ROMA - "Noi con Marino voi con i padrini". E' uno dei cartelli dei manifestanti, qualche centinaio, accorsi in piazza del Campidoglio per dare sostegno al sindaco di Roma dimissionario. Sulla scala del palazzo senatorio e' stato srotolato un grande striscione con scritto "Daje piu' forte" e poi tanti palloncini colorati, fasce tricolori da sindaco, anche qualche bandiera del Pd. "Questa piazza mi da' il coraggio di andare avanti".
"Voi mi chiedete di ripensarci - ha in proposito affermato Marino - Io ci penso e non vi deludero'...". In questi due anni, ha poi ricordato il sindaco, "tutti insieme abbiamo strappato da questa citta' il cancro di parentopoli, abbiamo scelto sul merito". "Ci siamo fatti dei nemici, qualcuno vorrebbe fermare questo processo di cambiamento proprio ora che la citta' puo' ripartire".
"In queste scale - ha sottolineato - si sono presentati con il saluto romano. Noi abbiamo portato le decisioni dai salotti cosiddetti buoni all'aria aperta, scelto in base al merito, non piu' gli amici degli amici o sulla base delle tessere di partito. Certamente abbiamo fatto anche degli errori e me ne assumo la responsabilita'. Nessuno ha il dono dell'infallibilita'. l 5 novembre iniziera' un processo storico, che dimostrera' che chi ci ha preceduto si era servito dei poveri, mentre noi abbiamo servito i poveri e gli ultimi". In quel processo, "noi, voi, la citta', saremo parte civile".
E ancora: "Ringrazio le bandiere del Pd che sono qui, il confronto deve avvenire col Partito Democratico, con gli eletti di Sel, con la Lista Civica". "Noi non inseguiamo sogni, noi sogniamo il futurodella nostra citta' che e' la capitale d'Italia. Noi siamo realisti - ha concluso citando Che Guevara - e vogliamo l'impossibile".
"Voi mi chiedete di ripensarci - ha in proposito affermato Marino - Io ci penso e non vi deludero'...". In questi due anni, ha poi ricordato il sindaco, "tutti insieme abbiamo strappato da questa citta' il cancro di parentopoli, abbiamo scelto sul merito". "Ci siamo fatti dei nemici, qualcuno vorrebbe fermare questo processo di cambiamento proprio ora che la citta' puo' ripartire".
"In queste scale - ha sottolineato - si sono presentati con il saluto romano. Noi abbiamo portato le decisioni dai salotti cosiddetti buoni all'aria aperta, scelto in base al merito, non piu' gli amici degli amici o sulla base delle tessere di partito. Certamente abbiamo fatto anche degli errori e me ne assumo la responsabilita'. Nessuno ha il dono dell'infallibilita'. l 5 novembre iniziera' un processo storico, che dimostrera' che chi ci ha preceduto si era servito dei poveri, mentre noi abbiamo servito i poveri e gli ultimi". In quel processo, "noi, voi, la citta', saremo parte civile".
E ancora: "Ringrazio le bandiere del Pd che sono qui, il confronto deve avvenire col Partito Democratico, con gli eletti di Sel, con la Lista Civica". "Noi non inseguiamo sogni, noi sogniamo il futurodella nostra citta' che e' la capitale d'Italia. Noi siamo realisti - ha concluso citando Che Guevara - e vogliamo l'impossibile".