Chi con dei rustici prodotti dalle tavole calde ubicate nelle immediate vicinanze, chi con una focaccia o con un panino, doverosamente accompagnata da una bibita, onora la pausa pranzo, seduto ai bordi di una delle aiuole che popolano la piazza o su una delle tante panchine, disseminate lungo la stessa, in attesa di riprendere le lezioni e per i ritmi didattici imposti con l'introduzione in ambito universitario dei crediti formativi.
Con quali conseguenze? La risposta è semplice. La quotidiana consumazione del "rancio universitario" trasforma Piazza Cesare Battisti in un bivacco, specie per le conseguenze che esso crea sul piano aggregativo e della convivenza civile, per l'interminabile percorrenza dei passanti. Non poche sono, infatti, le difficoltà che essi incontrano, nell'attraversamento della piazza.
Difficoltà che, sia pure con sporadici episodi, rasentano la litigiosità con i quotidiani frequentatori. Alla luce del quadro esposto ed in linea con la proclamata Bari quale città universitaria per eccellenza, i tempi per individuare degli spazi e delle strutture che consentano agli studenti universitari di consumare comodamente e dignitosamente il proprio rancio, slittano, ulteriormente.