Gargano, distrutta intera baraccopoli

FOGGIA - Le baracche in cui alloggiano da alcuni anni circa 200 persone di varia nazionalità sono andate distrutte la scorsa notte in un incendio scoppiato per cause in corso di accertamento. Sul posto hanno lavorato cinque squadre di vigili del fuoco arrivate da Foggia che stamani stano procedendo alla bonifica della zona. Nessuno dei residenti è rimasto ferito. Al via le indagini dei carabinieri e della polizia.
    
Il fuoco si è sviluppato in una delle baracche e si è poi propagato rapidamente. I vigili del fuoco sono riusciti a evitare che le bombole di gas usate nelle baracche esplodessero. Al momento non si sa quale possa essere la destinazione delle persone che abitavano le baracche.

Minervini: “Governo regionale convochi aziende" - "Ancora un incendio al Ghetto di Rignano, con ogni probabilità causato da un riscaldamento di fortuna. Oggi tiriamo un sospiro di sollievo perché poteva andare molto peggio. Ma per quante altre volte pensiamo di poter fare affidamento al fato?” Così in una nota il capogruppo di “Noi a Sinistra”, Guglielmo Minervini.

“Il Governo regionale e l’assessorato all’agricoltura convochino subito le organizzazioni datoriali e le imprese agricole. Se si vuole davvero chiudere il Ghetto, il momento migliore è adesso, prima che il Ghetto torni a ripopolarsi con gli stagionali. Questo è il tempo giusto per avviare il lavoro per costruire una filiera che tenga assieme un giusto prezzo del prodotto con un giusto compenso del lavoro, per spezzare in questo modo la catena del caporalato e dello sfruttamento.

Le aziende – prosegue Minervini – devono sapere che la vergogna del Ghetto prima o poi ricadrà sul prodotto e sulle stesse aziende, con un crollo reputazionale e tutto quello che ne conseguirà in termini economici.

Quando le aziende capiranno che bisogna pagare i lavoratori il giusto, e quindi pretendere dal mercato il giusto, il Ghetto sarà svuotato. Perché nessun essere umano sceglie di vivere in quelle condizioni. C’è il Ghetto perché c’è lo sfruttamento. E allora le aziende devono fare la loro parte, così come la devono fare le istituzioni. Nessun finanziamento deve essere dato a tutte quelli che non dichiarano neppure una giornata di lavoro, cominciando dal prossimo PSR.

È inaccettabile – conclude Minervini – che aziende che con ogni evenienza ricorrono in toto a forme di lavoro in nero, attraverso lo sfruttamento e il reclutamento tramite caporali, siano lasciate libere d’agire”.

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