“Berlin. I fuochi di Tegel” al Salvemini di Alessano
ALESSANO (Le) - Per il progetto “Dialoghi d’autore”, curato dalla professoressa Valeria Bisanti in collaborazione con la Libreria Idrusa nata ad Alessano 10 anni fa, i ragazzi dell’Istituto Salvemini, il 19 febbraio 2016 incontreranno Fabio Geda e Marco Magnone, che presenteranno “Berlin. I fuochi di Tegel”, edito da Mondadori.
Si tratta di un progetto editoriale italiano, ricchissimo e originale, che consta di sette volumi già in cantiere che usciranno a sei mesi di distanza, con una serialità tipica di quella delle serie TV e il cui obiettivo è quello di riportare in Italia uno straordinario territorio narrativo, regalato da tempo agli americani.
Una storia apocalittica, dall’ambientazione ucronica e non distopica, ovvero ambientata in un tempo passato. Un genere che si rivolge a un pubblico giovane, ma i cui contenuti possono essere apprezzati anche dai lettori più maturi. Protagonisti, rigorosamente minorenni, che prendono forma sulla carta, ma espandono la loro vita in maniera autonoma sul web, grazie a un sito in continuo aggiornamento, e a una ricchissima gallery di immagini su Instagram. La saga, ambientata a Berlino Ovest nel 1978, racconta la storia di gruppi di ragazzi divisi in bande rivali, unici sopravvissuti a un virus che uccide chiunque raggiunga la soglia dei 18 anni.
Una trama che rientra in un genere apocalittico, tanto amato dai giovani lettori, basti pensare a Hunger Games, Divergent, Maze Runner. Quello che stupisce è la ricchezza di questo progetto, per i mille modi in cui gli autori hanno deciso di articolarlo e per la filosofia di fondo sottesa a ogni pagina: ciò che dà un senso alla vita non è la sua durata, ma l'intensità con cui viene vissuta. In questa saga scritta a quattro mani, Geda si è occupato della scrittura per la pagina, Marco Magnone di quella per il web. Poi, ciascuno di loro ha fatto un editing serratissimo su quello che ha scritto l'altro: è il modo ideale per fornire alla lingua uno sguardo autoriale.
La macrotrama, nonostante sia già definita, resta inoltre aperta alle contaminazioni che vengono dal contatto tra gli autori, i ragazzi, le scuole, la rete. “Chiunque lo desideri ha l'opportunità di immergersi nella storia e di influenzarla: oltre a porre delle domande ai due scrittori, gli alunni dovranno svolgere - osserva la Dirigente Chiara Vantaggiato - delle attività immersive, in cui ogni studente, lavorando in gruppo, deve trovare la sua strada, dire la sua sulla società, immaginarsi in un contesto simile a quello dei protagonisti”.
“Quindi gli studenti, impegnati nella lettura di Berlin - aggiunge la prof. Bisanti - impareranno molto sull'Europa della Guerra Fredda, sulla Germania ai tempi della DDR e, nello stesso tempo, sulla nostra terra”. La seconda edizione del progetto “Dialoghi d’autore” ha preso il via il 28 ottobre ed è curato dalla professoressa Valeria Bisanti con il sostegno del Dipartimento di italiano. Si avvale della collaborazione di Michela Santoro della Libreria Idrusa e “nasce dalla convinzione - spiega la prof. - che il desiderio di leggere si possa trasmettere, che l’amore per i libri può contagiare e che la letteratura contemporanea svolge un compito antico: mostrarci quello che abbiamo sotto i nostri occhi”.
La finalità, pertanto, è quella di far nascere nei ragazzi uno spirito critico nei confronti di ciò che li circonda, spronandoli a riflettere sulla complessità di essere vivi e umani e che la letteratura esiste da sempre perché esistono gli esseri umani, i libri ci leggono e ci raccontano, ci rendono stupiti, tristi, euforici e divertiti. Gli incontri sono preparati dagli stessi studenti che, coadiuvati da alcuni docenti, si adoperano per la parte organizzativa, per la presentazione e per la lettura di brani dell’opera presa in esame. “In questo modo – aggiunge la prof. - l’incontro con l’autore trasforma la lettura in un momento creativo e coinvolgente, visto che i nostri alunni hanno potuto esprimere le proprie considerazioni in merito al libro loro proposto, dialogando con lui e affinando in tal modo le proprie capacità critiche”.
