Trivelle, Emiliano: Governo rimedi subito

BARI - Fa ancora discutere la decisione della Consulta sulle trivellazioni. Secondo il governatore della Puglia, Michele Emiliano, "lo Sblocca Italia consente al governo di fare quello che vuole senza chiedere il permesso a nessuno" e sulla concessione del permesso di ricerca di idrocarburi al largo delle Tremiti, "ha commesso un errore sul quale mi auguro rimedierà al più presto. Perché è talmente assurdo trasformare il parco marino delle Tremiti in un pozzo petrolifero che lo capisce chiunque, non è necessario essere pugliesi per capirlo".

Emiliano ha aggiunto che "non sarebbe accaduto l'errore delle Tremiti se la Puglia avesse potuto interloquire col governo". "Il punto - secondo Emiliano - è stabilire se queste operazioni di ricerca petrolifera siano davvero indispensabili. E bisogna farlo mettendo al lavoro i tecnici del ministero e quelli delle regioni". "Lo sblocca Italia, la norma impugnata nel referendum - ha precisato - impedisce alle Regioni di interloquire sulle varie questioni relative alle ricerche di idrocarburi".

“Il referendum è un'occasione per cambiare le politiche energetiche in Italia” - Il Consigliere regionale del PD, Sergio Blasi, commenta: “La Corte Costituzionale ha fornito ai cittadini italiani l’occasione di dire la propria sulla politica energetica nazionale. Il referendum sulla durata dello sfruttamento dei giacimenti ha infatti un valore che va ben oltre il tema specifico che è oggetto del quesito ammesso. Sarà infatti la prima volta che i cittadini potranno esprimere nell’urna il loro punto di vista, positivo o negativo, sullo sfruttamento delle risorse petrolifere, in particolare quelle, pur scarse, che si trovano al di sotto dei fondali di fronte alle nostre coste.
Ho preso posizione da tempo, una posizione molto critica, nei confronti del decreto Sblocca Italia, che ha ridotto su molti temi quelle garanzie che i territori hanno legittimo diritto ad esercitare nel momento in cui grandi progetti industriali o infrastrutturali li interessano al punto da poter cambiarne le prospettive di sviluppo o addirittura la vocazione economica. Per questo motivo mi batterò perché il no alle trivellazioni risuoni in maniera chiara e netta dalle urne del referendum.
Bisogna tenere a mente che nei decenni passati molti dei più straordinari cambiamenti nella società e nella politica italiana sono venuti attraverso i referendum. E questa consultazione potrebbe diventare il punto di svolta delle politiche energetiche nazionali, ancora oggi troppo rivolte allo sfruttamento delle risorse fossili e all’inquinamento dell’aria, verso un futuro nel quale la produzione di energia avvenga in maniera sostenibile e rispettosa dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Spero che il Governo, a questo punto, dimostri umiltà e assuma un atteggiamento di ascolto dei cittadini su un tema così importante per il futuro del nostro paese”.

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