Migranti, quello che non ci dicono

di Francesco Greco - Quando mio fratello studiava al Politecnico di Torino, sapeva se ero andato all'uliveto che nostro padre ci ha lasciato in eredità: con Google Hearth (o Maps), inquadrava la contrada, vedeva la mia utilitaria, zummava le chiome delle piante secolari. Ora che sto lontano dal paesello, quando i crampi della nostalgia sono forti, porto il mio omino a passeggio per i vicoli del centro storico disabitato e i campi arsi.

Sul tema migranti, c'è qualcosa che non ci dicono? Che sfugge alla ragion pura? E' evidente che con i satelliti e i droni sanno benissimo, e in tempo reale, cosa accade sulle coste libiche, le isole greche, ecc., da dove e quando partono gommoni e barconi col carico di umanità e speranza. Un milione sinora, 3771 i morti annegati, di cui ben con 800 bambini: la strage degli innocenti. E allora? C'è un'incapacità analitica di fondo? Reticenza? E chi la alimenta? C'è una rete di connivenze sul territorio? Corruzione “ambientale”?

Ogni viaggio mette in tasca agli scafisti (per Europol una falange di 30mila addetti) oltre 500mila euro: di budget ce n'è a sufficienza per ungere i meccanismi. E poi, dicono gli analisti, chi vive di questo business conosce bene le leggi in materia di accoglienza ogni paese europeo. Sullo sfondo, insoluto, un altro mistero: perché chi vive a Kabul, Damasco, Aleppo, Palmira, Accra, Mogadiscio, ecc. e dispone di 5mila euro messi insieme vendendo il podere della nonna e con i prestiti di parenti e vicini, non compra il biglietto di un volo di linea per Stoccolma dove vive il fratello o Berlino dove lavora il cugino (gli conviene, gliene restano in tasca i due terzi) e preferisce buttarli via salendo, con la moglie incinta e il bimbo piccolo, su un gommone per morire affogato o asfissiato? Partire da Kabul non è facile, ma ci si può spostare a Beirut, Amman, Il Cairo, ecc. Deficit di comunicazione? Masochismo? Forse sono privi di documenti e i governi non li farebbero partire?

Se così fosse, non sarebbe utile – per razionalizzare il fenomeno visto che tutti ripetono “aiutiamoli in patria” - che l'Ue intervenisse sui governi di quei paesi di facilitando l'esodo e bypassando chi ci lucra? Le migrazioni, nelle loro dinamiche interne e semantiche, si sovrappongono agli esodi italiani verso le Americhe ai primi del Novecento. Ciò accentua una dolorosa, inaccettabile condizione di clandestinità: uomini senza terra, senza patria, senza niente: invisibili come Garabombo nei romanzi di Manuel Scorza. Gente che non ha nulla, solo le sue ossa.

A questo approccio paranoico supplisce come sempre Cuore Italia. I volontari hanno un ruolo centrale, commuovente, anche se c'è il sospetto che le mafie indigene – in sintonia con quelle extra moenia – lucrino, come sempre, attirate dall'odore dei soldi, che non dormono mai. Militare nella trincea dell'accoglienza è politicamente corretto, evangelicamente cosa buona e giusta, ma c'è qualcosa che sfugge al senso comune. Anche in chiave storica e geopolitica.

Siamo di fronte a un esodo biblico di cui si accorge, meglio tardi che mai, anche l'Onu e persino l'arcigna frau Merkel, alla buon'ora!, sguscia con destrezza dall'etimo che i suoi connazionali attribuiscono al suo cognome (Temporeggiatrice, decidere di non decidere), e sebbene fra mille giravolte, cambia approccio a una tematica su cui l'Europa di banchieri e burocrati è andata in frantumi, col massimo della schizofrenia: prima apre, poi chiude le frontiere (ultime Svezia e Danimarca, ma forse anche l'Italia sospenderà Schengen).

Grande la schizofrenia sotto il cielo: prima alza i muri, poi li sgretola, poi li rifà... Se la Merkel “donna dell'anno” non lo fa per risalire nei sondaggi è una svolta storica. Con gaffe storica. Se i migranti se li vuole scegliere, come al supermercato o al mercato delle vacche: questo si, questo no, questo poi vediamo, questo registratelo voi greci, voi italiani, non c'è il sospetto è che i tedeschi pensino, magari inconsciamente, quasi un secolo dopo, a un'altra razza? Corsi e ricorsi. A pensar male fai peccato, ma... Siamo di fonte a qualcosa di complesso, allo svuotamento di due continenti, Africa e Asia: milioni di persone sono in stand-bye: 5 dalla Siria arata da bombe intelligenti (esistono?), altrettanti dalla Libia, Afghanistan, Ghana, Somalia, Mali... Cause strutturali si sommano a quelle contingenti.

Fare la morale non conviene a nessuno, siamo tutti coinvolti: guerre tribali (con armi nostre), pulizie etniche (con arsenali riciclati), faide religiose (format Crociate), colonialismi predatori, leader arabi uccisi (l'arsenale chimico di Saddam è una bufala venduta da giornalisti embedded) e poi l'idea che l'Europa dia un'opportunità a tutti, trasfigurata nella biblica Terra Promessa. Un fenomeno ispido, di difficile gestione. Anche politica. E la cui soluzione non può che essere politica e condivisa. Di questo i governi europei non sembrano averne coscienza e si sono inventati le quote. E continuano a balbettare con tattiche medievali, muri (ultimo fra Estonia e Russia) e fili spinati, rinchiudendosi in roccaforti illusorie, da deserto dei Tartari, inesistenti.

E atomizzando quella minima idea di Europa costruita faticosamente in 50 anni e oggi un sacco relativizzata. Ma queste folle di diseredati che fuggono dai deserti di sangue e di fame sono anche appetibili come manovalanza dell'Isis. E giungono qui in un momento storico in cui la ristrutturazione del lavoro, la crisi dei mercati, la lentezza delle imprese nel modernizzarsi, la rapacità dei banchieri che tolgono ai poveri per dare ai ricchi, espelle migliaia di lavoratori dai processi produttivi. Il welfare in questi anni è stato svuotato, col silenzio -assenso dei sindacati, “fattore di conservazione” dice Squinzi mentre la propaganda ciancia di “ripartenza”.

Insomma, siamo sull'orlo di una polveriera: ancor più pericolosa perché per certi aspetti non legittimata, carsica, sottintesa. Fare le crocerossine va bene, accogliere e assistere anche (la Svizzera professionalizza i migranti impegnandoli in lavori utili), ma occorre vedere il tutto anche sotto un'angolazione politica, darne una lettura ampia, geo-politica ed economica (micro-meso-macro). Forse si è ancora in tempo, prima che la cupio dissolvi avanzi e folle rabbiose si saldino a quelle delle banlieus e ai disperati indigeni (inclusi i foreign-fighters) per cancellare l'Europa (e magari farne il nord del Califfato).