LECCE - Siglato questa mattina il Protocollo d’intesa per il progetto pilota di“Tutela delle risorse genetiche autoctone d’interesse forestale” nel Salento, a firma della Regione Puglia – Sezione Foreste, Università del Salento, Orto Botanico di Lecce e il Corpo Forestale dello Stato. Gli obiettivi: studio, formazione, ricerca e divulgazione delle modalità di conservazione, in situ ed ex situ, del germoplasma vegetale autoctono, ovvero del patrimonio forestale vegetale del territorio pugliese.
“Tutelare la biodiversità – ha spiegato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leo Di Gioia, nel corso dell'incontro nella sede del Dipartimento regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e Tutela dell’Ambiente - significa preservare il vasto patrimonio naturale del nostro territorio regionale, che rappresenta le nostre radici e, al tempo stesso, il nostro futuro. Con la sigla di questo protocollo, come Struttura regionale e con il supporto di altri importanti attori del mondo regionale e scientifico, confermiamo l’impegno all’attuazione di politiche di sviluppo, promozione e salvaguardia degli ecosistemi agricoli e forestali, nonché delle produzioni legate alla tipicità e alle tradizioni dei territori”. Dal Salento, dunque, parte una sperimentazione che coinvolgerà via via anche le altre province.
“Nostro impegno – ha proseguito l’assessore - è destinare in maniera oculata e intelligente risorse da investire per la salvaguardia di un patrimonio, quello forestale, che rappresenta il nostro sistema naturale ad altissimo contenuto di diversità non solo genetica, ma anche storica e culturale. Il Psr 2014-2020 contempla azioni specifiche mirate per la tutela della biodiversità vegetale e delle risorse genetiche”.
Il protocollo, di durata quinquennale ed a costo zero, prevede lo studio, la formazione degli operatori, la ricerca e la sua divulgazione in ambito genetico forestale. E, in un’ottica di valorizzazione della biodiversità territoriale e della sostenibilità ambientale, attraverso la conservazione delle specie autoctone vegetali forestali, ha, altresì, la finalità di definire e istituire un Centro servizi per la vivaistica forestale a tutela di tutti i territori regionali.
Le parti coinvolte s’impegnano, con cadenza annuale, a redigere un "Programma di Lavoro”, in cui sono indicate le risorse necessarie, i tempi e le modalità di attuazione dell’attività.
“Tutelare la biodiversità – ha spiegato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leo Di Gioia, nel corso dell'incontro nella sede del Dipartimento regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e Tutela dell’Ambiente - significa preservare il vasto patrimonio naturale del nostro territorio regionale, che rappresenta le nostre radici e, al tempo stesso, il nostro futuro. Con la sigla di questo protocollo, come Struttura regionale e con il supporto di altri importanti attori del mondo regionale e scientifico, confermiamo l’impegno all’attuazione di politiche di sviluppo, promozione e salvaguardia degli ecosistemi agricoli e forestali, nonché delle produzioni legate alla tipicità e alle tradizioni dei territori”. Dal Salento, dunque, parte una sperimentazione che coinvolgerà via via anche le altre province.
“Nostro impegno – ha proseguito l’assessore - è destinare in maniera oculata e intelligente risorse da investire per la salvaguardia di un patrimonio, quello forestale, che rappresenta il nostro sistema naturale ad altissimo contenuto di diversità non solo genetica, ma anche storica e culturale. Il Psr 2014-2020 contempla azioni specifiche mirate per la tutela della biodiversità vegetale e delle risorse genetiche”.
Il protocollo, di durata quinquennale ed a costo zero, prevede lo studio, la formazione degli operatori, la ricerca e la sua divulgazione in ambito genetico forestale. E, in un’ottica di valorizzazione della biodiversità territoriale e della sostenibilità ambientale, attraverso la conservazione delle specie autoctone vegetali forestali, ha, altresì, la finalità di definire e istituire un Centro servizi per la vivaistica forestale a tutela di tutti i territori regionali.
Le parti coinvolte s’impegnano, con cadenza annuale, a redigere un "Programma di Lavoro”, in cui sono indicate le risorse necessarie, i tempi e le modalità di attuazione dell’attività.