di Davide Abrescia - Barcellona-Real Madrid, come tutte le più grandi sfide, è una partita che fa un po’ storia a sé: tra i ricordi, le emozioni e le immagini indelebili di giocate sensazionali. Il Clasico è, quasi per antonomasia, una gara che vive sul filo dell’equilibrio e dell’incertezza del pronostico: 230 partite ed un bilancio di vittorie per i due club pressoché speculare con i 92 successi delle Merengues a discapito dei soli due in meno dei Blaugrana; i pareggi, in questo meraviglioso appuntamento calcistico, sono stati, invece, soltanto 48.
LOTTA AL VERTICE - L’inaspettata sconfitta inflitta nell’ultima giornata dal Siviglia diUnai Emery alla formazione allenata da Rafa Benitez ha impedito che le due squadre arrivassero allo scontro diretto appaiate a pari punti in testa alla classifica: al momento, infatti, è il Barcellona a condurre i giochi, seppur con un vantaggio minimo di soli 3 punti dai rivali. Dovessimo fare un bilancio, diremmo certamente che il Barca arriva meglio a questo match: più convinzione, maggior condizione ed entusiasmo negli uomini chiave e qualche punto in più in classifica. I problemi, tuttavia, non aleggiano soltanto a Madrid: questo perchè gli uomini di Luis Enrique peccano spesso di una fase difensiva approssimativa e di qualche assenza di troppo, mascherata, però, dall’incredibile rendimento di Luis Suarez e Neymar Junior.
I GUAI DI BENITEZ - Se gli attaccanti dei catalani, come detto, stanno riuscendo a render meno amare alcune assenze ed alcune problematiche tattiche, lo stesso non può affatto dirsi per i calciatori di spicco dei Galacticos: l’ultima sconfitta in campionato, infatti, è giunta nel peggior momento della squadra, supportata a tratti da un Cristiano Ronaldosempre al top nei numeri - terzo in classifica marcatori dietro proprio a Neymar e Suarez - ma non nelle prestazioni, tenendo conto che 5 dei gol attualmente messi a segno dal portoghese sono stati realizzati tutti nella splendida partita di inizio stagione contro l’Espanyol. I problemi del tecnico del Madrid riguardano, inoltre, James Rodriguez - poco convinto dall’eccessiva precauzione dello staff medico riguardo il suo utilizzo dopo l’infortunio – e la fase difensiva, paradossalmente supportata da numeri importanti, legati, tuttavia, soprattutto al mostruoso campionato del portiere Navas, piuttosto che al rendimento dell’intero reparto: la realtà è che la retroguardia dei blancos appare fragile, soprattutto con un Sergio Ramos che con ogni probabilità giocherà il match infiltrato, per poi operarsi al fine di risolvere definitivamente i suoi problemi fisici. ”Tutti contro Benitez”: titolavano così i media spagnoli, sulle quali pagine si raccontava, come se non bastasse, di un fitto colloquio tra lo stesso Ramos, Marcelo, Cristiano Ronaldo ed il tecnico spagnolo, negli spogliatoi di Valdebebas, attraverso il quale gli uomini chiave del Real lamentavano una poca incisività del gioco offensivo e manifestavano la ferma necessità di cambiare marcia. “Non sono un difensivista, lo dimostra il mio passato al Napoli”: ha risposto così, Rafa, alle critiche riguardo la fase offensiva del suo Real giuntegli, oltre che dallo spogliatoio, anche dalla stampa. Al di là della correttezza o meno di tali opinioni, è indubbio che questa squadra, ad oggi, piaccia a pochi: difesa ballerina ed un attacco che spesso è legato alla giocata dei singoli; quei singoli che, tra goleador ed il portierone costaricano, hanno permesso ad un più che migliorabile Real Madrid di essere ancora lì, pronto per giocarsela col Barcellona tra le mura amiche.
PRUDENZA MESSI - Tutt’altra aria tira, come detto, in casa Barcellona dove le evidenti problematiche difensive stanno venendo magnificamente addolcite dal rendimento della coppia gol che, al momento dell’infortunio di Messi, si era assunta la responsabilità di non far rimpianger troppo l’argentino; la risposta è stata da urlo: i 16 gol del Barca in campionato messi a segno da quel momento sono, infatti, stati realizzati interamente Suarez e Neymar, con il brasiliano assoluto protagonista del calcio internazionale ed erede designato dei più grandi leader della storia blaugrana. Proprio per questo motivo il Barca può permettersi di rinunciare alla titolarità immediata di Lionel Messi: la pulga, infatti, sarà certamente parte del match, ma partirà dalla panchina, provando, come successo al Calderon nella gara contro l'Atletico Madrid, a decidere il match entrando a partita in corso.
