Ergastolano in fuga, il procuratore: “appoggi limitati”

BARI - Perrone, l'ergastolano evaso il 6 novembre a Lecce, aveva forse già progettato di evadere dal carcere salentino dov'era detenuto. E' quanto emerge da un'informativa inviata alla Procura di Lecce a giugno. Nel rapporto era stato segnalato un possibile piano di fuga del detenuto in occasione dell'udienza del 23 giugno, al termine della quale Perrone è stato condannato all'ergastolo per omicidio e tentato omicidio. Le misure di sicurezza furono intensificate, ma non accadde nulla.

"Proseguono con intensità", ma con esito negativo, le ricerche di Perrone, fuggito venerdì dal 'Vito Fazzi' - dove era stato condotto per una colonscopia - sottraendo una pistola a un agente penitenziario e fuggendo con un'auto rapinata. A riferirlo oggi il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta. "Non abbiamo trovato - ha continuato - neanche la macchina che lui ha rapinato.E questo potrebbe significare che non l'ha sostituita con un'altra e che quindi gli appoggi sono limitati".

Intanto nelle ultime ore polizia, carabinieri e agenti di custodia hanno attivato una imponente caccia all'uomo, in tutta la provincia di Lecce, per rintracciarlo. Il malvivente, riuscito a sfilare una pistola ad un agente, ha sparato 5 proiettili, ferendo lievemente due guardie, riuscendo poi a raggiungere il piazzale dell'ospedale dove ha rapinato l'auto ad una donna, riuscendo a far perdere le tracce.

L'uomo, ritenuto esponente di spicco della criminalita' del nord Salento, era stato tratto in arresto dai carabinieri poco dopo l'omicidio di Fatmir Makovic, originario del Montenegro, ma domiciliato in un campo rom di Lecce. Al momento dell'arresto ed era ancora in possesso della pistola di fabbricazione serba con la quale aveva esploso numerosi proiettili calibro 9, svuotando l'intero caricatore, nella sanguinosa sparatoria avvenuta in un bar di Trepuzzi. La condanna al carcere a vita nei suoi confronti, per omicidio volontario aggravato da futili motivi, era stata emessa il 23 giugno scorso.

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