di Nicola Zuccaro - Quello strano scherzo del destino che ha segnato, e più volte nella storia, quel filo rosso unificante gli avvenimenti, si ripete nel decorso della politica italiana. A 70 anni di distanza da quel 2 giugno (quando gli italiani furono chiamati a scegliere fra Monarchia
e Repubblica, la forma dello Stato democratico, sospesa dal Ventennio fascista) il popolo dello Stivale "tornerà in cabina" per un referendum consultivo. Nel prossimo ottobre, infatti, dovrà essere approvato o respinto il pacchetto delle riforme costituzionali, meglio noto come DDL Boschi e comprendente, in particolare, al suo interno l'abrogazione del Senato elettivo e accettando, in alternativa, la formazione su base regionale di quest'ultimo ramo parlamentare.
Non sarà un semplice appuntamento consultivo (e non solo per la presenza sulla scheda di quei referendum dai quali dipenderanno, con un sì o con un no, i futuri equilibri politici ed istituzionali dell'Italia) ma, nel contempo, rappresenterà un severo banco di prova o esame politico per Matteo Renzi e per il Governo da lui presieduto. L'attuale premier, pur dichiarandosi fiducioso con quel "gli italiani staranno dalla nostra parte " sull'esito positivo del referendum, preannuncia al tempo stesso, le dimissioni dell'Esecutivo da lui presieduto e il suo ritiro dalla politica nel caso in cui il responso referendario dovesse bocciare le riforme costituzionali proposte agli elettori italiani. Una sua eventuale uscita di scena dalla politica italiana aprirebbe degli scenari incerti poichè condizionati da un panorama frastagliato dalle frammentazioni partitiche.
Non sarà un semplice appuntamento consultivo (e non solo per la presenza sulla scheda di quei referendum dai quali dipenderanno, con un sì o con un no, i futuri equilibri politici ed istituzionali dell'Italia) ma, nel contempo, rappresenterà un severo banco di prova o esame politico per Matteo Renzi e per il Governo da lui presieduto. L'attuale premier, pur dichiarandosi fiducioso con quel "gli italiani staranno dalla nostra parte " sull'esito positivo del referendum, preannuncia al tempo stesso, le dimissioni dell'Esecutivo da lui presieduto e il suo ritiro dalla politica nel caso in cui il responso referendario dovesse bocciare le riforme costituzionali proposte agli elettori italiani. Una sua eventuale uscita di scena dalla politica italiana aprirebbe degli scenari incerti poichè condizionati da un panorama frastagliato dalle frammentazioni partitiche.