A Pneumo City, dove la vita è un dono prezioso

 di Francesco Greco - Gran divulgatore il biologo-nutrizionista pugliese Stefano Spagnulo. Si spende nei centri medici (“Centro Domus Medica” di San Cesario, “Centro Cardiologico “Spirito” di Galatone, Studio Cardiologico “Rollo” di Trepuzzi, dov'è nato), ma dovrebbero affidargli un modulo didattico nelle scuole: forse negli anni futuri le nuove generazioni ne avvertirebbero i benefici. E ce n'è più che mai bisogno oggi che i disordini alimentari, il cibo-spazzatura, gli stili di vita sbagliati indeboliscono le difese immunitarie e predispongono alle patologie più devastanti.
A distanza di un anno (“Pneumo City”, La città polmonare, 2014), con “The Smoke Inside” (Ritorno a Pneumo City), Aldenia edizioni, Firenze, pp. 176, euro 16,00, torna con le sue suggestive metafore sospese fra epica e fantasy, che si diramano su più livelli narrativi correndo separati per poi incrociarsi, ri-separarsi e tornare a intrecciarsi tenendo sempre presente gli equilibri della natura (Geo, la madre-terra), le dinamiche misteriose dell'universo, la psicologia dei soggetti: fascino narrativo accresciuto nella sua efficacia da uno stile piano e leggero, molto intrigante e seducente.

Nella formazione culturale di Spagnulo devono aver avuto molta importanza le filosofie orientali, quelle fondate sulla meditazione e i silenzi, dentro e fuori di sé. Se si dà a questo assunto valore di postulato, allora si entra in un campo denso di energia, che unisce, possiede, anima ogni essere vivente e ogni cosa.

E si capisce meglio il concept, quasi una weltanschauung, che lo scienziato vuole offrirci: la vita è un dono troppo prezioso per poter essere sciupato con comportamenti dissennati dettati da mode o da semplice non conoscenza delle cose. Un dono che si apprezzerebbe di più se sapessimo preservarlo da ogni impurità, ove fossimo coscienti della sua grandezza, complessità, mistero senza fine.
Rieccoci dunque a curiosare nella città di Pneumo City, che dovremmo ben conoscere poiché si tratta di un ritorno fra cellule, batteri (legionelle), demoni, ecc. Come conosciamo bene i “territori umidi” di Calcaria e i suoi inquilini. Nelle loro interfacce, il Bene e il male sono nettamente separati, come deve essere: niente ambiguità che finirebbero col confonderci e perderci, ma l'astuzia del divulgatore ci dice anche che tutto può mutare, trasformarsi sotto il nostro sguardo e la “natura cattiva” nella sua “complessità funzionale” e divenire “buona”.

In questo universo dove “la complessità dell'equilibrio caratterizza la vita umana”, Spagnulo svela di pagina in pagina, sottotraccia, un messaggio subliminale: il recupero del nostro libero arbitrio, la capacità di decidere per la nostra vita, di uscire dal fiume limaccioso della comunicazione velenosa, le mode per le quali siamo solo consumatori di surrogati, i trend spersonalizzanti.
Riuscirà Liam, ansioso di diventare adulto, a resistere all'iniziazione proposta a tutti noi dal demone Blastmork, a “scoprire la bellezza della natura” e a vivere una vita serena e appagante, virtuosa con Sarah, per costruire un mondo migliore?

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