SALICE SALENTINO - E’ accaduto la settimana scorsa. Un giovane cercatore improvvisato di
funghi ha raccolto nella macchia mediterranea della zona costiera nord della
nostra provincia una specie appartenente al gruppo delle «clitocybe bianche», scambiata per un fungo che in dialetto si chiama "carduncheddrhu te
macchia".
Ma che, confermano i micologi, in realtà non è nemmeno lontano parente.
Un errore da principianti e di sopravvalutazione delle proprie
conoscenze. Si tratta di specie che contengono quantità considerevoli di “muscarina”, una
sostanza che causa delle sgradevoli intossicazioni, il cui sintomo principale è rappresentato da
una fortissima, diffusa, sudorazione.
Giunto a casa, l’improvvido cercatore ha
fatto cucinare dalla mamma le “clitocybe bianche” e la hanno mangiate a pranzo,
insieme ad un altro fratello.
Dopo poche ore, attorno alle 16,30 –
17 i tre che avevano consumato la
micidiale pietanza hanno accusato un’improvvisa, violenta sudorazione. E alla
velocissima perdita di liquidi è seguito un brusco calo della pressione. Quindi
la chiamata al 118 e il trasporto al Fazzi.
Difficilmente questo tipo di avvelenamento causa gravi
conseguenze; se riconosciuto, viene risolto in tempi brevi con la
somministrazione di piccole dosi di atropina. Ed è quello che probabilmente
hanno fatto al pronto soccorso del Fazzi, dopo aver contattato il centro
anti-veleni a Bari. Tra l’altro è l’unico caso di avvelenamento per il
quale è previsto un antitodo come l’atropina.