“Berlusconi? Luci e ombre”. Parla Alan Friedman

di Francesco Greco. S. MARIA DI LEUCA (Le) – Il destino cinico e baro ha voluto che Alan Friedman presentasse “Berlusconi si racconta a Friedman” editore Rizzoli (organizza la libreria Idrusa di Alessano), nelle ore in cui i magistrati di Bari condannano Giampaolo Tarantini, Sabine Began (Ape Regina) e altri per i festini di Arcore, mentre ieri è stato rinviato a giudizio per il Ruby-ter. Incapace di uscire di scena (“Dopo di me il diluvio”), il fondatore di Forza Italia, prevedibilmente – è l'ipotesi dell'anchormen Usa – dirà che si tratta di accanimento delle toghe rosse, come per i 65 processi (“tutti fasulli”) che lo avrebbero distratto, dal 2008 in poi, pur con una maggioranza bulgara, “dal fare le riforme promesse, che oggi Renzi sta facendo, inclusa l'abolizione dell'articolo 18 col Jobs Act”.

Una biografia che maliziosi e prevenuti (“Repubblica” e “Fatto Quotidiano”) - forse guardando quel sottotitolo, “My Way”, un sacco berlusconiano, e quel “Possono farmi molte cose, ma non possono costringermi a dimettermi da me stesso” in quarta di copertina - chiamano “agiografia autorizzata”, come se fosse olografa di B. e Friedman – che conosce 50 capi di Stato fra Europa, Asia e America - si fosse limitato a firmarla, e conoscendo la declinazione narcisistica del personaggio (“Nega le leggi ad personam e che abbia fatto qualcosa di male, ma solo del bene...”), l'ipotesi non è affatto peregrina.

E' nata nel 2014 da 5200 domande, 128 ore di registrazioni audio, 28 video. C'è anche la liberatoria firmata dall'ex Cavaliere, con cui Friedman ha avuto carta bianca nel formulare le domande, ma molte cose, confida, sono rimaste fuori perché la verifica non ha sortito effetto: “Gli dissi subito che sarei stato imparziale: non avrebbe controllato quel che avrei scritto...”.

Serata di finte bionde tacco 12 e wonderbra e berluscones ante-marcia all'hotel Terminal di Leuca (“la terra di Fitto e della banca di D'Alema”) moderata dal filosofo Mario Carparelli, su invito di Giovanni Arditi di Castelvetere, presidente dello Yacht Club. Curioso il coming-out di Fernando Leone, sindaco di Guagnano (Terre del Negroamaro) autodefinitosi “il più berlusconiano d'Italia”. Culto della personalità che lo porrà nel mausoleo di Villa S. Martino quando abbandonerà questa valle di lacrime? Aneddoti e retroscena a non finire. “Non sono né di destra né di sinistra, sono un indipendente che sa come vanno le cose del mondo... Sono solo un turista americano...”, premette Friedman, esperto di economia, furbo come un giornalista italiano e che ammette di conoscere “come funziona il mondo”. Mentre il direttore del Quotidiano, Claudio Scamardella, fa una 'figuraccia': da vecchia volpe mediatica, Friedman capisce che si è preparato un compitino asettico e si diverte ad anticipargli le domande.

E dunque, la biografia, al di là delle intenzioni, ai più appare un tentativo di beatificare Berlusconi, su cui invece grava il pesante giudizio della Storia (basta vedere cosa scrive Wikipedia), e degli opinionisti britannici (“L'uomo che ha fottuto l'Italia”, cover del Financial Times) e americani. Friedman conosce personalmente 50 capi di Stato, è detestato da Enrico Letta, non amato da D'Alema e derubrica Mario Monti a ragioniere messo a Palazzo Chigi da Napolitano (già dal giugno 2011, senatore a vita), dopo quello che Berlusconi chiama “complotto” e il giornalista “intrigo internazionale”. 

Escludendo che lo spread abbia avuto un ruolo scatenante nella caduta del governo (“si temeva un default tipo Grecia, ma l'Italia non era messa affatto male”), anche se il volgare apprezzamento per il didietro della Merkel, che piacque a Schroeder che si complimentò (ma B. nel libro nega di averla chiamata “culona inchiavabile”) ha avuto un ruolo, anche perché, dice Friedman, “i potenti sono prima uomini e poi statisti”.

