Questa mattina il sindaco di Bari Antonio Decaro è intervenuto, in qualità di vice presidente dell’Anci, all’evento “Il PON Sicurezza si racconta, il PON Legalità si presenta”, organizzato dal Ministero dell’Interno nel Teatro Petruzzelli di Bari, alla presenza del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico.
Di seguito uno stralcio dell’intervento del sindaco Decaro:
“In qualità di vicepresidente dell’ANCI nazionale e a nome del presidente Fassino, desidero rivolgere un caloroso benvenuto a tutti voi: alle autorità presenti, ai prefetti, ai relatori della tavola rotonda, ai dirigenti scolastici intervenuti, ai rappresentanti economici e sociali dei territori coinvolti dal PON SCUREZZA ma soprattutto agli oltre mille studenti liceali che riempiono i palchi di questo teatro.
Lo faccio con particolare piacere, nella mia duplice veste di sindaco di Bari e della sua Città Metropolitana, ospitandovi nel Petruzzelli, che per noi baresi rappresenta, al contempo, uno straordinario esempio di architettura e di intraprendenza della città e il simbolo di un nuovo rinascimento urbano, reso possibile da un formidabile intervento di recupero di un contenitore culturale, sottratto per ben 18 anni alla fruizione collettiva da un incendio doloso.
Una vicenda, quella del Petruzzelli, che sintetizza lo spirito e la tenacia della nostra città e di tante altre città d’Italia che come Bari, di fronte ad eventi criminosi e ispirati alla logica della violenza, della sopraffazione e dell’intimidazione, hanno sempre opposto fermezza, determinazione, volontà, intraprendenza e senso di responsabilità istituzionale.
Le stesse qualità che questa città esprime con forza da ormai diversi anni in una tensione permanente verso i valori della legalità, della giustizia e della bellezza.
Giustizia e bellezza sono i pilastri portanti della nostra civiltà.
Valori indivisibili nella Grecia antica così come nel Rinascimento cinquecentesco. Principi ispiratori della morale e di un’etica pubblica fondata sulla valorizzazione dei beni comuni.
Combattere la nostra quotidiana battaglia contro le mafie significa non solo misurare l’efficacia dei dispositivi d’ordine e della repressione ma, soprattutto, costruire una solida cultura dei legami e dell’educazione alla bellezza.
Perché la criminalità si alimenta di marginalità, individualismo, disoccupazione, precarietà di contesti urbani che – se abbandonati a se stessi - rischiano di trasformarsi in veri e propri laboratori di esclusione sociale e di devianza.
In quest’ottica, da sindaco di una grande città del Sud, considero ogni nostro gesto amministrativo come una risposta concreta alla criminalità: la riqualificazione di una periferia, l’attivazione di un Job Centre, l’apertura di una biblioteca di quartiere.
Sono i gesti concreti che legittimano la cultura di una città e riempiono di contenuti quel patto di cittadinanza tra istituzioni e forze sociali che agiscono quotidianamente per difendere e promuovere una nuova cultura dell’inclusione e della legalità urbana.
Il dialogo tra enti locali e istituzioni di Pubblica Sicurezza, che noi a Bari sperimentiamo quotidianamente all’interno del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica (grazie allo spirito collaborativo del nostro prefetto, del questore e dei vertici delle forze dell’ordine, che ringrazio pubblicamente), è ormai un’evidenza irrinunciabile per un progetto coerente e unitario di prevenzione e controllo del territorio, anche in vista della prossima attuazione dei progetti finanziati dai fondi europei 2014-2020.
È di questi giorni il Disegno di Legge sulla Sicurezza Integrata, fortemente sostenuto dall’ANCI, che promuove proprio il coordinamento tra amministratori locali e prefetture, attraverso una modifica al TUEL.
Non si tratta di rivendicare il ruolo di “sindaci sceriffi”, bensì di esercitare un legittimo diritto-dovere a supportare e integrare le competenze delle forze dell’ordine, della magistratura e degli organi della prefettura nel disegnare interventi più efficaci a tutela della cittadinanza e dei luoghi pubblici, rafforzando i presidi attivi su scala urbana e coadiuvando le politiche di welfare municipale e di rigenerazione urbana con gli obiettivi di controllo del territorio.
Maggiore condivisione delle informazioni tra le istituzioni a scala territoriale, intermodalità tra le forze dell’ordine e i corpi municipali, co-progettazione tra Stato ed enti locali nel disegno di interventi congiunti a valere sulla prossima programmazione 2014-2020 (es. riutilizzo dei beni confiscati, misure antiracket, riqualificazione periferie), sono gli auspici prioritari che l’ANCI consegna al Ministero e all’autorità di gestione del PON Legalità come contributo degli enti locali sul tema della sicurezza.
Perché se, come ha ricordato il Presidente Mattarella nel suo intervento all’assemblea nazionale dell’ANCI, i “Comuni sono la frontiera istituzionale più esposta verso la quotidianità concreta, verso chi guarda al domani con forti aspettative e verso chi vive con grande sofferenza il disagio dell’oggi”, bisogna attribuire ai sindaci gli strumenti normativi tipici di chi troppe volte deve lavorare di rammendo, deve intervenire come pronto soccorso, deve decidere in fretta e senza le risorse sufficienti.
In questo contesto abbiamo tutti apprezzato le intenzioni del Governo all’indomani dei fatti tragici di Parigi. L’Italia e le nostre città non devono arrendersi al cinismo della violenza, dietro qualsiasi bandiera essa si nasconda, ma devono contrapporre la forza del senso civico e della bellezza. Partendo da questi presupposti vogliamo convincere l’Europa che sicurezza e legalità devono camminare insieme a educazione e cultura.
Solo così potremo dire di aver realmente investito nel futuro delle nuove generazioni e nella sicurezza dei territori”.
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