di Nicola Zuccaro - Con l'espulsione via web (ha votato il 92.6% degli iscritti) di Serenella Fucksia, sale a 37 il numero dei parlamentari espulsi dal Movimento 5 Stelle. Un dato di non poco conto, non solo per la tonda cifra raggiunta ma anche
per le ragioni politiche, motivate dal voto espresso dalla senatrice contro la mozione di sfiducia presentata a sfavore di
Maria Elena Boschi, per il presunto conflitto di interessi che la vedrebbe coinvolta assieme a suo padre per le vicende
legate a Banca Etruria, l'Istituto di Credito del quale il genitore della ministra è stato vice presidente. La trentasettesima
espulsione testimonia che il Movimento 5 Stelle, per la presenza dei "bastian contrari", ha perso l'identità contestataria
che aveva contraddistinto i passi iniziali - in quanto espressione dell'anti-politica - tentando di trasformarsi nel tempo in un partito (anche se poco democratico, viste le espulsioni) per la presenza dei pro e dei contro nelle varie questioni parlamentari poste sul tappeto. Ma ragionando dal punto di vista storico-politico e della scienza politica si ha la conferma
che il passaggio dal movimentismo al partitismo per il Movimento dei 5 Stelle resta ancora lungo da fare per la scarsa dimestichezza con i compromessi e le "pressioni " che da sempre contraddistinguono il sistema politico italiano.