BARI - Il Dott. Ernesto Mola con gli altri componenti del Comitato per lo Sviluppo di Frigole del Litorale Leccese (CUFRILL) e lo staff dell’Assessorato alle Politiche Ambientali del Comune invita la cittadinanza in Piazza Sant’Oronzo nel pomeriggio di venerdì 4 dicembre presso il gazebo informativo allestito nei pressi dell’ovale della piazza con lo scopo di presentare e promuovere il paesaggio, la cultura, la storia dell’agro di Frigole e del litorale leccese.
"Vogliamo valorizzare i luoghi, i percorsi paesaggistici, le attività agricole che vi si svolgono e far conoscere ai cittadini leccesi le potenzialità di sviluppo produttivo e turistico del territorio - dichiara Ernesto Mola - Abbiamo allestito un vero e proprio percorso museale per illustrare la storia dei luoghi ed in particolare delle bonifiche succedutesi dalla fine dell’800 al secondo dopoguerra. Attraverso un itinerario tra totem e poster, il visitatore potrà scoprire una storia affascinante, che fece dell’agro di Lecce un modello di sviluppo agricolo. Le basi storiografiche sono tratte dal libro di Antonio Passerini “Una comunità dalle molte radici. La nascita dei borghi Frigole, Piave e Grappa sul litorale di Lecce”.
Già il proprietario di queste terre, Federico Libertini, tra il 1870 e il 1890, avviò i primi interventi di bonifica impiegando risorse economiche ingenti, oltre alle sue energie umane, e formando il primo nucleo dell’attuale borgata, intorno alla masseria. La bonifica fu poi ripresa agli inizi del ‘900 e, sotto l’impulso di Antonio Sansone, fece diventare Frigole negli anni ’30 un modello di trasformazione sociale e di modernità per l’intera nazione italiana. Sfruttamento dei suoli sottratti alle paludi, impianto di colture innovative, vivai di piante pregiate, allevamento di razze particolari di bestiame e acquacoltura nel lago di Acquatina, moderne macchine agricole, forme più vantaggiose di mezzadria, attirarono molti contadini verso un territorio diventato ormai appetibile.
Le definitive opere di bonifica dell’Opera Combattenti e gli ulteriori interventi di suddivisioni e assegnazioni poderali introdotti dall’Ente Riforma negli anni Cinquanta, portano all’attuale assetto del territorio, con i nuovi agglomerati di Borgo Piave e Borgo Montegrappa.
L’iniziativa fa parte dell’istituzione dell’Ecomuseo delle Bonifiche per il quale il Comitato ha chiesto il riconoscimento alla Regione sulla base della legge 6 luglio 2011 n.15.
"Vogliamo valorizzare i luoghi, i percorsi paesaggistici, le attività agricole che vi si svolgono e far conoscere ai cittadini leccesi le potenzialità di sviluppo produttivo e turistico del territorio - dichiara Ernesto Mola - Abbiamo allestito un vero e proprio percorso museale per illustrare la storia dei luoghi ed in particolare delle bonifiche succedutesi dalla fine dell’800 al secondo dopoguerra. Attraverso un itinerario tra totem e poster, il visitatore potrà scoprire una storia affascinante, che fece dell’agro di Lecce un modello di sviluppo agricolo. Le basi storiografiche sono tratte dal libro di Antonio Passerini “Una comunità dalle molte radici. La nascita dei borghi Frigole, Piave e Grappa sul litorale di Lecce”.
Già il proprietario di queste terre, Federico Libertini, tra il 1870 e il 1890, avviò i primi interventi di bonifica impiegando risorse economiche ingenti, oltre alle sue energie umane, e formando il primo nucleo dell’attuale borgata, intorno alla masseria. La bonifica fu poi ripresa agli inizi del ‘900 e, sotto l’impulso di Antonio Sansone, fece diventare Frigole negli anni ’30 un modello di trasformazione sociale e di modernità per l’intera nazione italiana. Sfruttamento dei suoli sottratti alle paludi, impianto di colture innovative, vivai di piante pregiate, allevamento di razze particolari di bestiame e acquacoltura nel lago di Acquatina, moderne macchine agricole, forme più vantaggiose di mezzadria, attirarono molti contadini verso un territorio diventato ormai appetibile.
Le definitive opere di bonifica dell’Opera Combattenti e gli ulteriori interventi di suddivisioni e assegnazioni poderali introdotti dall’Ente Riforma negli anni Cinquanta, portano all’attuale assetto del territorio, con i nuovi agglomerati di Borgo Piave e Borgo Montegrappa.
L’iniziativa fa parte dell’istituzione dell’Ecomuseo delle Bonifiche per il quale il Comitato ha chiesto il riconoscimento alla Regione sulla base della legge 6 luglio 2011 n.15.