di Luigi Laguaragnella - L’attesa per l’inizio del Giubileo della Misericordia è tutta rivolta alle questioni organizzative, sulla sicurezza, sui trasporti, sui servizi, dato che lo sfondo in questi mesi, è di una capitale, in piena emergenza per la vicenda paradossale del suo sindaco Marino. Molti lavori sono terminati in vista dell’apertura dell’anno giubilare con molta velocità, dato il ritardo dell’apertura dei cantieri: i sampietrini di via dei Fori Imperiali e di via Nazionale, per esempio, sono stati ricoperti dall’asfalto; inoltre c’è da considerare la consueta metro C a mezzo servizio e non sono mancati dei guasti alla line B.
Poi, l’attesa per il Giubileo è concentrata anche sulla sicurezza poiché l’allarme terrorismo, dopo gli attentati di Parigi sta incutendo ansia e timore. Oltre ai controlli delle forze dell’ordine (per l’evento del Giubileo a Roma sono previsto circa 2300 militari) che nelle ultime settimane si sono incrementati, le strade di Roma, soprattutto di sera, sono spesso deserte e svuotate, in un’atmosfera strana per una città sempre colma di gente e di turisti.
Forse anche lo stile sobrio che papa Francesco vuole lanciare con questo Giubileo straordinario, tende a mascherare l’ansia ed eventuali per un evento grandioso e di portata universale poiché centro di tutto non sarà soltanto il Vaticano; l’apertura delle altre Porte Sante (San Giovanni Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore) nelle prossime settimane indurrebbe ad un “rilassamento” della macchina organizzativa.
Sobrietà del Giubileo che, probabilmente, ha portato ad un’inaspettata riduzione di presenze di turisti e pellegrini a Roma in questo periodo: oltre agli ipotetici timori legati alla sicurezza (dato che più volte i mezzi di informazione accentuano il Vaticano come possibile bersaglio dell’Isis), ci sarebbe anche l’impostazione giubilare imposta dal Papa con le Porte Sante che saranno aperte in ogni diocesi e santuario.
Resta il fatto che con l’apertura della Porta Santa a San Pietro, l’8 dicembre Roma sarà bloccata: divieto di trasporto del carburante, gpl e metano, divieto di trasporti dei fuochi pirotecnici, divieto delle riprese cinematografiche che comportino l'utilizzo di armi ad uso scenico e di mezzi ed equipaggiamenti fac-simili a quelli in uso alle Forze di polizia e alle Forze Armate, divieto di volo per droni e aerei sulla città. Trenta metal detector saranno sparsi per piazza San Pietro.
All’opposto di questi obbligati divieti c’è l’entusiasmo di papa Francesco che ha voluto questo Giubileo della Misericordia rompendo ogni schema cronologico e, si può dire, mettendo in secondo piano le vicissitudini della curia romana. Il Giubileo, invece, giunge al momento giusto. Perché aspettare il “venticinquesimo anno” per il Giubileo? Papa Francesco ha letto la necessità di tutti, uomini e donne, vicini e lontani dalla Chiesa di esaltare la grandezza di Dio davanti ad un “cuore misero”. E’ l’occasione per tutti per varcare la soglia lasciandosi alle spalle le mancanze, il peccato, gli scandali. Esalta la Misericordia: vuol dire guardare al Dio che ama e non all’uomo che giudica, pensare a Dio come Colui che ama sempre e non all’uomo che Lo guarda come Giudice.
E’ un Giubileo che ricorda la data di conclusione del Concilio Vaticano II che ha rinnovato la Chiesa. Di quel Concilio si stanno traendo i frutti e da quel Concilio è necessario ripartire per ritrovare speranza.
E’ un Giubileo che guarda più i contenuti e non il rispetto delle ricorrenze classiche: invita a vivere con spirito da pellegrino umile e desideroso di cambiamento. Ampio spazio sarà dato al sacramento della Riconciliazione, così tanto messo in ombra, quasi a evidenziare, invece, la paura dell’uomo a confrontarsi con sé stesso. Quattro chiese, nei pressi di San Pietro, saranno sempre per l’Adorazione e la Confessione. Il Pontefice ha permesso, addirittura, la remissione per il peccato d’aborto.
Poi i vari momenti che si susseguiranno nel corso dell’anno con le opere di Misericordia e l’arrivo a Roma di importanti reliquie (padre Pio per esempio)condurranno il pellegrino a riscoprire proprio la Misericordia che è la prima caratteristica di Dio eppure se ne dimentica. Il papa, con le Porte Sante aperte in ogni diocesi dà la possibilità a tutti di poter mettersi “in cammino”, anche coloro i quali non possono raggiungere la capitale. Tutto sta a voler intraprendere questo percorso. La misericordia è un dono Dio che si rivela e comporta necessariamente un cammino soprattutto per l’orgoglio umano che viene sempre fuori.
Ai pellegrini è consigliato scendere alla stazione Termini e continuare il percorso verso la Porta Santa in autobus o a piedi in pieno stile di “pellegrinaggio”. Sono molti, infatti, i percorsi. Prima, però, è necessario iscriversi e prenotarsi al sito www.im.va . Sarà possibile ritirare il pass al centro accoglienza pellegrini in via della Conciliazione 7.
