TREPUZZI - E' stato rintracciato e arrestato l'ergastolano Fabio Perrone, evaso lo scorso 6 novembre dall'ospedale 'Vito Fazzi' di Lecce dove era stato condotto per un esame endoscopico. L'uomo, che stava scontando l'ergastolo nel carcere leccese di 'Borgo San Nicola', secondo quanto si e' appreso, era nascosto in casa di parenti, a Trepuzzi, in provincia di Lecce, suo paese di origine, dove a scovarlo e' stata la squadra mobile della polizia del capoluogo salentino. Perrone, ritenuto vicino all'associazione mafiosa Sacra corona unita, mentre era in procinto di sottoporsi all'esame medico, disarmo' uno dei due agenti penitenziari della sua scorta che poi feri' ad una gamba con un colpo di pistola. Una volta raggiunto il parcheggio dell'ospedale, si impossesso' di un'auto e scappo'. Da allora le forze dell'ordine hanno attivato una vasta caccia all'uomo, conclusasi questa mattina con il ritrovamento del latitante.
L'uomo ha tentato di fuggire correndo, ma è stato raggiunto e bloccato dalle forze dell'ordine. Nel suo nascondiglio, un appartamento alla periferia di Trepuzzi, gli agenti della Squadra mobile di Lecce e quelli della polizia penitenziaria, impegnati nel blitz, hanno trovato la pistola Beretta rapinata all'agente di custodia durante la rocambolesca fuga dall'ospedale di Lecce avvenuta il 6 novembre scorso, un Kalashnikov, 10 cartucce calibro 12 e 4.660 euro in contanti. La pistola che Perrone possedeva al momento della cattura aveva un colpo in canna e 15 proiettili nel caricatore.
Numerosi tentativi di depistaggio sono stati effettuati da novembre ad ora, ad opera di pregiudicati salentini, che hanno cercato di indurre in errore le forze dell'ordine impegnate nelle ricerche dell'ergastolano. A renderlo noto il dirigente della squadra mobile della polizia di Lecce, Sabrina Manzone, illustrando i primi dettagli della cattura avvenuta stamattina. "E' la fine di un incubo - ha aggiunto Sabrina Manzone - perche' si tratta di un soggetto molto pericoloso, che era armato e stamattina ha cercato di fuggire". La dirigente di polizia ha spiegato inoltre che l'ergastolano e' stato aiutato da "una fitta rete di fiancheggiatori" che in questi due mesi ne ha coperto la latitanza e sui quali sono ancora in corso le indagini. Uno dei fiancheggiatori, S.R. e' stato arrestato stamattina in quanto si trovava insieme a "triglietta" (questo il suo soprannome) nell'abitazione in cui e' stato individuato. Stando a quanto dichiarato dal capo della mobile, numerosi sono stati i tentativi di depistaggio "fatti nel corso delle indagini da pregiudicati salentini, che hanno cercato di dirci che Perrone era scappato all'estero, ora in Montenegro ora in Albania, ma noi non ci abbiamo mai creduto, perche' i suoi appoggi sono tutti in Salento e qui abbiamo continuato a cercarlo e lo abbiamo trovato".
PLAUSO DI ORLANDO - Il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo, esprimono "vivo apprezzamento per il determinante apporto della Polizia Penitenziaria" nelle operazioni che, all'alba di oggi, hanno portato alla cattura del latitante Fabio Perrone, evaso lo scorso 6 novembre dall'ospedale di Lecce durante una visita medica. Gli uomini della Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Lecce hanno ricevuto anche il plauso del procuratore Cataldo Motta, il quale si e' congratulato con il Capo del Dap per "la tenacia e la determinazione" con cui hanno collaborato alle attivita' investigative condotte anche dalla Polizia di Stato e coordinate dallo stesso Motta.
“UN ESEMPLARE RISPOSTA DI LEGALITA’” - Il plauso a magistratura e forze dell’ordine del sindaco Perrone per l’arresto del latitante ergastolano Perrone. “Complimenti alle forze dell'ordine e alla magistratura per il lavoro paziente e capillare che hanno svolto in questi mesi. La cattura di Fabio Perrone è una esemplare risposta di legalità . Su questo fronte il 2016 inizia con una buona notizia”.
L'uomo ha tentato di fuggire correndo, ma è stato raggiunto e bloccato dalle forze dell'ordine. Nel suo nascondiglio, un appartamento alla periferia di Trepuzzi, gli agenti della Squadra mobile di Lecce e quelli della polizia penitenziaria, impegnati nel blitz, hanno trovato la pistola Beretta rapinata all'agente di custodia durante la rocambolesca fuga dall'ospedale di Lecce avvenuta il 6 novembre scorso, un Kalashnikov, 10 cartucce calibro 12 e 4.660 euro in contanti. La pistola che Perrone possedeva al momento della cattura aveva un colpo in canna e 15 proiettili nel caricatore.
Numerosi tentativi di depistaggio sono stati effettuati da novembre ad ora, ad opera di pregiudicati salentini, che hanno cercato di indurre in errore le forze dell'ordine impegnate nelle ricerche dell'ergastolano. A renderlo noto il dirigente della squadra mobile della polizia di Lecce, Sabrina Manzone, illustrando i primi dettagli della cattura avvenuta stamattina. "E' la fine di un incubo - ha aggiunto Sabrina Manzone - perche' si tratta di un soggetto molto pericoloso, che era armato e stamattina ha cercato di fuggire". La dirigente di polizia ha spiegato inoltre che l'ergastolano e' stato aiutato da "una fitta rete di fiancheggiatori" che in questi due mesi ne ha coperto la latitanza e sui quali sono ancora in corso le indagini. Uno dei fiancheggiatori, S.R. e' stato arrestato stamattina in quanto si trovava insieme a "triglietta" (questo il suo soprannome) nell'abitazione in cui e' stato individuato. Stando a quanto dichiarato dal capo della mobile, numerosi sono stati i tentativi di depistaggio "fatti nel corso delle indagini da pregiudicati salentini, che hanno cercato di dirci che Perrone era scappato all'estero, ora in Montenegro ora in Albania, ma noi non ci abbiamo mai creduto, perche' i suoi appoggi sono tutti in Salento e qui abbiamo continuato a cercarlo e lo abbiamo trovato".
“UN ESEMPLARE RISPOSTA DI LEGALITA’” - Il plauso a magistratura e forze dell’ordine del sindaco Perrone per l’arresto del latitante ergastolano Perrone. “Complimenti alle forze dell'ordine e alla magistratura per il lavoro paziente e capillare che hanno svolto in questi mesi. La cattura di Fabio Perrone è una esemplare risposta di legalità . Su questo fronte il 2016 inizia con una buona notizia”.