ESITO INCERTO - Il Barcellona, dunque, arriva leggermente meglio a questo scontro, con la possibilità di allungare la distanza che la separa dagli inseguitori diretti e di tenere in panchina il più grande marcatore della storia di questo Clasico: una partita che, però, è caratterizzata da un esito tutt’altro che già scritto; proprio il momentaccio del Real Madrid, infatti, dovrebbe far drizzare le antenne a tutti, ricordandosi di come, campioni come quelli a disposizione di Benitez, difficilmente, se toccati nell'orgoglio, steccano di fronte ad appuntamenti di questa importanza.
LOTTA AL VERTICE - L’inaspettata sconfitta inflitta nell’ultima giornata dal Siviglia diUnai Emery alla formazione allenata da Rafa Benitez ha impedito che le due squadre arrivassero allo scontro diretto appaiate a pari punti in testa alla classifica: al momento, infatti, è il Barcellona a condurre i giochi, seppur con un vantaggio minimo di soli 3 punti dai rivali. Dovessimo fare un bilancio, diremmo certamente che il Barca arriva meglio a questo match: più convinzione, maggior condizione ed entusiasmo negli uomini chiave e qualche punto in più in classifica. I problemi, tuttavia, non aleggiano soltanto a Madrid: questo perchè gli uomini di Luis Enrique peccano spesso di una fase difensiva approssimativa e di qualche assenza di troppo, mascherata, però, dall’incredibile rendimento di Luis Suarez e Neymar Junior.
I GUAI DI BENITEZ - Se gli attaccanti dei catalani, come detto, stanno riuscendo a render meno amare alcune assenze ed alcune problematiche tattiche, lo stesso non può affatto dirsi per i calciatori di spicco dei Galacticos: l’ultima sconfitta in campionato, infatti, è giunta nel peggior momento della squadra, supportata a tratti da un Cristiano Ronaldosempre al top nei numeri - terzo in classifica marcatori dietro proprio a Neymar e Suarez - ma non nelle prestazioni, tenendo conto che 5 dei gol attualmente messi a segno dal portoghese sono stati realizzati tutti nella splendida partita di inizio stagione contro l’Espanyol. I problemi del tecnico del Madrid riguardano, inoltre, James Rodriguez - poco convinto dall’eccessiva precauzione dello staff medico riguardo il suo utilizzo dopo l’infortunio – e la fase difensiva, paradossalmente supportata da numeri importanti, legati, tuttavia, soprattutto al mostruoso campionato del portiere Navas, piuttosto che al rendimento dell’intero reparto: la realtà è che la retroguardia dei blancos appare fragile, soprattutto con un Sergio Ramos che con ogni probabilità giocherà il match infiltrato, per poi operarsi al fine di risolvere definitivamente i suoi problemi fisici. ”Tutti contro Benitez”: titolavano così i media spagnoli, sulle quali pagine si raccontava, come se non bastasse, di un fitto colloquio tra lo stesso Ramos, Marcelo, Cristiano Ronaldo ed il tecnico spagnolo, negli spogliatoi di Valdebebas, attraverso il quale gli uomini chiave del Real lamentavano una poca incisività del gioco offensivo e manifestavano la ferma necessità di cambiare marcia. “Non sono un difensivista, lo dimostra il mio passato al Napoli”: ha risposto così, Rafa, alle critiche riguardo la fase offensiva del suo Real giuntegli, oltre che dallo spogliatoio, anche dalla stampa. Al di là della correttezza o meno di tali opinioni, è indubbio che questa squadra, ad oggi, piaccia a pochi: difesa ballerina ed un attacco che spesso è legato alla giocata dei singoli; quei singoli che, tra goleador ed il portierone costaricano, hanno permesso ad un più che migliorabile Real Madrid di essere ancora lì, pronto per giocarsela col Barcellona tra le mura amiche.
PRUDENZA MESSI - Tutt’altra aria tira, come detto, in casa Barcellona dove le evidenti problematiche difensive stanno venendo magnificamente addolcite dal rendimento della coppia gol che, al momento dell’infortunio di Messi, si era assunta la responsabilità di non far rimpianger troppo l’argentino; la risposta è stata da urlo: i 16 gol del Barca in campionato messi a segno da quel momento sono, infatti, stati realizzati interamente Suarez e Neymar, con il brasiliano assoluto protagonista del calcio internazionale ed erede designato dei più grandi leader della storia blaugrana. Proprio per questo motivo il Barca può permettersi di rinunciare alla titolarità immediata di Lionel Messi: la pulga, infatti, sarà certamente parte del match, ma partirà dalla panchina, provando, come successo al Calderon nella gara contro l'Atletico Madrid, a decidere il match entrando a partita in corso.
ESITO INCERTO - Il Barcellona, dunque, arriva leggermente meglio a questo scontro, con la possibilità di allungare la distanza che la separa dagli inseguitori diretti e di tenere in panchina il più grande marcatore della storia di questo Clasico: una partita che, però, è caratterizzata da un esito tutt’altro che già scritto; proprio il momentaccio del Real Madrid, infatti, dovrebbe far drizzare le antenne a tutti, ricordandosi di come, campioni come quelli a disposizione di Benitez, difficilmente, se toccati nell'orgoglio, steccano di fronte ad appuntamenti di questa importanza.
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