ISOLE TREMITI - Un polverone pretestuoso e strumentale: non c'è nessuna trivellazione". Così il ministro dello Sviluppo Federica Guidi commenta le polemiche sui permessi di ricerca offshore nell'Adriatico: non si prevede, spiega una nota, alcun tipo di perforazione e quei permessi riguardano una zona di mare ben oltre le 12 miglia dalla costa e anche dalle isole Tremiti. "Il permesso di ricerca concesso alla società Petroceltic riguarda solo, e in una zona oltre le 12 miglia, la prospezione geofisica".
LA DENUNCIA DEI VERDI - Sono state autorizzate le ricerche petrolifere davanti alle isole Tremiti con un decreto del Mise, per la cifra di 1.929,292 euro l'anno. A denunciarlo Angelo Bonelli, della Federazione dei Verdi, precisando che "il 22 dicembre 2015 con decreto n.176 è stato conferito il permesso B.R274.EL alla società Petroceltic Italia Srl".
"Di fronte a questa somma, cosa vuole che le dica? Se serve a risanare il bilancio dello Stato, ben venga": il sindaco delle Isole Tremiti, Antonio Fentini, commenta al telefono con una battuta amara l'autorizzazione a ricerche petrolifere dinanzi alle stesse isole rilasciata dal governo con decreto il 22 dicembre scorso alla società Petroceltic Italia per poco meno di duemila euro l'anno. "Ho ricevuto la comunicazione da Roma tre giorni fa ed ho chiamato subito il presidente della Regione Puglia - riferisce il sindaco - ma io mi chiedo: può un governo decidere senza tenere conto del parere delle Regioni, alcune delle quali hanno proposto i referendum contro le trivellazioni?. Noi siamo un piccolo comune, abbiamo fatto insieme ad altri diverse manifestazioni, qui e a Peschici, Manfredonia, anche con il compianto Lucio Dalla. Tutto per fermare questa idea".
Per il primo cittadino delle Tremiti le tecniche che dovrebbero essere usate per le ricerche di idrocarburi in mare sarebbero peraltro molto invasive. "Verrebbero utilizzate piccole esplosioni che fanno impazzire la fauna marina. Tutto questo in Puglia, dove ci sono 135mila addetti alla pesca. Per non parlare dei danni che ci sarebbero per il turismo, altra nostra risorsa".
"TRIVELLARE IL NOSTRO MARE E' UNA FOLLIA" - Il presidente della Regione Puglia dichiara: "Trivellare il nostro mare è una vergogna ed una follia. Trivellare al largo delle Tremiti o di Pantelleria, o nel Golfo di Taranto, poi, griderebbe vendetta se la notizia di oggi fosse confermata dal Governo.
Non può essere che la volontà di ben dieci Regioni di tutelare il loro mare sia sbeffeggiata.
L'emendamento “natalizio” del Governo non può essere un trucco per ammansire le Regioni italiane, ed in particolare quelle del Sud, per poi trivellare ovunque come se niente fosse una volta superata l'emergenza della reazione dell'opinione pubblica. Resta il fatto che almeno un quesito dei sei sarà sottoposto a referendum. Quest'ultimo è sopravvissuto a questo emendamento natalizio alle norme dello Sblocca Italia. L'emendamento è stato formulato e approvato senza neppure uno straccio di dichiarazione politica di pentimento da parte del Governo e della sua maggioranza sulla intenzione di dare impulso alle ricerche petrolifere nei nostri mari. Così come è incredibile che il Governo non abbia pubblicamente spiegato la decisione di rilasciare le autorizzazioni al largo delle Tremiti.
È infatti di oggi la notizia che il Mise avrebbe rilasciato il 22 dicembre scorso altri permessi di trivellazioni a scopo di ricerca di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti.
