ALESSANO (LE) - Continua al “Salvemini” di Alessano la rassegna “Dialoghi d’autore” organizzata dalla professoressa Valeria Bisanti in collaborazione con la Libreria Idrusa. Sabato 27 febbraio 2016, presso la suggestiva cornice di Palazzo Ducale, alle ore 10,30, gli alunni incontreranno Nicolò Carnimeo (barese, insegna Diritto della navigazione e dei trasporti alla Facoltà di Economia dell'ateneo di Bari) per la presentazione del suo libro ”Come è profondo il mare” edito da Chiarelettere (Milano).
“Un incontro molto importante - dichiara la Preside Chiara Vantaggiato - perché, oggi più che mai, occorre integrare lo sviluppo sostenibile nei sistemi educativi a tutti i livelli per promuovere l'istruzione come chiave fondamentale per il cambiamento”. Quanta "plastica" può tollerare il nostro organismo? Quanto mercurio c'è nel pesce che mangiamo? Il mar Adriatico è una discarica di tritolo? Perché meduse e alghe aliene invadono i nostri mari?
A queste domande pochi sanno rispondere. Purtroppo non vi è ancora coscienza di quanto oggi accade nel mare, come e perché il Mediterraneo e gli oceani stiano mutando rapidamente sotto i nostri occhi inconsapevoli. Per cercare di dare una risposta a queste domande, Nicolò Carnimeo, lo studioso e scrittore, ha messo insieme tre reportage navigando oltre le rotte convenzionali, in acque note, ma anche attraverso oceani nel mare di plastica, nel mare di mercurio e nel mare di tritolo: un'immensa discarica, fotografia e conseguenza del modo in cui l’uomo sembra aver scelto di vivere.
Il suo libro, quindi, apre uno squarcio nel mare blu, in quella che il sottotitolo definisce “la più grande discarica del pianeta”. “Come è profondo il mare” è un testo interessante, frutto di una ricerca sul campo, un vero e proprio grido di allarme che dev’essere raccolto non solo dagli addetti ai lavori ma dall’intera società civile, perché il mare appartiene a tutti noi.
Con dovizia di particolari, l’autore racconta dell’isola di plastica invisibile che sta prendendo forma negli Oceani. Una “brodaglia velenosa” che si sta impadronendo sempre di più dell’ambiente marino, mettendo in serio pericolo sia i pesci che il loro habitat. Ma Carnimeo rivolge lo sguardo anche al Mediterraneo. Anche qui gli effetti devastanti del progresso e della cultura consumistica che si fa beffa dell’ambiente si fanno sentire. Fatto sta che nessuno ne parla. Ed è proprio su questo “vergognoso silenzio” che l’autore pone l’accento.
Tutto ciò che finisce in mare, infatti, viene inghiottito dai pesci che finiscono sulle nostre tavole. Insomma, è un cane che si morde la coda. Ma forse l’uomo non se n’è ancora accorto. Puntiglioso, ma scritto in maniera scorrevole, il libro di Carnimeo si fa leggere velocemente e ha il pregio di unire sensazioni personali e letteratura scientifica. Elementi che lo rendono un testo da avere e da conservare nella propria biblioteca. Caldamente consigliata anche la lettura nelle scuole, lì dove le coscienze si formano.
E quella di Carnimeo, scrittore-navigatore, come ama definirsi, più che una storia sul mare, è infatti un'indagine di quasi 200 pagine di un uomo di mare che è andato lontano, spinto dalla necessità di dire le cose come stanno, di rendere noto a tutti che una delle più grandi discariche del Pianeta, anche se non la si vede, è rappresentata dall'immensità dei mari e degli oceani, acque che tutto abbracciano e accolgono, persino la plastica che la forza delle onde e la potenza degli abissi non riescono a digerire.
L’immenso «blob» di particelle di plastica che galleggia nell’Oceano Pacifico e che purtroppo si è replicato anche altrove, è il risultato di decenni di «usa e getta». I capodogli vanno a morire su una spiaggia del Gargano perché avvelenati da un mix di mercurio e altre sostanze tossiche. Lo sversamento nell’Adriatico di ordigni bellici e degli aggressivi chimici in essi contenuti, sono l’eredità non solo della Seconda Guerra Mondiale, ma anche piaga dei conflitti più recenti, come quello dei Balcani.
L’inevitabile epilogo è quello del cambiamento e della rovina, dell’invasione di alghe e meduse aliene e del pesce che mangiamo a rischio di contaminazione da metalli pesanti. Una fotografia allarmante, e forse ignorata, che è però la conseguenza del mondo che gli adulti ci stanno lasciando in eredità. Ma “Come è profondo il mare” non è soltanto un libro di denuncia, è un grido di speranza: ci sono uomini che non ci stanno a lasciare questo pesante fardello alle generazioni future, che cercano di mutare il corso degli eventi.
Il libro recentemente ha vinto il primo premio nella sezione scienze biologiche e della salute nella finalissima del “Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica” organizzato dall’Associazione Italiana del Libro e dal CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche). Il premio è stato consegnato dall’astronauta Umberto Guidoni, presidente della giuria, e si è aggiudicato anche il secondo posto in assoluto. Il premio letterario ha voluto promuovere i libri che si occupano non tanto di “spiegare” la scienza agli addetti ai lavori, ma di stimolare la curiosità e la conoscenza che è la base del sapere scientifico e renderla con un linguaggio nuovo fruibile per tutti.
