BARI - “Le strutture oggi revocate ma autorizzate e operative da anni per la prescrizione del farmaco biologico, hanno sempre operato nella illegalità essendo sforniti, tra le altre, anche del kit di pronto soccorso o di servizio prossimale del 118, mettendo a rischio la salute stessa del paziente, con la connivenza degli organi decisori e controllori - questo il commento dei consiglieri regionali M5S Marco Galante e Mario Conca dopo la notizia della sospensione, da parte dei NAS di Taranto, di 10 centri di cura preposti alla cura di pazienti con patologia reumatica, a causa della mancanza dei requisiti minimi di legge organizzativi, strutturali e tecnologici per poter avviare l’attività. “Ancora una volta - proseguono i cinquestelle - si è resa necessaria l’attività della Magistratura per ottenere chiarezza nei servizi sanitari regionali”
Un provvedimento preso dei Carabinieri del gruppo NAS di Taranto su delega del sostituto procuratore di Brindisi In Puglia, a seguito dell’indagine partita dall’ esposto presentato da un’associazione di malati pugilesi.
“La cosa grave che si evince dal comunicato diffuso dalla Procura di Brindisi - incalzano i pentastellati - è che il tavolo tecnico ha omesso la preliminare verifica dei requisiti minimi previsti dalla delibera di giunta, D.G.R. 255/09, in cui vengono elencati i requisiti minimi di attivazione che un centro Hub deve possedere per essere inserito in rete e si afferma che il tavolo tecnico ha in modo preliminare effettuato la ricognizione sui centri prima di inserirli in rete.”
La rete regionale reumatologica appena varata è stata oggetto da subito di contestazioni e critiche fra malati e professionisti e nonostante le integrazioni, permangono a tutt’oggi anomalie congenite e strutturali nella organizzazione dei servizi stessi che non tengono conto del bisogno reale della popolazione.
“Chiediamo ad Emiliano la immediata messa a norma dei centri revocati - concludono Conca e Galante - affinchè la popolazione possa trovare urgente ristoro alle ingiustizie perpetuate dagli uffici regionali in considerazione del fatto che l’intervento della procura di Brindisi ha dimostrato la superficialità adottata nella stesura degli atti. Ci chiediamo per quanto tempo ancora la popolazione pugliese dovrà subire la malagestione della cosa pubblica e quanto tempo dovrà passare ancora prima che le famiglie dei piccoli pazienti possano ottenere cure prossimali.”
Un provvedimento preso dei Carabinieri del gruppo NAS di Taranto su delega del sostituto procuratore di Brindisi In Puglia, a seguito dell’indagine partita dall’ esposto presentato da un’associazione di malati pugilesi.
“La cosa grave che si evince dal comunicato diffuso dalla Procura di Brindisi - incalzano i pentastellati - è che il tavolo tecnico ha omesso la preliminare verifica dei requisiti minimi previsti dalla delibera di giunta, D.G.R. 255/09, in cui vengono elencati i requisiti minimi di attivazione che un centro Hub deve possedere per essere inserito in rete e si afferma che il tavolo tecnico ha in modo preliminare effettuato la ricognizione sui centri prima di inserirli in rete.”
La rete regionale reumatologica appena varata è stata oggetto da subito di contestazioni e critiche fra malati e professionisti e nonostante le integrazioni, permangono a tutt’oggi anomalie congenite e strutturali nella organizzazione dei servizi stessi che non tengono conto del bisogno reale della popolazione.
“Chiediamo ad Emiliano la immediata messa a norma dei centri revocati - concludono Conca e Galante - affinchè la popolazione possa trovare urgente ristoro alle ingiustizie perpetuate dagli uffici regionali in considerazione del fatto che l’intervento della procura di Brindisi ha dimostrato la superficialità adottata nella stesura degli atti. Ci chiediamo per quanto tempo ancora la popolazione pugliese dovrà subire la malagestione della cosa pubblica e quanto tempo dovrà passare ancora prima che le famiglie dei piccoli pazienti possano ottenere cure prossimali.”