La parabola di Berlusconi c'è tutta: dal dopoguerra, da sfollato a cantante sulle navi da crociera, studente di Giurisprudenza, poi, anni '60, boom economico, appena laureato, imprenditore brianzolo a 25 anni (“Negli anni '60 per avere i permessi dovevi andare con la busta sulle labbra”, però poi dice di non aver mai pagato tangenti né corrotto nessuno) senza arte né parte. Edilnord, Milano 2, ecc. La prima casa la vendette alla mamma di Confalonieri. Uomo di rottura nell'establishment, fuori dal capitalismo delle famiglie, da eredità e di relazione (Agnelli), dall'edilizia in un'Italia dove è forte la presenza dello Stato, della corruzione endemica, dalle tv al calcio e alla politica. “E' già nella Storia, la sua è una vita straordinaria che ha plasmato il Paese – giura Friedman - anche se non ha saputo riscrivere le regole del gioco con la Bicamerale, che però usò per legittimarsi in un momento in cui era sotto attacco giudiziario collezionando avvisi di garanzia e processi”.

Domanda: Molto si è favoleggiato sulla caduta del primo governo di B., dicembre 1994 e di quello che guidava nel novembre 2011...
Risposta: In entrambi i casi B. parla di “colpo di Stato”. Nel 1994, la maggioranza si sfarinò: in estate a Gallipoli ci fu una cena di D'Alema con Buttiglione, che strizzavano l'occhio alla Lega. Poi l'avviso di garanzia live a Napoli al G8 apparso sul “Corriere della Sera” diretto da Paolo Mieli: curiosamente, il caporedattore era Alessandro Sallusti, che lo impaginò. Nel 2011 la Merkel, dopo aver ordinato alla Bce di cedere i Bot italiani, spingeva su Napolitano, che 5 mesi prima aveva fatto Monti senatore a vita. L'aria era pesante: Sarkozy rifiutò di stringergli la mano. C'era tempesta sui mercati finanziari, la speculazione. Ma mancano molti particolari. Cercò comunque di tenere lontana la troika dall'Italia, aveva capito che gli 80 miliardi del FMI erano una sorta di bacio della morte...
D. Putin, Gheddafi, Bush, Sarkozy: in politica estera ha i numeri...
R. Vero, ma non è riuscito, come voleva, a imporre al paese il tatcherismo o una rivoluzione reganiana, anche se ciò ha permesso all'Italia di avere più peso a livello internazionale. Nel 2003 mediò fra Bush e Putin per la guerra a Saddam. A marzo 2011 cercò di convincere Obama e Sarkozy – a terra nei sondaggi - a non bombardare la Libia poiché, senza un piano di stabilizzazione, avrebbero preso il potere le tribù e i terroristi. Non fu ascoltato. E oggi è deluso da Renzi.
D. Aneddoti?
R. Andai a intervistare Putin, era gelido, ma quando gli portai i saluti di Berlusconi si sciolse... Un'altra volta, a Villa La Certosa, finì una festa con i fuochi in suo onore, c'era Tony Renis, Bocelli e la fidanzata, solo che cambiò vento e ci bruciacchiammo un pò tutti...
D. Perché in tanti si sono ritrovati fuori da FI?
R. I numeri 2? Sono andati via da soli. Da Fini, nel 2010 (“Che fai, mi cacci?”) a Fitto che voleva la leadership passando dalle primarie, ma, contrariamente al padre, è un cattivo comunicatore. Forse leader lo sarà in futuro... Alfano se n'è andato perché cercava una poltrona tutta sua.
D. Che ruolo ha avuto Gianni Letta?
R. B. è poco incline ai compromessi, per cui Letta si è mosso nel sottobosco romano al posto di B. Forse è stato il vero primo ministro...
D. Chi è allora Berlusconi, lei l'ha capito?
R. Epico e controverso, tra luci e ombre, un incantatore, un venditore, un seduttore, un re Mida strabordante che trasforma in oro tutto quel che tocca. E' un ritratto intimo, che vede B. in casa, nelle ville, in famiglia, con gli amici, a Milanello, negli spogliatoi del Milan. Imprenditore e politico, rappresenta un simbolo per milioni di italiani: c'è chi lo odia e chi gli porta rispetto.
D. Un pamphlet politico?
R. Ho scritto un libro per gli italiani... E' anche un libro politico, ma non solo: l'ho visto come un essere umano, l'ho fatto parlare sui suoi trionfi e le sconfitte, curiosità e debolezze. E' un romanzo pieno di cose vere, come ha detto Confalonieri e ammesso lo stesso Berlusconi. Su un uomo che ha cambiato la storia d'Italia: negli ultimi 100 anni ce ne sono stati due: Mussolini e Berlusconi, che ha plasmato l'Italia in cui oggi viviamo sotto l'aspetto culturale, economico, mediatico, politico. Senza capire la sua storia, non possiamo capire l'Italia.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto