Vittoria e sorpasso del Napoli, per l’Inter due pali in un minuto e sarebbe stato pareggio miracoloso
di Luigi Laguaragnella - Al San Paolo, dal primo
all’ultimo minuto, Napoli e Inter scatenano i fuochi d’artificio che si sono
seguiti sugli spalti grazie al 2-1 con i padroni di casa che si aggiudicano
l’attesissimo big match della quattordicesima giornata e scavalcando i
nerazzurri al primo posto.
Tra il primo minuto in cui
Higuain porta in vantaggio il Napoli e il novantaquattresimo, momento i cui
Reina compie “il miracolo di San Gennaro” deviando sul palo, con un tocco
felino il colpo di testa di Miranda, è racchiusa una partita ricca di
spettacolo, sempre sul filo dell’alta tensione, utile per far esplodere i
fuochi d’artificio: oltre alle reti realizzate, un’espulsione per doppia
ammonizione (molto contestata da Mancini al termine della gara) di Nagatomo, si
sono susseguite rapide azioni dei partenopei e la veemente reazione dell’Inter
che sotto di due reti, ad un secondo dalla fine rischiava di tornare a Milano
con un prezioso pareggio.
Il possesso palla rapido,
infarcito di precise triangolazioni calcolate dal piede di Insigne, avvenuto
soprattutto nel primo tempo, è ingannevole perché partire in vantaggio dopo
appena sessanta secondi è come camminare su un tappeto rosso. In uno stadio,
poi, colmo di entusiasmo, il colpo preso dai nerazzurri è duro: il gol dell’1-0
è firmato da un rapace Higuain che, lesto, riesce a rubar palla, dopo una
svirgolata di Murillo. Gli azzurri di Sarri hanno il merito di tessere un gioco
spumeggiante, veloce con El Pipita, Callejon e Insigne supportati da Allan. Pur
non creando pericoli per Handanovic, la trama del gioco del Napoliincatena gli
avversari che si affidano ad inutili lanci lunghi verso Icardi che non può
davvero far niente contro la retroguardia napoletana. L’Inter è bloccata e
soffre proprio nel tempismo e nella corsa: Mancini, poi lascia fuori Felipe
Melo e Jovetic, lanciando Brozovic, Guarin e Ljaijc (il numero ventidue si
rivelerà il migliore tra i nerazzurri). Nel primo tempo, inoltre cambiano gli
equilibri della partita dato che Nagatomo sfiorando prima Callejon e poi Allan
si prende il cartellino rosso.
Come spesso accade l’Inter gioca
meglio in dieci e dopo il secondo tempo lascia il San Paolo a testa alta. Dopo
il raddoppio di Higuain, che da vero attaccante, pronto a capitalizzare al
meglio ogni pallone che riceve (in questo caso approfittando di una respinta di
Albiol da centrocampo e di Miranda e Murillo troppo larghi) il Napoli si
adagia, ma soprattutto l’Inter aggredisce come un serpente la partita: non
perdendo mai la calma, pressando al momento opportuno e trascinata da Ljaijc
che, poco alla volta fa prevalere la sua tecnica. Entra Biabiany al posto di
Icardi e insieme a Perisic nascono i presupposti per riacciuffare la partita,
L’ex romanista è abile a non farsi rubar palla, grazie ad un rimpallo
fortunoso, tira all’angolo della porta battendo Reina e fa 2-1. Successivamente
è sempre lui a fallire l’ultimo tocco su cross di Biabiany. L’Inter è
sorprendente e solo due pali colpiti in un minuto, nell’ultimo minuto di
recupero, evitano una grande rimonta. Sempre dai piedi di Biabiany è spiazzante
il colpo di testa di Jovetic (entrato negli ultimi dieci minuti) con Reina che
può solo guardare la palla sul palo e qualche secondo è il portiere spagnolo a
deviare miracolosamente sul palo la zuccata di Miranda.
Forse dal San Paolo esce più
l’orgoglio dell’Inter che la spavalderia del Napoli: i nerazzurri li hanno
saputi intimorire. Ma ciò che conta è l’esplosione di gioia dei tifosi azzurri
e dei calciatori per il primato raggiunto.