Martedì Grasso: ecco cosa portare a tavola

di Simona Dongiovanni, Nutrizionista, specialista in Scienze della Nutrizione - Oggi nel Salento come in tutta Italia si festeggia il Martedì Grasso. Tantissime le manifestazioni caratterizzate dalle coloratissime maschere, musica e allegria riempiranno le piazze e le strade in ogni parte di Italia.

In Salento, secondo la tradizione popolare, oggi morirà la mamma del Carnevale, e in segno di lutto già da domani, Mercoledì delle Ceneri, verranno posti sui balconi, sui terrazzi delle case e sui pali della luce,  fantocci di paglia raffiguranti una vecchia vestita di nero, detta Caremma (dal dialetto una fusione tra Quaremma e Quaresima), con in mano conocchia e filo, segno di laboriosità.

La Caremma quindi rappresenta la fine del Carnevale e ricorda a tutti i fedeli che il periodo di Quaresima, dedicato alla mestizia e digiuno, è iniziato. La Quaresima invece è rappresentata da sette piume di gallina, conficcate in un’arancia. Di queste piume, se ne toglie una alla settimana sino al giorno di Pasqua, giorno in cui, secondo la tradizione popolare, la Caremma viene fatta bruciare in segno di purificazione.

Simona Dongiovanni
Ricordo inoltre con piacere i racconti dei miei nonni, tantissimi anni fa. In alcuni paesi del Salento, nel giorno del Martedì Grasso, passavano per la strade i sagrestani delle parrocchie, ed erano soliti suonare un campanello seguito da un lamento continuo, che stava a ricordare a tutti i cittadini che la baldoria del Carnevale stava per giungere al termine e dal giorno dopo sarebbero iniziati i quaranta giorni dedicati alla Quaresima.

 In molto paesi queste usanze sono ancora vive e se farete un giro per la strade dei paesi salentini,  sicuramente incontrerete qualche Caremma. Questi eventi popolari e folkloristici, sono accompagnati anche da tradizioni gastronomiche molto sentite in Salento.
 
Le ricette del Martedì appunto “grasso”, saranno caratterizzate da piatti abbondanti, ricchi di carne, soprattutto maiale; possiamo ricordare per esempio i “minchiareddhi” (pasta fatta in casa) al sugo di carne di maiale, con costine e pancetta, e come secondo salsiccia al fuoco.
 
La carne di maiale è simbolo di abbondanza. Ma l’allegria del Carnevale è animata anche dalla presenza di dolci sulle tavole;  in Salento diverse le ricette dolciarie, fra cui le “Dita degli Apostoli”. Trattasi di una specie di frittata di tuorlo d’uovo con pasta di mandorle, mischiata a ricotta, cannella e zucchero, Taralli dolci, biscotti secchi con zucchero, “chiacchiere” o frittelle di Carnevale, pasta croccante fritta o al forno, dolci tipici in quasi tutta Italia. I “bocconotti” sembrano dei muffin ma fatti di pasta frolla ripieni di miele, crema pasticcera o marmellata e sanguinaccio dolce, una specialità caratterizzata da uva sultanina, frutta secca e mandorle tostate.

Di dietetico oggi direi che siamo proprio fuori le righe e un pò lontani dalle linee guida sane e salutari, ma è anche bello conoscere la storia dei nostri paesi, delle nostre ricette, perché fanno parte del patrimonio storico culturale Italiano.

Buon Martedì Grasso a tutti e tanta allegria!

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