Per la Spagna dopo la svolta delle elezioni "è tempo di compromesso storico", ha detto Pablo Iglesias. "E' l'ora degli statisti", ha aggiunto il leader di Podemos, precisando che bisogna aprire un "processo di transizione che porti a un compromesso storico nel nostro paese".
Iglesias ha chiesto una riforma della costituzione su 5 punti: legge elettorale proporzionale, 'blindare' i diritti sociali, garantire il 'diritto di decidere' e un referendum sulla indipendenza della Catalogna, l'indipendenza della giustizia, e la fine delle 'porte giratorie' fra politica e grandi imprese. Il leader dei post-indignados, che hanno fatto irruzione in parlamento ieri con 69 seggi su 350 diventando la terza forza politica del paese dopo Pp e Psoe, ha detto che Podemos si opporrà a un possibile governo guidato dal premier uscente Mariano Rajoy. Iglesias ha accusato dirigenti del Psoe di voler consentire a Rajoy di restare al potere. Il leader dei 'viola' ha sottolineato che il Psoe ha perso sei milioni di voti rispetto al suo migliore risultato, nel 2008 con José Luis Zapatero, e che il Pp ha registrato il peggiore risultato dal 1989. Iglesias ha anche affermato che Podemos è pronto ad affrontare elezioni anticipate se la situazione politica rimarrà bloccata. "Se si torna a votare, ha affermato, possiamo essere molto ottimisti".
Rajoy ha affermato in serata che tenterà di formare un "governo stabile", aggiungendo che "inizia una tappa non facile": "sarà necessario parlare molto e raggiungere accordi". Anche Sanchez ha riconosciuto che spetta ora al leader Pp tentare di formare il nuovo governo e si è congratulato con lui.
Il risultato di queste elezioni 'storiche', che pongono fine al bipartitismo che ha governato il paese dalla fine della dittatura di Franco, ma anche alla sua leggendaria stabilità politica, proiettano la Spagna in scenari 'all'italiana'. Il risultato in seggi, se confermato, rischia di complicare la governabilità del paese.
Iglesias ha chiesto una riforma della costituzione su 5 punti: legge elettorale proporzionale, 'blindare' i diritti sociali, garantire il 'diritto di decidere' e un referendum sulla indipendenza della Catalogna, l'indipendenza della giustizia, e la fine delle 'porte giratorie' fra politica e grandi imprese. Il leader dei post-indignados, che hanno fatto irruzione in parlamento ieri con 69 seggi su 350 diventando la terza forza politica del paese dopo Pp e Psoe, ha detto che Podemos si opporrà a un possibile governo guidato dal premier uscente Mariano Rajoy. Iglesias ha accusato dirigenti del Psoe di voler consentire a Rajoy di restare al potere. Il leader dei 'viola' ha sottolineato che il Psoe ha perso sei milioni di voti rispetto al suo migliore risultato, nel 2008 con José Luis Zapatero, e che il Pp ha registrato il peggiore risultato dal 1989. Iglesias ha anche affermato che Podemos è pronto ad affrontare elezioni anticipate se la situazione politica rimarrà bloccata. "Se si torna a votare, ha affermato, possiamo essere molto ottimisti".
Rajoy ha affermato in serata che tenterà di formare un "governo stabile", aggiungendo che "inizia una tappa non facile": "sarà necessario parlare molto e raggiungere accordi". Anche Sanchez ha riconosciuto che spetta ora al leader Pp tentare di formare il nuovo governo e si è congratulato con lui.