Puglia: sì all’unanimità del Consiglio regionale alla proroga del Piano casa

BARI - Ancora un anno di proroga per il cosiddetto Piano casa (31 dicembre 2016), per attuare e completare gli interventi previsti dalla legge 14 del 2009. Lo ha deciso all’unanimità il Consiglio regionale. Il presidente della V Commissione Filippo Caracciolo ha spiegato che oltre alla proroga che “ha trovato grande apprezzamento fra le aziende edili ed i proprietari di immobili” con la proposta di legge presentata in Commissione dal consigliere Erio Congedo, si è pensato di apportare alcune modifiche alla stessa legge “in considerazione del fatto che in fase applicativa sono stati riscontrati alcuni dubbi interpretativi  che hanno dato origine a quesiti da parte delle amministrazioni comunali e liberi professionisti”.

Negli anni passati il Piano casa si è rivelato da un lato un sostegno concreto al settore edile, da sempre parte rilevante dell’economia pugliese ma attualmente in fase di sofferenze, dall’altro potrebbe offrire una possibilità per i proprietari di immobili ad attuare piccoli ampliamenti e ristrutturazioni del proprio patrimonio edilizio, senza intaccare ambiente  e paesaggio e senza consumo di suolo – ha spiegato Caracciolo.

Approvati due emendamenti presentati dal consigliere Fabiano Amati. Il  primo (che ha registrato la contrarietà del Governo,  passato con 23 voti favorevoli e 16 contrari) riguarda una specificazione sul versante della “residenzialità”. “Poiché lo spirito complessivo della legge – ha detto Amati – risiede prioritariamente nel favorire la residenzialità, si specifica tale propensione al cospetto di una possibilità di aumento di volumetria che però sugli usi consentiti della strumentazione urbanistica si ritrova a riconoscere le più varie destinazioni (opifici, servizi ecc..) tranne la residenzialità: cioè lo scopo prevalente dell’ampliamento consentito”.

L’altro emendamento Amati approvato all’unanimità, sottolinea che nei procedimenti regolati dal Piano territoriale regionale (PTTR) e nei procedimenti connessi di natura urbanistica e ambientale, il parere del soprintendente si intende obbligatorio e non vincolante. Con questo articolo aggiuntivo di fatto si modifica la legge regionale 20 del 2009.

Ventola: “Si poteva fare di meglio” - “Se il Consiglio regionale avesse approvato anche l’emendamento che ho presentato con la condivisione del nostro Gruppo, non sarei soddisfatto a metà” è il commento del Consigliere regionale del Gruppo consiliare Oltre con Fitto, Francesco Ventola a margine della odierna seduta del Consiglio Regionale.

“La mia proposta – evidenzia Ventola - era tesa alla riapertura dei termini per quei Comuni che all'epoca non riuscirono a perimetrare le aree oggetto di intervento e a rientrare nei benefici di legge. Davvero un peccato, se penso ad alcuni Comuni della nostra provincia e di tutta la Puglia che mio malgrado rimarranno esclusi a causa della sordità della maggioranza di centrosinistra; la riapertura dei termini avrebbe consentito loro di individuare le aree e deliberare nei sessanta giorni previsti nell’emendamento”.

Amati: “Niente più lungaggini per le opere pubbliche” - “Con la legge sul piano casa abbiamo chiarito che sugli ulteriori contesti previsti dall'art. 38 delle norme del Piano paesaggistico, cioè quelli diversi dai beni culturali ambientali di rango ministeriale, il parere del Soprintendente non è vincolante”. Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati. “La necessità di tale norma interpretativa risiede nell'evitare eventuali lungaggini nei procedimenti di autorizzazione di opere, ed in particolare di quelle pubbliche.

La circostanza che il Piano paesaggistico vigente sia stato co-pianificato dal Ministero e dalla Regione avrebbe potuto indurre dubbi sui doveri propri della Soprintendenza e degli uffici regionali, finendo per onerare sia l'una che gli altri degli stessi compiti, con prevedibili contrasti o contraddizioni. Il tutto in danno della celerità nell'attuazione - soprattutto - di importanti programmi di investimento, magari finanziati (e ciò riguarda le opere pubbliche) alla condizione del rispetto di stringenti cronoprogrammi".

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