LECCE - La macchina funziona da qualche settimana alla Neuroradiologia dell’ospedale leccese ed è la seconda delle due Risonanze magnetiche fornite dalla Philips. La prima è in servizio alla Radiologia dell’Oncologico da maggio scorso. «Un apparecchio – fa sapere il primario Fernando Lupo – dal software studiato per questo reparto e quindi diverso dall’altra installata all’Oncologico».
La nuova macchina dispone di un «cuore» da 1,5 Tesla e ha sostituito la gloriosa risonanza da 0,5 Tesla che ha lavorato dal 1994 fino allo scorso agosto.
«Una macchina che richiede grande precisione e calibratura - spiega Lupo - ma che consentirà di sbloccare tutta l’attività che riguarda gli “studi funzionali”. Finora abbiamo fatto solo le “morfologiche”, ma appena saremo a regime effettueremo gli esami che finora non è stato possibile fare. Se per esempio c’è una lesione nel sistema nervoso andremo a vedere quali fibre sono state intaccate».
Il dottore Lupo pensa di utilizzare il nuovo software per eseguire le perfusioni una tecnica che consente di individuare e recuperare i tessuti cerebrali non compromessi da un’ischemia o da un ictus, in quanto non tutti i danni ischemici sono da considerarsi irreversibili. Un’altra importate performance di questa macchina (che il primario pensa di sfruttare) è la possibilità di effettuare una trattografia, ossia di misurare i deficit dovuti alle malattie demielinizzanti (come la sclerosi multipla e la Sla) oppure all’invecchiamento.
Il dottore Lupo si propone inoltre di eseguire anche le spettroscopie , ovvero lo studio diretto delle alterazioni delle attività metaboliche e funzionali del sistema nervoso centrale.
Con questa risonanza infine è possibile eseguire le anestesie, soprattutto sui pazienti inviati dalla rianimazione, i claustrofobici, i pazienti in tenera età e i soggetti non collaboranti. Il problema, scommettiamo, sarà la lunga lista di attesa e la disponibilità di personale.
La nuova macchina dispone di un «cuore» da 1,5 Tesla e ha sostituito la gloriosa risonanza da 0,5 Tesla che ha lavorato dal 1994 fino allo scorso agosto.
«Una macchina che richiede grande precisione e calibratura - spiega Lupo - ma che consentirà di sbloccare tutta l’attività che riguarda gli “studi funzionali”. Finora abbiamo fatto solo le “morfologiche”, ma appena saremo a regime effettueremo gli esami che finora non è stato possibile fare. Se per esempio c’è una lesione nel sistema nervoso andremo a vedere quali fibre sono state intaccate».
Il dottore Lupo pensa di utilizzare il nuovo software per eseguire le perfusioni una tecnica che consente di individuare e recuperare i tessuti cerebrali non compromessi da un’ischemia o da un ictus, in quanto non tutti i danni ischemici sono da considerarsi irreversibili. Un’altra importate performance di questa macchina (che il primario pensa di sfruttare) è la possibilità di effettuare una trattografia, ossia di misurare i deficit dovuti alle malattie demielinizzanti (come la sclerosi multipla e la Sla) oppure all’invecchiamento.
Il dottore Lupo si propone inoltre di eseguire anche le spettroscopie , ovvero lo studio diretto delle alterazioni delle attività metaboliche e funzionali del sistema nervoso centrale.
Con questa risonanza infine è possibile eseguire le anestesie, soprattutto sui pazienti inviati dalla rianimazione, i claustrofobici, i pazienti in tenera età e i soggetti non collaboranti. Il problema, scommettiamo, sarà la lunga lista di attesa e la disponibilità di personale.