BARI - Già ad Ottobre 2013 il M5S aveva depositato due richieste di accesso agli atti, la prima indirizzata all’ASL Bari per chiedere la copia dell’autorizzazione sanitaria e amministrativa del canile comunale di Bari, la seconda verso l’allora Assessore all’Ambiente Maria Maugeri per ricevere la copia degli atti e della documentazione inerente il periodo comprendente gli anni 2009-2013 in riferimento al numero, all’indicazione e ai relativi indirizzi anagrafici dei canili di proprietà pubblica e convenzionati con il Comune di Bari e al numero di cani assistiti in ogni singolo canile con relativa portata massima di animali consentiti dalla legge per struttura. Così in una nota i Portavoce M5S al Comune di Bari, Sabino Mangano e Francesco Colella.
Dal 2013 poco, anzi nulla, è cambiato - prosegue la nota - e la gestione del randagismo sembra restare più un business cui puntare piuttosto che una azione a tutela dei nostri amici a 4 zampe.
Difatti - spiegano i pentastellati - pochi giorni fa sul social network Facebook e su alcune testate giornalistiche, sono state postate delle foto riportanti lo stato di sofferenza degli animali ospiti dei canili. Spaventa inoltre il numero degli animali, circa 600, che è lontanissimo dai 200 previsti per legge, numero quest'ultimo derogabile solo per le strutture comunali mentre a Bari l'annosa questione dei canili comunali (di proprietà comunale) non ha ad oggi trovato pronta risposta dall'attuale amministrazione Decaro.
Giova ricordare lo stato attuale dei fatti e degli elementi, ovvero che:
1) I canili sanitari possono essere costruiti dai comuni per cui nessun soggetto privato o associazione può realizzare un canile sanitario o convenzionare con il comune la disponibilità di una propria struttura (cosa che avviene oggi con la società Mapia che riscuote un canone di locazione per il canile sanitario). Perchè si sta andando in deroga? Perchè le associazioni ricevono circa 1/5 del contributo che oggi viene erogato al canile privato per ogni animale ospite?
2) I canili sanitari ed i rifugi devono rispettare i criteri tecnici previsti dalla dgr, n.6082/95 ovvero: box agevolmente lavabili e disinfettabili, misura dei box di mq.4 per singolo cane, locale sanitario per interventi veterinari, reparto di isolamento, ecc. Perchè le attuali strutture non rispettano tali indicazioni?
3) Tutte le strutture che abbiano numero di cani superiore a 200 devono andare ad esaurimento. Quindi com'è possibile che continua da 10 anni a questa parte ad esserci un numero di ospiti praticamente quasi identico?
Per tutti questi quesiti (ed altri) stiamo depositando apposita interrogazione all'assessorato competente al fine di avere notizie e tempi certi di risoluzione di questa incredibile ed anomala situazione.
Dal 2013 poco, anzi nulla, è cambiato - prosegue la nota - e la gestione del randagismo sembra restare più un business cui puntare piuttosto che una azione a tutela dei nostri amici a 4 zampe.
Difatti - spiegano i pentastellati - pochi giorni fa sul social network Facebook e su alcune testate giornalistiche, sono state postate delle foto riportanti lo stato di sofferenza degli animali ospiti dei canili. Spaventa inoltre il numero degli animali, circa 600, che è lontanissimo dai 200 previsti per legge, numero quest'ultimo derogabile solo per le strutture comunali mentre a Bari l'annosa questione dei canili comunali (di proprietà comunale) non ha ad oggi trovato pronta risposta dall'attuale amministrazione Decaro.
Giova ricordare lo stato attuale dei fatti e degli elementi, ovvero che:
1) I canili sanitari possono essere costruiti dai comuni per cui nessun soggetto privato o associazione può realizzare un canile sanitario o convenzionare con il comune la disponibilità di una propria struttura (cosa che avviene oggi con la società Mapia che riscuote un canone di locazione per il canile sanitario). Perchè si sta andando in deroga? Perchè le associazioni ricevono circa 1/5 del contributo che oggi viene erogato al canile privato per ogni animale ospite?
2) I canili sanitari ed i rifugi devono rispettare i criteri tecnici previsti dalla dgr, n.6082/95 ovvero: box agevolmente lavabili e disinfettabili, misura dei box di mq.4 per singolo cane, locale sanitario per interventi veterinari, reparto di isolamento, ecc. Perchè le attuali strutture non rispettano tali indicazioni?
3) Tutte le strutture che abbiano numero di cani superiore a 200 devono andare ad esaurimento. Quindi com'è possibile che continua da 10 anni a questa parte ad esserci un numero di ospiti praticamente quasi identico?
Per tutti questi quesiti (ed altri) stiamo depositando apposita interrogazione all'assessorato competente al fine di avere notizie e tempi certi di risoluzione di questa incredibile ed anomala situazione.