Discorso di fine anno del Presidente Mattarella, al centro: lavoro, giovani e Mezzogiorno


di Pierpaolo De Natale - "L'occupazione è tornata a crescere. Ma questo dato positivo, che pure dà fiducia, l'uscita dalla recessione economica e la ripresa non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante persone e di tante famiglie. Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani". A dirlo è Sergio Mattarella, nel suo primo discorso di fine anno. "Sono giovani che si sono preparati, hanno studiato, posseggono talenti e capacità e vorrebbero contribuire alla crescita del nostro Paese. Ma non possono programmare il proprio futuro con la serenità necessaria", sottolinea il presidente. "Accanto a loro penso a tante persone, quarantenni e cinquantenni, che il lavoro lo hanno perduto, che faticano a trovarne un altro e che vivono con la preoccupazione dell'avvenire della propria famiglia. Penso all'insufficiente occupazione femminile".


Tono informale e colloquiale e parole lontane dal politichese quelle scelte dal Presidente della Repubblica. Il discorso di fine anno è durato circa diciannove minuti ed è stato trasmesso da una location diversa da quella usata dagli ultimi Presidenti. Mattarella, infatti, si è presentato agli Italiani seduto su una poltrona, senza scrivanie fra lui e la telecamera, senza ostacoli fra lui e gli ascoltatori.
Tanti i temi trattati, lavoro, Mezzogiorno e disuguaglianze sociali. "Le diseguaglianze rendono più fragile l'economia e le discriminazioni aumentano le sofferenze di chi è in difficoltà. Come altrove, anche nel nostro Paese i giovani che provengono da alcuni ambienti sociali o da alcune regioni hanno più opportunità: dobbiamo diventare un Paese meno ingessato e con maggiore mobilità sociale", ha affermato Mattarella.
"Questa sera non ripeterò le considerazioni che ho fatto, giorni fa, incontrando gli ambasciatori degli altri Paesi in Italia sulla politica internazionale, e neppure quelle svolte con i rappresentanti delle nostre istituzioni. Stasera vorrei dedicare questi minuti con voi alle principali difficoltà e alle principali speranze della vita di ogni giorno. Il lavoro anzitutto". Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno agli italiani. Un saluto molto cordiale a quanti mi ascoltano e gli auguri migliori, altrettanto cordiali, a tutte le italiane e a tutti gli italiani, in patria e all'estero; e a coloro che si trovano in Italia e che amano il nostro Paese. A tutti un buon 2016", ha concluso il Presidente della Repubblica.

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