Detersivi (ecologici) e cibi nei dispenser: iniziamo a pretendere questa forma di somministrazione nei supermarket, evitiamo di acquistare prodotti con imballaggi inutili, ma, soprattutto, cerchiamo di consumare solo ciò che è indispensabile: il pianeta ce ne sarà grato. Prendiamolo come una mèta, una sfida, una specie di “missione” che va oltre la nostra quotidianità. Perché “quei gabbiani che non hanno una mèta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte”.
“Un incontro molto importante - dichiara la Preside Chiara Vantaggiato - perché, oggi più che mai, occorre integrare lo sviluppo sostenibile nei sistemi educativi a tutti i livelli per promuovere l'istruzione come chiave fondamentale per il cambiamento”. Quanta "plastica" può tollerare il nostro organismo? Quanto mercurio c'è nel pesce che mangiamo? Il mar Adriatico è una discarica di tritolo? Perché meduse e alghe aliene invadono i nostri mari?
A queste domande pochi sanno rispondere. Purtroppo non vi è ancora coscienza di quanto oggi accade nel mare, come e perché il Mediterraneo e gli oceani stiano mutando rapidamente sotto i nostri occhi inconsapevoli. Per cercare di dare una risposta a queste domande, Nicolò Carnimeo, lo studioso e scrittore, ha messo insieme tre reportage navigando oltre le rotte convenzionali, in acque note, ma anche attraverso oceani nel mare di plastica, nel mare di mercurio e nel mare di tritolo: un'immensa discarica, fotografia e conseguenza del modo in cui l’uomo sembra aver scelto di vivere.
Il suo libro, quindi, apre uno squarcio nel mare blu, in quella che il sottotitolo definisce “la più grande discarica del pianeta”. “Come è profondo il mare” è un testo interessante, frutto di una ricerca sul campo, un vero e proprio grido di allarme che dev’essere raccolto non solo dagli addetti ai lavori ma dall’intera società civile, perché il mare appartiene a tutti noi.
Con dovizia di particolari, l’autore racconta dell’isola di plastica invisibile che sta prendendo forma negli Oceani. Una “brodaglia velenosa” che si sta impadronendo sempre di più dell’ambiente marino, mettendo in serio pericolo sia i pesci che il loro habitat. Ma Carnimeo rivolge lo sguardo anche al Mediterraneo. Anche qui gli effetti devastanti del progresso e della cultura consumistica che si fa beffa dell’ambiente si fanno sentire. Fatto sta che nessuno ne parla. Ed è proprio su questo “vergognoso silenzio” che l’autore pone l’accento.
Tutto ciò che finisce in mare, infatti, viene inghiottito dai pesci che finiscono sulle nostre tavole. Insomma, è un cane che si morde la coda. Ma forse l’uomo non se n’è ancora accorto. Puntiglioso, ma scritto in maniera scorrevole, il libro di Carnimeo si fa leggere velocemente e ha il pregio di unire sensazioni personali e letteratura scientifica. Elementi che lo rendono un testo da avere e da conservare nella propria biblioteca. Caldamente consigliata anche la lettura nelle scuole, lì dove le coscienze si formano.
E quella di Carnimeo, scrittore-navigatore, come ama definirsi, più che una storia sul mare, è infatti un'indagine di quasi 200 pagine di un uomo di mare che è andato lontano, spinto dalla necessità di dire le cose come stanno, di rendere noto a tutti che una delle più grandi discariche del Pianeta, anche se non la si vede, è rappresentata dall'immensità dei mari e degli oceani, acque che tutto abbracciano e accolgono, persino la plastica che la forza delle onde e la potenza degli abissi non riescono a digerire.
L’immenso «blob» di particelle di plastica che galleggia nell’Oceano Pacifico e che purtroppo si è replicato anche altrove, è il risultato di decenni di «usa e getta». I capodogli vanno a morire su una spiaggia del Gargano perché avvelenati da un mix di mercurio e altre sostanze tossiche. Lo sversamento nell’Adriatico di ordigni bellici e degli aggressivi chimici in essi contenuti, sono l’eredità non solo della Seconda Guerra Mondiale, ma anche piaga dei conflitti più recenti, come quello dei Balcani.
L’inevitabile epilogo è quello del cambiamento e della rovina, dell’invasione di alghe e meduse aliene e del pesce che mangiamo a rischio di contaminazione da metalli pesanti. Una fotografia allarmante, e forse ignorata, che è però la conseguenza del mondo che gli adulti ci stanno lasciando in eredità. Ma “Come è profondo il mare” non è soltanto un libro di denuncia, è un grido di speranza: ci sono uomini che non ci stanno a lasciare questo pesante fardello alle generazioni future, che cercano di mutare il corso degli eventi.
Il libro recentemente ha vinto il primo premio nella sezione scienze biologiche e della salute nella finalissima del “Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica” organizzato dall’Associazione Italiana del Libro e dal CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche). Il premio è stato consegnato dall’astronauta Umberto Guidoni, presidente della giuria, e si è aggiudicato anche il secondo posto in assoluto. Il premio letterario ha voluto promuovere i libri che si occupano non tanto di “spiegare” la scienza agli addetti ai lavori, ma di stimolare la curiosità e la conoscenza che è la base del sapere scientifico e renderla con un linguaggio nuovo fruibile per tutti.
Detersivi (ecologici) e cibi nei dispenser: iniziamo a pretendere questa forma di somministrazione nei supermarket, evitiamo di acquistare prodotti con imballaggi inutili, ma, soprattutto, cerchiamo di consumare solo ciò che è indispensabile: il pianeta ce ne sarà grato. Prendiamolo come una mèta, una sfida, una specie di “missione” che va oltre la nostra quotidianità. Perché “quei gabbiani che non hanno una mèta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte”.