarsi con le polemiche alla riflessione su quanto accaduto a Palermo", cioè alla vicenda che ha visto finire sotto indagine cinque magistrati, in gran parte delle misure di prevenzione del tribunale . "Più di un mese fa la sezione di Palermo dell'Anm era intervenuta con una nota che abbiamo fatto nostra", continua Sabelli ricordando di aver parlato lui stesso della vicenda nella sua relazione di ieri al Congresso, perchè è in gioco la stessa "credibilità" della magistratura. Anche il presidente della sezione di Palermo dell'Anm, Matteo Frasca ribadisce che "da subito abbiamo chiesto chiarezza perchè l'opacità puo' ledere l'immagine della magistratura:se qualcuno ha fatto scempio delle regole, lo accerteranno gli organi competenti". Sabelli conclude richiamando gi esempi di Falcone e Borsellino. Lo fa anche Frasca, sottolineando che "singoli episodi non potranno sporcare l'immagine della magistratura palermitana".
di Nicola Zuccaro - "Timida e incoerente". Il riferimento è alla Riforma sulla Giustizia che per Rodolfo Maria Sabelli procede a stenti e per la quale il Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati ha chiesto più coraggio alla politica italiana durante la sua relazione introduttiva dei lavori del 32mo Congresso "Giustizia, Economia e tutela dei diritti. Il ruolo del giudice nella società che cambia" e apertosi a Bari nella mattinata odierna alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nella difesa a spada tratta dell'Associazione, nel corso della quale Sabelli ha rispedito al mittente il volto corporativo dell'ANM, non è mancato il riferimento alle intercettazioni telefoniche. Un tema delicato che riesaminato attentamente e nell'ambito del più complesso rapporto fra Giustizia e Informazione.
La presa di posizione del n.1 dell'Associazione Nazionale Magistrati su questo delicato tema ha generato una prima reazione nell'odierno pomeriggio da parte di esponenti della politica italiana. Per David Ermini - Responsabile Giustizia del Pd - "bisogna fare attenzione a non fare confusione. Fino ad oggi né il Parlamento, né il Governo hanno messo mano al sistema al sistema delle intercettazioni". Per questo - sottolinea Ermini - alcune frasi espresse da Sabelli sulla "politica non attenta" ci appaiono ingenerose.
Dice Alfano che “ci vuole coraggio e una certa faccia per criticare il Governo”. Beh, gent.mo Angelino, il coraggio di criticare la politica ce lo dà la disperazione di vedere sempre incompetenti e ladri (vedi sottosegretario arrestato appena ieri, vedi il pignoramento della villa cinquecentesca di Galan con qualche mln di euro in aggiunta, etc etc ) a governarci senza la possibilità di riuscire a scrollarci di dosso la “razza ladrona” che ci soffoca. E a proposito di faccia tosta, credo sia più tosta la faccia di quello che sta zitto, perché sta zitto solo in quanto anche lui è partecipe al magna-magna e teme, dicendo qualcosa, di poter essere scoperto.
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