Una porta santa di legno nella Repubblica Centraficana: Papa Francesco diffonde la misericordia del Giubileo

(ANSA)
di Luigi Laguaragnella - Mentre in Europa, a Roma si discute sulle misure di sicurezza da prendere in previsione dell’inizio del Giubileo della Misericordia che partirà l’otto dicembre, trasmettendo ansia, preoccupazione e paura per lo “spettro del terrorismo”, papa Francesco, con audacia, in barba ad ogni cavillo burocratico, senza ascoltare i detrattori di questo tempo di misericordia per ogni uomo, dall’Africa e precisamente nel pieno continente nero, nelle Repubblica Centrafricana, aprirà la prima porta santa avviando così l’umanità, con una settimana ai anticipo, l’anno santo. Nella sua terza tappa africana, dopo Kenya e Ugandail Pontefice dalla cattedrale di Bangui, compirà questo importante gesto.

Si tratta di un gesto, quello dell’apertura della porta santa nel continente nero, che sottolinea il senso universale della Chiesa. Universalità che non può essere data solo dai luoghi fisici: Roma è il centro della cattolicità, ma centralità della Chiesa è soprattutto il cuore dell’uomo, di tutti gli uomini.
Una porta santa lontana dal Vaticano esprime il desiderio di vicinanza di papa Francesco, sempre attento alle periferie. L’Africa, questa porzione di terra in cui Bergoglio si trova, è una periferia, di cui egli stesso ha sempre parlato dall’inizio del pontificato: conflitti interni, guerre, emergenza fame (la Repubblica Centrafricana è tra i paesi più poveri del mondo per ricchezza e sviluppo socio-economico).

Aprire la porta santa qui è un concreto simbolo di speranza per la gente, per quel popolo e anche per tutte le persone, che pur non occupando le prime pagine della stampa internazionale, ogni giorno, sono impegnate in quelle terre a donare dignità a uomini, donne e bambini che, certamente, vivono un contesto duro e rischioso.

Eppure il popolo africano è maestro di gioia e di forza: basta vedere in quale clima di festa e di passione vivono, in questi giorni, le celebrazioni sacre. Senza dubbio diverse da quelle formali e ingessate che si vivono nelle chiese europee. Giubilo, ci si dimentica spesso, significa gioia.
Anche la porta santa, che questo pomeriggio verrà aperta nella cattedrale di Bangui, nella sua sobrietà fatta di legno, probabilmente, si discosta dalle porte delle grandi basiliche romane, eppure indica la bellezza delle diversità dei popoli.

Il Giubileo, quindi, è per tutti: papa Francesco ha compreso che non tutti i fedeli possono recarsi a Roma (dove verranno aperte le quattro porte sante a San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura, Santa Maria Maggiore) e, sensibile alla fede di molti uomini e donne, intende espandere la misericordia di Dio in ogni angolo del pianeta. In fondo il tempio dello Spirito Santo è il cuore dell’uomo.

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