LECCE - Per sopperire alla mancanza di personale che era da ausilio a persone costrette su carrozzina arriva un’iniziativa a cura di Anteas, l’associazione nazionale di tutte le attività per la solidarietà. Parte infatti, il servizio, affidato ai volontari di Anteas, che ogni giorno dalle 8 alle 19, attraverso una turnazione, saranno al presidio ospedaliero Vito Fazzi di Lecce, a completamente disposizione dei pazienti che sono costretti su una sedia a rotelle o che hanno necessità di utilizzare temporaneamente presidi ortopedici all’interno del nosocomio.
Precedentemente questo servizio era offerto dal personale dell’ospedale leccese solo dalle 9 alle 12, ma a causa della pesante spending review che ha colpito tutti i settori, andando ad inficiare in toto la qualità delle politiche sociali, anche questo servizio è stato eliminato perché considerato particolarmente oneroso. In questo modo l’iniziativa di volontariato di Anteas ha voluto lanciare un messaggio tangibile del significato di pubblica assistenza e di presenza sul territorio.
“Il terzo settore occupa dei segmenti che la p.a ormai lascia vuoti. La Cisl con Anteas, diventa sentinella dei reali bisogni del territori e sviluppa una serie di azioni atte a colmare quei vuoti che non vengono più soddisfatti dalla sanità pubblica per ragioni economiche. Queste fragilità non possono restare scoperte e soprattutto non possono lasciare le persone prive dei bisogni primari ed essenziali di cui necessitano. Ecco perché attraverso il terzo settore e grazie all’impegno e alla dedizione di tanti volontari che gratuitamente impiegano il loro tempo per aiutare chi ne ha bisogno riusciamo a non trascurare la diversabilità, andando, anzi, a tamponare i vuoti lasciato dallo Stato”, sottolinea Ada Chirizzi, della segreteria provinciale della Cisl.
“Il terzo settore occupa dei segmenti che la p.a ormai lascia vuoti. La Cisl con Anteas, diventa sentinella dei reali bisogni del territori e sviluppa una serie di azioni atte a colmare quei vuoti che non vengono più soddisfatti dalla sanità pubblica per ragioni economiche. Queste fragilità non possono restare scoperte e soprattutto non possono lasciare le persone prive dei bisogni primari ed essenziali di cui necessitano. Ecco perché attraverso il terzo settore e grazie all’impegno e alla dedizione di tanti volontari che gratuitamente impiegano il loro tempo per aiutare chi ne ha bisogno riusciamo a non trascurare la diversabilità, andando, anzi, a tamponare i vuoti lasciato dallo Stato”, sottolinea Ada Chirizzi, della segreteria provinciale della Cisl.