Leopolda, Renzi: “non speculare sui morti”

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi conclude la tre giorni della Leopolda parlando alla platea e rivendicando i successi del suo governo e della sua segreteria.

"Quelli che ci chiedevano di mettere le bandiere se ne sono andati dal Pd. Noi siamo qui. Noi restiamo nel Pd e la bandiera l'abbiamo tatuata nel cuore e concepiamo questo spazio come uno spazio di libertà", ha aggiunto. "L'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica - ha rivendicato Renzi - è stato un nuovo inizio per l'Italia".

Da qui -ha detto Renzi - abbiamo rovesciato il sistema politicopiù gerontocratico d'Europa partendo da qui e abbiamo dato stabilità al Paese che aveva la minore stabilità del nostro continente. Abbiamo orgogliosamente portato il Pd a essere il partito politico più votato in Europa e non ci avrebbe scommesso nessuno. Neanche io". Renzi dal palco ha ricordato come tutto nacque da un'intervista "di rabbia, di frustrazione, in cui venne fuori la parola 'Rottamazione' che è diventata un progetto politico che ha appassionato migliaia di persone che hanno scelto di riappropriasi della propria cittadinanza. Abbiamo messo 150 milioni in legge di stabilità sulla terra dei fuochi - ha raccontato Rezni - e ho sfidato De Luca: 'se non sei personaggetto questa la risolvi...'.

"Sulle tasse abbiamo fatto un'operazione talmente straordinaria da rasentare l'ambizione". Matteo Renzi richiama l'operazione che il Governo sta facendo sul fisco: "Stiamo buttando giù le tasse, è la prima volta che accade". "Ci avevano detto che gli 80 euro erano una mancia elettorale, erano quelli che erano pieni di soldi. Quando le famiglie hanno visto che restavano hanno iniziato a spenderli e i consumi per la prima volta sono tornati a crescere. Io sono certo che - ha continuato - che noi non abbiamo bisogno di misure elettorali o di mancette perché se si votasse oggi noi vinceremmo con percentuali superiori a quelle delle europee".

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