L’8 dicembre i pellegrini potranno entrare a San Pietro già dalle 6.30. Si attendo tra le 50 e 100 mila presenze. Oltre alla celebrazione d’apertura con la lettura di alcuni passi dei documenti del Concilio Vaticano II e l’Angelus a termine giornata sulla facciata della basilica ci sarà uno spettacolo di luci dal titolo: “Fiat Lux”.
Poi, l’attesa per il Giubileo è concentrata anche sulla sicurezza poiché l’allarme terrorismo, dopo gli attentati di Parigi sta incutendo ansia e timore. Oltre ai controlli delle forze dell’ordine (per l’evento del Giubileo a Roma sono previsto circa 2300 militari) che nelle ultime settimane si sono incrementati, le strade di Roma, soprattutto di sera, sono spesso deserte e svuotate, in un’atmosfera strana per una città sempre colma di gente e di turisti.
Forse anche lo stile sobrio che papa Francesco vuole lanciare con questo Giubileo straordinario, tende a mascherare l’ansia ed eventuali per un evento grandioso e di portata universale poiché centro di tutto non sarà soltanto il Vaticano; l’apertura delle altre Porte Sante (San Giovanni Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore) nelle prossime settimane indurrebbe ad un “rilassamento” della macchina organizzativa.
Sobrietà del Giubileo che, probabilmente, ha portato ad un’inaspettata riduzione di presenze di turisti e pellegrini a Roma in questo periodo: oltre agli ipotetici timori legati alla sicurezza (dato che più volte i mezzi di informazione accentuano il Vaticano come possibile bersaglio dell’Isis), ci sarebbe anche l’impostazione giubilare imposta dal Papa con le Porte Sante che saranno aperte in ogni diocesi e santuario.
Resta il fatto che con l’apertura della Porta Santa a San Pietro, l’8 dicembre Roma sarà bloccata: divieto di trasporto del carburante, gpl e metano, divieto di trasporti dei fuochi pirotecnici, divieto delle riprese cinematografiche che comportino l'utilizzo di armi ad uso scenico e di mezzi ed equipaggiamenti fac-simili a quelli in uso alle Forze di polizia e alle Forze Armate, divieto di volo per droni e aerei sulla città. Trenta metal detector saranno sparsi per piazza San Pietro.
All’opposto di questi obbligati divieti c’è l’entusiasmo di papa Francesco che ha voluto questo Giubileo della Misericordia rompendo ogni schema cronologico e, si può dire, mettendo in secondo piano le vicissitudini della curia romana. Il Giubileo, invece, giunge al momento giusto. Perché aspettare il “venticinquesimo anno” per il Giubileo? Papa Francesco ha letto la necessità di tutti, uomini e donne, vicini e lontani dalla Chiesa di esaltare la grandezza di Dio davanti ad un “cuore misero”. E’ l’occasione per tutti per varcare la soglia lasciandosi alle spalle le mancanze, il peccato, gli scandali. Esalta la Misericordia: vuol dire guardare al Dio che ama e non all’uomo che giudica, pensare a Dio come Colui che ama sempre e non all’uomo che Lo guarda come Giudice.
E’ un Giubileo che ricorda la data di conclusione del Concilio Vaticano II che ha rinnovato la Chiesa. Di quel Concilio si stanno traendo i frutti e da quel Concilio è necessario ripartire per ritrovare speranza.
E’ un Giubileo che guarda più i contenuti e non il rispetto delle ricorrenze classiche: invita a vivere con spirito da pellegrino umile e desideroso di cambiamento. Ampio spazio sarà dato al sacramento della Riconciliazione, così tanto messo in ombra, quasi a evidenziare, invece, la paura dell’uomo a confrontarsi con sé stesso. Quattro chiese, nei pressi di San Pietro, saranno sempre per l’Adorazione e la Confessione. Il Pontefice ha permesso, addirittura, la remissione per il peccato d’aborto.
Poi i vari momenti che si susseguiranno nel corso dell’anno con le opere di Misericordia e l’arrivo a Roma di importanti reliquie (padre Pio per esempio)condurranno il pellegrino a riscoprire proprio la Misericordia che è la prima caratteristica di Dio eppure se ne dimentica. Il papa, con le Porte Sante aperte in ogni diocesi dà la possibilità a tutti di poter mettersi “in cammino”, anche coloro i quali non possono raggiungere la capitale. Tutto sta a voler intraprendere questo percorso. La misericordia è un dono Dio che si rivela e comporta necessariamente un cammino soprattutto per l’orgoglio umano che viene sempre fuori.
Ai pellegrini è consigliato scendere alla stazione Termini e continuare il percorso verso la Porta Santa in autobus o a piedi in pieno stile di “pellegrinaggio”. Sono molti, infatti, i percorsi. Prima, però, è necessario iscriversi e prenotarsi al sito www.im.va . Sarà possibile ritirare il pass al centro accoglienza pellegrini in via della Conciliazione 7.
L’8 dicembre i pellegrini potranno entrare a San Pietro già dalle 6.30. Si attendo tra le 50 e 100 mila presenze. Oltre alla celebrazione d’apertura con la lettura di alcuni passi dei documenti del Concilio Vaticano II e l’Angelus a termine giornata sulla facciata della basilica ci sarà uno spettacolo di luci dal titolo: “Fiat Lux”.