di Adriana De Serio - Il tripudio di consensi che ha delineato il percorso storico delle rappresentazioni teatrali dell’opera “L’Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti è approdato al Teatro Petruzzelli di Bari, per input della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Melodramma giocoso in due atti, su libretto di Felice Romani (tratto dal testo “Le philtre” di Eugène Scribe), rappresentato per la prima volta nel 1832 a Milano, Teatro della Cannobiana, “L’Elisir d’amore” è stato interpretato a Bari da un cast di artisti in prevalenza pugliesi, quali il direttore d’orchestra Giuseppe La Malfa, il regista Michele Mirabella, il tenore Aldo Caputo (Nemorino), il bassbariton Domenico Colaianni (dottor Dulcamara).
Vi si affiancavano i soprani Maria Grazia Schiavo (Adina) e Marta Calcaterra (Giannetta), il baritono Bruno Taddia (Belcore), elegantemente supportati dalla sempre magistrale Orchestra del Teatro Petruzzelli e dal Coro ottimamente preparato da Franco Sebastiani. Raffinati i disegni delle luci (di Franco Angelo Ferrari), e di scene e costumi, mirabilmente realizzati da Alida Cappellini e Giovanni Licheri anche per la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari.
La ricezione critica e popolare dell’opera, influenzata in modo significativo dalla celebre romanza di Nemorino “Una furtiva lagrima” (atto II), ha goduto, nella confezione scenica del Petruzzelli, di una regia di particolare pregio, che esaltava il racconto collettivo dei confini identitari, definenti una selezione di emozionanti scatti fotografici. Pur ambientata nei Paesi Baschi, nel secolo XVIII, l’azione drammaturgica, attraverso la colta regia di Mirabella, è stata permeata di profumi, suoni e colori dei nostri territori, in un racconto eterno e mutevole, antico e contemporaneo, descritto attraverso la sincerità degli occhi che lo hanno letto fotografandolo, visitatori e cittadini di una terra meravigliosa.
In tale contesto, i personaggi si prodigano ad espandere le proprie doti vocali plasmati da una regia che li e le trasfigura, attribuendone un’encomiabile valenza artistica. L’incisivo impatto di scene e costumi, incluso il carro esilarante di Dulcamara, ha contribuito a far librare l’opera in una dimensione di comicità e ludica levità, che ha convinto e soddisfatto le attese del pubblico. Il Teatro Petruzzelli persegue così il meritorio progetto di valorizzare talenti pugliesi, che si auspica siano sempre protagonisti delle opere anche nel cartellone concertistico del 2016.
Vi si affiancavano i soprani Maria Grazia Schiavo (Adina) e Marta Calcaterra (Giannetta), il baritono Bruno Taddia (Belcore), elegantemente supportati dalla sempre magistrale Orchestra del Teatro Petruzzelli e dal Coro ottimamente preparato da Franco Sebastiani. Raffinati i disegni delle luci (di Franco Angelo Ferrari), e di scene e costumi, mirabilmente realizzati da Alida Cappellini e Giovanni Licheri anche per la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari.
La ricezione critica e popolare dell’opera, influenzata in modo significativo dalla celebre romanza di Nemorino “Una furtiva lagrima” (atto II), ha goduto, nella confezione scenica del Petruzzelli, di una regia di particolare pregio, che esaltava il racconto collettivo dei confini identitari, definenti una selezione di emozionanti scatti fotografici. Pur ambientata nei Paesi Baschi, nel secolo XVIII, l’azione drammaturgica, attraverso la colta regia di Mirabella, è stata permeata di profumi, suoni e colori dei nostri territori, in un racconto eterno e mutevole, antico e contemporaneo, descritto attraverso la sincerità degli occhi che lo hanno letto fotografandolo, visitatori e cittadini di una terra meravigliosa.
In tale contesto, i personaggi si prodigano ad espandere le proprie doti vocali plasmati da una regia che li e le trasfigura, attribuendone un’encomiabile valenza artistica. L’incisivo impatto di scene e costumi, incluso il carro esilarante di Dulcamara, ha contribuito a far librare l’opera in una dimensione di comicità e ludica levità, che ha convinto e soddisfatto le attese del pubblico. Il Teatro Petruzzelli persegue così il meritorio progetto di valorizzare talenti pugliesi, che si auspica siano sempre protagonisti delle opere anche nel cartellone concertistico del 2016.