“Viene da chiedersi - dichiara la dirigente Chiara Vantaggiato, molto orgogliosa del progetto - se si può apprendere solamente attraverso l’udito e le immagini e se i nuovi media possano soppiantare la lettura e i libri. L’esperienza dice di no, e anzi i nuovi strumenti, se non bene utilizzati, rischiano di finire per impoverire e appiattire la tensione alla conoscenza e alla crescita. Abituarsi a leggere - e anzi appassionarsi a leggere - è un compito anche della Scuola, chiamata a fare spazio alla lettura e anche ai libri. La Scuola, pertanto, attraverso la guida degli insegnanti, trasforma la conoscenza individuale e parziale in una conoscenza comunitaria, interattiva e anche intersettoriale, in una conoscenza della quale nessuno può fare a meno”. E’ sulla base di queste profonde convinzioni che l’Istituto Salvemini ha organizzato una serie di incontri con prestigiosi Autori e Studiosi, non quali iniziative isolate ma come momenti qualificanti di un percorso di crescita che costringe la Scuola, in tutte le sue componenti, a ridefinirsi, per meglio sintonizzarsi con le sensibilità, quelle vere ma talvolta nascoste, dei ragazzi. La passione se non ce l’hai non la puoi trasmettere; ebbene, gli Autori che sono stati e saranno con noi sono capaci di trasmettere passioni.
II primo appuntamento della rassegna è stato il 28 ottobre con Fabio Genovesi, vincitore del Premio Strega Giovani con “Chi manda le onde”, un romanzo corale, pubblicato dopo un lavoro di quattro anni, che trabocca di vita e di storie. La professoressa Bisanti si dichiara particolarmente soddisfatta di ospitare per il secondo anno consecutivo il vincitore del premio Strega giovani (Catozzella lo scorso anno) “soprattutto perché quest’anno dieci alunni del nostro Liceo parteciperanno alla votazione di questo premio prestigioso”. Il 3 novembre è stata la volta di Piero Dorfles, giornalista e critico letterario che, con il suo recente “I cento libri che rendono più ricca la nostra vita” ma anche attraverso la televisione pubblica, stimola da anni gli studenti alla conoscenza e all’amore per i libri, il tutto anche con indubbia capacità divulgativa. “I libri – ha detto Dorfles - bisogna viverli, rileggerli, sentirli propri, personalizzarli, farli diventare una parte di noi come noi diventiamo una parte di quello che hanno dentro”. Poiché il compito della scuola è anche quello di promuovere l’amore per la bellezza e la conoscenza della storia locale, gli incontri si svolgono nella splendida cornice di Palazzo Ducale, un luogo che trasuda di storia e cultura avendo ospitato nei secoli famiglie illustri come quelle dei Del Balzo, dei Gonzaga, degli Ayerbo d’Aragona.
Una storia apocalittica, dall’ambientazione ucronica e non distopica, ovvero ambientata in un tempo passato. Un genere che si rivolge a un pubblico giovane, ma i cui contenuti possono essere apprezzati anche dai lettori più maturi. Protagonisti, rigorosamente minorenni, che prendono forma sulla carta, ma espandono la loro vita in maniera autonoma sul web, grazie a un sito in continuo aggiornamento, e a una ricchissima gallery di immagini su Instagram. La saga, ambientata a Berlino Ovest nel 1978, racconta la storia di gruppi di ragazzi divisi in bande rivali, unici sopravvissuti a un virus che uccide chiunque raggiunga la soglia dei 18 anni.
Una trama che rientra in un genere apocalittico, tanto amato dai giovani lettori, basti pensare a Hunger Games, Divergent, Maze Runner. Quello che stupisce è la ricchezza di questo progetto, per i mille modi in cui gli autori hanno deciso di articolarlo e per la filosofia di fondo sottesa a ogni pagina: ciò che dà un senso alla vita non è la sua durata, ma l'intensità con cui viene vissuta. In questa saga scritta a quattro mani, Geda si è occupato della scrittura per la pagina, Marco Magnone di quella per il web. Poi, ciascuno di loro ha fatto un editing serratissimo su quello che ha scritto l'altro: è il modo ideale per fornire alla lingua uno sguardo autoriale.
La macrotrama, nonostante sia già definita, resta inoltre aperta alle contaminazioni che vengono dal contatto tra gli autori, i ragazzi, le scuole, la rete. “Chiunque lo desideri ha l'opportunità di immergersi nella storia e di influenzarla: oltre a porre delle domande ai due scrittori, gli alunni dovranno svolgere - osserva la Dirigente Chiara Vantaggiato - delle attività immersive, in cui ogni studente, lavorando in gruppo, deve trovare la sua strada, dire la sua sulla società, immaginarsi in un contesto simile a quello dei protagonisti”.
