BARI - L'assessore regionale della Puglia all'Industria turistica e culturale, Gianni Liviano D'Arcangelo, ha consegnato una lettera di dimissioni al presidente della Regione, Michele Emiliano, dopo un articolo di Repubblica su un appalto per organizzare gli Stati generali della cultura affidato dalla Regione con procedura diretta ad una società esterna di cui è responsabile un amico dell'assessore.
Il testo integrale della lettera:
"Signor presidente,
con riferimento all'articolo pubblicato oggi dal titolo "Quel bando su misura per l'amico di Liviano", Le preciso di non avere avuto nessun ruolo nella selezione del contraente che sta organizzando gli Stati Generali e che il RUP di tale procedimento, la dott.ssa Pellegrini, potrà confermare la mia totale estraneità dalla procedura di aggiudicazione.
Riconosco invece che una volta appreso il nome del vincitore non ho ritenuto di informare la suddetta dott.ssa Pellegrini del rapporto di amicizia che mi lega al signor Massimo Calò, avendo in coscienza la certezza che tale rapporto era sconosciuto alla dott.ssa Pellegrini e che non aveva influito sull'esito della procedura di aggiudicazione.
Se tale omissione costituisce un addebito nei miei confronti lo deciderà Lei, al quale rassegno comunque le mie dimissioni al fine di tutelare la mia immagine e quella della Giunta alla quale appartengo".
Il presidente si riserva di accertare compiutamente i fatti prima di assumere qualsiasi decisione.
Il testo integrale della lettera:
"Signor presidente,
con riferimento all'articolo pubblicato oggi dal titolo "Quel bando su misura per l'amico di Liviano", Le preciso di non avere avuto nessun ruolo nella selezione del contraente che sta organizzando gli Stati Generali e che il RUP di tale procedimento, la dott.ssa Pellegrini, potrà confermare la mia totale estraneità dalla procedura di aggiudicazione.
Riconosco invece che una volta appreso il nome del vincitore non ho ritenuto di informare la suddetta dott.ssa Pellegrini del rapporto di amicizia che mi lega al signor Massimo Calò, avendo in coscienza la certezza che tale rapporto era sconosciuto alla dott.ssa Pellegrini e che non aveva influito sull'esito della procedura di aggiudicazione.
Se tale omissione costituisce un addebito nei miei confronti lo deciderà Lei, al quale rassegno comunque le mie dimissioni al fine di tutelare la mia immagine e quella della Giunta alla quale appartengo".
Il presidente si riserva di accertare compiutamente i fatti prima di assumere qualsiasi decisione.