TRANI - Inflitte condanne comprese fra due e cinque anni e mezzo di reclusione dal collegio giudicante (presidente Giulia Pavese) della prima sezione penale del Tribunale di Trani nei confronti di 15 imputati -14 persone fisiche e una società-nel processo per il crollo di una palazzina, avvenuto in via Roma,a Barletta, il 3 ottobre 2011, in cui morirono 5 persone. Nel crollo persero la vita 4 operai di un opificio, che lavoravano in nero per pochi euro all'ora, e la figlia 14enne dei datori di lavoro.
"La giustizia deve essere sempre davanti a tutto". Così il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, ha commentato la sentenza. "Per questo - ha aggiunto il primo cittadino - il comune di Barletta si è costituito parte civile rappresentando, nel processo, la coscienza civile della comunità cittadina nel percorso giudiziario segnato dalla memoria della ferita inferta dal crollo nel corpo vivo della città". Il sindaco ha voluto anche soffermarsi sulla circostanza per cui se da una parte il Comune è parte lesa, dall'altra alcuni suoi dipendenti compaiono fra gli imputati del processo.
"L'accertamento della verità - ha detto in proposito - non può confliggere né con la presunzione di innocenza per gli imputati, compresi i dipendenti del Comune, né con le conseguenti responsabilità amministrative".
"Continuiamo, dunque, a riconoscerci nel dovere morale di concertare tra parti lese e parti civili - ha concluso - un percorso che conduca all'affermazione della giustizia in ogni grado di giudizio, rafforzando così l'impegno della collettività e delle sue istituzioni per la prevenzione, la sicurezza e il rispetto della vita umana".
"La giustizia deve essere sempre davanti a tutto". Così il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, ha commentato la sentenza. "Per questo - ha aggiunto il primo cittadino - il comune di Barletta si è costituito parte civile rappresentando, nel processo, la coscienza civile della comunità cittadina nel percorso giudiziario segnato dalla memoria della ferita inferta dal crollo nel corpo vivo della città". Il sindaco ha voluto anche soffermarsi sulla circostanza per cui se da una parte il Comune è parte lesa, dall'altra alcuni suoi dipendenti compaiono fra gli imputati del processo.
"L'accertamento della verità - ha detto in proposito - non può confliggere né con la presunzione di innocenza per gli imputati, compresi i dipendenti del Comune, né con le conseguenti responsabilità amministrative".
"Continuiamo, dunque, a riconoscerci nel dovere morale di concertare tra parti lese e parti civili - ha concluso - un percorso che conduca all'affermazione della giustizia in ogni grado di giudizio, rafforzando così l'impegno della collettività e delle sue istituzioni per la prevenzione, la sicurezza e il rispetto della vita umana".