BARI - Sabato 14 novembre, in occasione dell’ultima giornata di apertura al pubblico dell’installazione Light Paintings realizzata da Brian Eno, sarà possibile accedere al Teatro Margherita dalle ore 10 alle ore 24 (ingresso 3 euro informazioni medimex.it). A partire da giovedì 29 ottobre le sale del Teatro Margherita di Bari ospitano l’installazione che si compone di una serie di opere “dipinte con la luce” che presentano la continua esplorazione da parte dell’artista della luce come mezzo e delle possibilità estetiche offerte dai sistemi generativi. Light Paintings – promossa in collaborazione con Comune di Bari Assessorato alle Culture, Turismo, Partecipazione, Attuazione del Programma e Lumen London - è stata realizzata in occasione della quinta edizione del Medimex, salone dell’innovazione musicale organizzato da Puglia Sounds che si è svolto dal 29 al 31 ottobre alla Fiera del Levante di Bari.
Le Light Pictures lavorano con una struttura di camere fisse che ne formano la composizione. La luce, colpendo la struttura realizzata interamente a mano, cambia costantemente e rapidamente intensità , tonalità e direzione per creare in ogni camera un diverso effetto dipingendo in diretta l’opera con infinite combinazioni di colore. “Turning Squares” è un’installazione semplice che consiste in una serie di pannelli in polistirene di misura decrescente, appesi in fila e liberi di ruotare uno di fronte all’altro. Le luci sono posizionate a diverse altezze e con diverse angolazioni, in modo da creare ombre nette e tutte le possibili combinazioni di colore che si alternano e cambiano mentre i pannelli si muovono indipendentemente. I lavori insieme compongono un percorso sintetico attraverso le infinite possibilità offerte dall’uso della luce del suono e della tecnologia in cui la spontaneità del processo è controllata da precise scelte artistiche.
Brian Eno è un musicista, compositore, produttore, cantante e visual artist inglese, noto come uno dei principali innovatori dell’ambient music. Come visual artist, Eno espone con regolarità sin dalla fine degli anni ’70: da Tokyo a Cape Town, da Rio de Janeiro a New York, da Londra a Madrid. Il suo lavoro è dedicato quasi esclusivamente alle possibilità offerte dal mezzo luminoso. Come musicista, Eno ha prodotto e contribuito come performer agli album di artisti come Talking Heads, David Bowie, U2, James, Laurie Anderson, Coldplay, Paul Simon e Grace Jones. Il suo lavoro pionieristico sui “paesaggi sonori” inizia con “Ambient 1: Music for Airports” seguito poi da “Apollo: Atmospheres and Soundtracks”, composto per il film documentario “For All Mankind”. Il suo ultimo album è “High life”, una collaborazione con Karl Hyde, pubblicato dalla Warp Records nel 2014. Il lavoro da solista di Eno è stato estremamente influente nell’inaugurare la musica ambient e generativa nell’innovare le tecniche di produzione e nell’enfatizzare la “teoria prima della pratica”. Collabora con numerosi artisti e musicisti, a produrre dischi, a pubblicare i propri album, a scrivere, creare ed esporre le proprie opere.
«La pittura e la musica sono sempre state interconnesse per me», sottolinea Brian Eno. «Durante l’adolescenza, ho iniziato a giocare con la luce come mezzo più o meno nello stesso periodo in cui ho iniziato a giocare con il suono. Sino a quando lo schermo sarà considerato solo un’estensione di film o tv, il futuro potrà riservarci esclusivamente un crescente livello di isteria e di esotismo», prosegue. «Il nostro background da spettatori televisivi ci condiziona nell’aspettativa che ciò che vediamo sullo schermo cambi sensibilmente e in sequenza. Questo ha generato e poi rinforzato una relazione rigida tra lo spettatore e lo schermo: mentre tu sei fermo è lo schermo a muoversi. Io sono interessato a un tipo di lavoro che non necessariamente suggerisce questo tipo di relazione. Uno stato più stabile, un lavoro basato sulle immagini che si osserva e dal quale ci si possa allontanare come si fa con un quadro. Mentre questo è fermo sei tu a muoverti».
Le Light Pictures lavorano con una struttura di camere fisse che ne formano la composizione. La luce, colpendo la struttura realizzata interamente a mano, cambia costantemente e rapidamente intensità , tonalità e direzione per creare in ogni camera un diverso effetto dipingendo in diretta l’opera con infinite combinazioni di colore. “Turning Squares” è un’installazione semplice che consiste in una serie di pannelli in polistirene di misura decrescente, appesi in fila e liberi di ruotare uno di fronte all’altro. Le luci sono posizionate a diverse altezze e con diverse angolazioni, in modo da creare ombre nette e tutte le possibili combinazioni di colore che si alternano e cambiano mentre i pannelli si muovono indipendentemente. I lavori insieme compongono un percorso sintetico attraverso le infinite possibilità offerte dall’uso della luce del suono e della tecnologia in cui la spontaneità del processo è controllata da precise scelte artistiche.
Brian Eno è un musicista, compositore, produttore, cantante e visual artist inglese, noto come uno dei principali innovatori dell’ambient music. Come visual artist, Eno espone con regolarità sin dalla fine degli anni ’70: da Tokyo a Cape Town, da Rio de Janeiro a New York, da Londra a Madrid. Il suo lavoro è dedicato quasi esclusivamente alle possibilità offerte dal mezzo luminoso. Come musicista, Eno ha prodotto e contribuito come performer agli album di artisti come Talking Heads, David Bowie, U2, James, Laurie Anderson, Coldplay, Paul Simon e Grace Jones. Il suo lavoro pionieristico sui “paesaggi sonori” inizia con “Ambient 1: Music for Airports” seguito poi da “Apollo: Atmospheres and Soundtracks”, composto per il film documentario “For All Mankind”. Il suo ultimo album è “High life”, una collaborazione con Karl Hyde, pubblicato dalla Warp Records nel 2014. Il lavoro da solista di Eno è stato estremamente influente nell’inaugurare la musica ambient e generativa nell’innovare le tecniche di produzione e nell’enfatizzare la “teoria prima della pratica”. Collabora con numerosi artisti e musicisti, a produrre dischi, a pubblicare i propri album, a scrivere, creare ed esporre le proprie opere.
«La pittura e la musica sono sempre state interconnesse per me», sottolinea Brian Eno. «Durante l’adolescenza, ho iniziato a giocare con la luce come mezzo più o meno nello stesso periodo in cui ho iniziato a giocare con il suono. Sino a quando lo schermo sarà considerato solo un’estensione di film o tv, il futuro potrà riservarci esclusivamente un crescente livello di isteria e di esotismo», prosegue. «Il nostro background da spettatori televisivi ci condiziona nell’aspettativa che ciò che vediamo sullo schermo cambi sensibilmente e in sequenza. Questo ha generato e poi rinforzato una relazione rigida tra lo spettatore e lo schermo: mentre tu sei fermo è lo schermo a muoversi. Io sono interessato a un tipo di lavoro che non necessariamente suggerisce questo tipo di relazione. Uno stato più stabile, un lavoro basato sulle immagini che si osserva e dal quale ci si possa allontanare come si fa con un quadro. Mentre questo è fermo sei tu a muoverti».