“Quindi gli studenti, impegnati nella lettura di Berlin - aggiunge la prof. Bisanti - impareranno molto sull'Europa della Guerra Fredda, sulla Germania ai tempi della DDR e, nello stesso tempo, sulla nostra terra”. La seconda edizione del progetto “Dialoghi d’autore” ha preso il via il 28 ottobre ed è curato dalla professoressa Valeria Bisanti con il sostegno del Dipartimento di italiano. Si avvale della collaborazione di Michela Santoro della Libreria Idrusa e “nasce dalla convinzione - spiega la prof. - che il desiderio di leggere si possa trasmettere, che l’amore per i libri può contagiare e che la letteratura contemporanea svolge un compito antico: mostrarci quello che abbiamo sotto i nostri occhi”.
La finalità, pertanto, è quella di far nascere nei ragazzi uno spirito critico nei confronti di ciò che li circonda, spronandoli a riflettere sulla complessità di essere vivi e umani e che la letteratura esiste da sempre perché esistono gli esseri umani, i libri ci leggono e ci raccontano, ci rendono stupiti, tristi, euforici e divertiti. Gli incontri sono preparati dagli stessi studenti che, coadiuvati da alcuni docenti, si adoperano per la parte organizzativa, per la presentazione e per la lettura di brani dell’opera presa in esame. “In questo modo – aggiunge la prof. - l’incontro con l’autore trasforma la lettura in un momento creativo e coinvolgente, visto che i nostri alunni hanno potuto esprimere le proprie considerazioni in merito al libro loro proposto, dialogando con lui e affinando in tal modo le proprie capacità critiche”.
“Viene da chiedersi - dichiara la dirigente Chiara Vantaggiato, molto orgogliosa del progetto - se si può apprendere solamente attraverso l’udito e le immagini e se i nuovi media possano soppiantare la lettura e i libri. L’esperienza dice di no, e anzi i nuovi strumenti, se non bene utilizzati, rischiano di finire per impoverire e appiattire la tensione alla conoscenza e alla crescita. Abituarsi a leggere - e anzi appassionarsi a leggere - è un compito anche della Scuola, chiamata a fare spazio alla lettura e anche ai libri. La Scuola, pertanto, attraverso la guida degli insegnanti, trasforma la conoscenza individuale e parziale in una conoscenza comunitaria, interattiva e anche intersettoriale, in una conoscenza della quale nessuno può fare a meno”. E’ sulla base di queste profonde convinzioni che l’Istituto Salvemini ha organizzato una serie di incontri con prestigiosi Autori e Studiosi, non quali iniziative isolate ma come momenti qualificanti di un percorso di crescita che costringe la Scuola, in tutte le sue componenti, a ridefinirsi, per meglio sintonizzarsi con le sensibilità, quelle vere ma talvolta nascoste, dei ragazzi. La passione se non ce l’hai non la puoi trasmettere; ebbene, gli Autori che sono stati e saranno con noi sono capaci di trasmettere passioni.
II primo appuntamento della rassegna è stato il 28 ottobre con Fabio Genovesi, vincitore del Premio Strega Giovani con “Chi manda le onde”, un romanzo corale, pubblicato dopo un lavoro di quattro anni, che trabocca di vita e di storie. La professoressa Bisanti si dichiara particolarmente soddisfatta di ospitare per il secondo anno consecutivo il vincitore del premio Strega giovani (Catozzella lo scorso anno) “soprattutto perché quest’anno dieci alunni del nostro Liceo parteciperanno alla votazione di questo premio prestigioso”. Il 3 novembre è stata la volta di Piero Dorfles, giornalista e critico letterario che, con il suo recente “I cento libri che rendono più ricca la nostra vita” ma anche attraverso la televisione pubblica, stimola da anni gli studenti alla conoscenza e all’amore per i libri, il tutto anche con indubbia capacità divulgativa. “I libri – ha detto Dorfles - bisogna viverli, rileggerli, sentirli propri, personalizzarli, farli diventare una parte di noi come noi diventiamo una parte di quello che hanno dentro”. Poiché il compito della scuola è anche quello di promuovere l’amore per la bellezza e la conoscenza della storia locale, gli incontri si svolgono nella splendida cornice di Palazzo Ducale, un luogo che trasuda di storia e cultura avendo ospitato nei secoli famiglie illustri come quelle dei Del Balzo, dei Gonzaga, degli Ayerbo d’Aragona.