Le Regioni proponenti i referendum non devono fare passi indietro. Dovranno elevare subito conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato davanti alla Corte Costituzionale per alcune norme dell'emendamento natalizio che hanno scippato al popolo italiano la possibilità di esprimersi in sede referendaria sul punto di restituire o meno alla Conferenza delle Regioni il potere di decidere se e dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera. Si dovrà inoltre iniziare subito la campagna referendaria valutando tutte le altre iniziative necessarie alla tutela del nostro mare".
LA DENUNCIA DEI VERDI - Sono state autorizzate le ricerche petrolifere davanti alle isole Tremiti con un decreto del Mise, per la cifra di 1.929,292 euro l'anno. A denunciarlo Angelo Bonelli, della Federazione dei Verdi, precisando che "il 22 dicembre 2015 con decreto n.176 è stato conferito il permesso B.R274.EL alla società Petroceltic Italia Srl".
"Di fronte a questa somma, cosa vuole che le dica? Se serve a risanare il bilancio dello Stato, ben venga": il sindaco delle Isole Tremiti, Antonio Fentini, commenta al telefono con una battuta amara l'autorizzazione a ricerche petrolifere dinanzi alle stesse isole rilasciata dal governo con decreto il 22 dicembre scorso alla società Petroceltic Italia per poco meno di duemila euro l'anno. "Ho ricevuto la comunicazione da Roma tre giorni fa ed ho chiamato subito il presidente della Regione Puglia - riferisce il sindaco - ma io mi chiedo: può un governo decidere senza tenere conto del parere delle Regioni, alcune delle quali hanno proposto i referendum contro le trivellazioni?. Noi siamo un piccolo comune, abbiamo fatto insieme ad altri diverse manifestazioni, qui e a Peschici, Manfredonia, anche con il compianto Lucio Dalla. Tutto per fermare questa idea".
Per il primo cittadino delle Tremiti le tecniche che dovrebbero essere usate per le ricerche di idrocarburi in mare sarebbero peraltro molto invasive. "Verrebbero utilizzate piccole esplosioni che fanno impazzire la fauna marina. Tutto questo in Puglia, dove ci sono 135mila addetti alla pesca. Per non parlare dei danni che ci sarebbero per il turismo, altra nostra risorsa".
"TRIVELLARE IL NOSTRO MARE E' UNA FOLLIA" - Il presidente della Regione Puglia dichiara: "Trivellare il nostro mare è una vergogna ed una follia. Trivellare al largo delle Tremiti o di Pantelleria, o nel Golfo di Taranto, poi, griderebbe vendetta se la notizia di oggi fosse confermata dal Governo.
Non può essere che la volontà di ben dieci Regioni di tutelare il loro mare sia sbeffeggiata.
L'emendamento “natalizio” del Governo non può essere un trucco per ammansire le Regioni italiane, ed in particolare quelle del Sud, per poi trivellare ovunque come se niente fosse una volta superata l'emergenza della reazione dell'opinione pubblica. Resta il fatto che almeno un quesito dei sei sarà sottoposto a referendum. Quest'ultimo è sopravvissuto a questo emendamento natalizio alle norme dello Sblocca Italia. L'emendamento è stato formulato e approvato senza neppure uno straccio di dichiarazione politica di pentimento da parte del Governo e della sua maggioranza sulla intenzione di dare impulso alle ricerche petrolifere nei nostri mari. Così come è incredibile che il Governo non abbia pubblicamente spiegato la decisione di rilasciare le autorizzazioni al largo delle Tremiti.
È infatti di oggi la notizia che il Mise avrebbe rilasciato il 22 dicembre scorso altri permessi di trivellazioni a scopo di ricerca di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti.
Le Regioni proponenti i referendum non devono fare passi indietro. Dovranno elevare subito conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato davanti alla Corte Costituzionale per alcune norme dell'emendamento natalizio che hanno scippato al popolo italiano la possibilità di esprimersi in sede referendaria sul punto di restituire o meno alla Conferenza delle Regioni il potere di decidere se e dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera. Si dovrà inoltre iniziare subito la campagna referendaria valutando tutte le altre iniziative necessarie alla tutela del nostro mare".
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