Guerra all’effetto serra: mozione unitaria del Consiglio per la Conferenza di Parigi

BARI - L’Italia prenda la testa del movimento mondiale contro il cambiamento climatico nella Conferenza di Parigi, proponendo di elevare al 50% entro il 2030 la riduzione delle emissioni di gas che provocano l'effetto serra (l’obiettivo europeo sui valori del 1990si ferma al 40%). È uno dei contenuti più incisivi della mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Puglia, con le firme del presidente Mario Loizzo e di tutti i capigruppo consiliari.

Il testo del documento è comune a quello adottato dagli altri Consigli regionali e concordato col WWF nazionale, in vista dell’incontro dei Paesi del mondo nella capitale francese: “un appuntamento decisivo per l’ambiente, la salute del pianeta e il futuro delle donne e uomini in tutti i continenti”, commenta il presidente Loizzo. Abbiamo, fa notare, “il dovere di scongiurare che l’incremento medio delle temperature riscaldi la Terra da qui al 2100 rendendo impossibili le condizioni di vita di chi ci seguirà”.

La comunità scientifica internazionale ha denunciato che un aumento oltre i 2 gradi della temperatura globale, rispetto all'era preindustriale, rappresenta una minaccia gravissima per l’ecosistema mondiale e la civiltà umana. La concentrazione di gas serra in atmosfera, in particolare di biossido di carbonio (C02), è schizzata vertiginosamente negli ultimi 200 anni, raggiungendo le 400 parti per milione: un livello che non si verificava da almeno 800 mila anni.

La Puglia, con le altre Regioni italiane, vuole assumere “un ruolo propulsivo nei confronti del Governo centrale e di avanguardia rispetto alle scelte energetiche e al contrasto dei cambiamenti climatici”, si legge nel documento adottato. Da qui la richiesta all’esecutivo nazionale di prendere l’iniziativa a Parigi. Nello stesso tempo, c’è l’impegna a inserire nella programmazione energetica regionale misure di riduzione progressiva delle emissioni di C02, “fino all'azzeramento dell'uso di combustibili fossili, a partire dallo stop agli impianti più inquinanti”.

L'economia del futuro, sostengono i Consigli regionali e il WWF, dovrà adottare nuove strategie integrate in campo energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulle energie rinnovabili, il risparmio e l'efficienza energetica nell’edilizia, la sostenibilità nelle politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti.

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