Loizzo: in Cassazione successo per le Regioni No triv e stiamo già sollevando il conflitto di attribuzione

BARI - No triv: va controcorrente il presidente del Consiglio pugliese, Mario Loizzo, nel giudizio sulla scrematura delle proposte referendarie in materia di trivellazioni operata dalla Corte di Cassazione, dopo l’emendamento governativo di fine dicembre alla legge di stabilità. “Sulla stampa è passato il messaggio che cinque referendum sono stati cancellati ed è rimasto uno solo: non è così, tre dei quesiti superati sono un successo delle Regioni”.

La Puglia, aggiunge Loizzo, “insieme alle Regioni già promotrici dei referendum sta sollevando oggi il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale nei confronti dell’ordinanza della Corte di Cassazione del 7 gennaio, limitatamente ai quesiti 2 e 3, in modo da salvaguardare quelle richieste già avanzate ed oggi parzialmente eluse. Ma le decisioni della stessa Cassazione che riguardano i quesiti referendari 1, 4 e 5 non vanno affatto considerate una bocciatura dell’iniziativa regionale”. Questa mattina, il vicepresidente Giuseppe Longo, in qualità di delegato dell’Assemblea regionale pugliese è a Roma per gli atti legati al ricorso, che riguarda le decisioni statali in merito al piano delle aree concessorie e dunque alla leale collaborazione Stato-Regione-enti locali, oltre agli automatismi delle proroghe dei titoli concessori.

“Le norme del Governo nazionale non intervengono nella sostanza, sono di fatto un tentativo di puro raggiro e noi non ci stiamo - dice Loizzo - soddisfano solo apparentemente la richiesta referendaria e sembrano rivolte al solo scopo di sottrarre l’oggetto dei due quesiti, sui quali ora si sta formalizzando il ricorso per conflitto di attribuzione. Nel caso degli altri tre quesiti, secondo il presidente del Consiglio regionale, l’emendamento governativo riconosce invece la validità delle richieste delle Regioni e le soddisfa pienamente: scompaiono i poteri sostitutivi a vantaggio dello Stato, resta l’intesa con le Regioni ai fini autorizzativi ed è confermata la previsione dell’utilità pubblica delle opere ai fini dell’espropriabilità delle aree. Gli emendamenti sono stati tali da rendere superato il referendum, ma il Governo ha dovuto fare marcia indietro rispetto alle scelte precedenti su questioni di merito. Ha riconosciuto la validità delle obiezioni delle Regioni, ne ha ripristinato le funzioni e convalidato il principio del dialogo con gli enti territoriali anche su scelte strategiche per il Paese. “Sono tutti obiettivi pienamente raggiunti dalle dieci Regioni che hanno promosso il referendum abrogativo”.

Il quesito rimasto, per Loizzo è “uno dei più importanti e concretamente efficaci” (divieto di prospezione e ricerca in zone di mare entro dodici miglia marine dalle coste). “Abbiamo fiducia nella decisione sull’ammissibilità, rimasta in capo alla Corte Costituzionale e continueremo la nostra battaglia, perché trivellare i mari ed elevare torri vicino alle Tremiti resta un incredibile esercizio di autolesionismo, oltre a rappresentare un danno incalcolabile all’ambiente. Ci auguriamo che il Governo, dopo aver fatto questi primi passi avanti, voglia completare la sua iniziativa assecondando il parere delle Regioni”.

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