BARI - Mercoledì 4 novembre, alle 18.00, si svolgerà in Bari, Via E. De Deo, 64, presso lo Studio di Scultura di Anna Maria Di Terlizzi, nota artista barese, il primo Incontro di “Noi che l’Arte”, laboratorio di idee, in occasione del quale si parlerà de “La cucina futurista”.
Conduce l’incontro Carmelo Calò Carducci, con interventi di Massimo Diodati, presidente dell’Associazione “Noi che l’Arte” e di Anna Maria Di Terlizzi, nota scultrice barese.
L’Associazione culturale “Noi che l’Arte” che ha sede in Bari e Delegazione a Venezia, ha tra i suoi scopi quelli di favorire e promuovere eventi culturali, promozione per giovani artisti, organizzare la sistemazione del patrimonio artistico, creare spazi espositivi, favorire e incentivare la conoscenza della storia dell’arte, collaborare con Enti pubblici e privati che operano in settori similari, ecc.
L’evento prende spunto da libro di Carmelo Calò Carducci, noto collezionista barese di documenti originali, “Prima… e dopo la cucina futurista” (Mario Adda Editore). Infatti il volume a cui si è ispirato Calò Carducci, risale al 1932, ed è firmato da Tommaso Marinetti, fondatore del futurismo, e da Fillìa, pseudonimo di Luigi Colombo (Sonzogno Editore).
L’autore presenta l’opera in maniera quasi teatrale, infatti si sviluppa in ‘tre atti’, ciascuno composto da vari ‘quadri’.
Conduce l’incontro Carmelo Calò Carducci, con interventi di Massimo Diodati, presidente dell’Associazione “Noi che l’Arte” e di Anna Maria Di Terlizzi, nota scultrice barese.
L’Associazione culturale “Noi che l’Arte” che ha sede in Bari e Delegazione a Venezia, ha tra i suoi scopi quelli di favorire e promuovere eventi culturali, promozione per giovani artisti, organizzare la sistemazione del patrimonio artistico, creare spazi espositivi, favorire e incentivare la conoscenza della storia dell’arte, collaborare con Enti pubblici e privati che operano in settori similari, ecc.
L’evento prende spunto da libro di Carmelo Calò Carducci, noto collezionista barese di documenti originali, “Prima… e dopo la cucina futurista” (Mario Adda Editore). Infatti il volume a cui si è ispirato Calò Carducci, risale al 1932, ed è firmato da Tommaso Marinetti, fondatore del futurismo, e da Fillìa, pseudonimo di Luigi Colombo (Sonzogno Editore).
L’autore presenta l’opera in maniera quasi teatrale, infatti si sviluppa in ‘tre atti’, ciascuno composto da vari ‘quadri’.