di Luca Losito - Il pari che dà coraggio al Milan, e che frustra il Napoli negandogli il controsorpasso in vetta, si potrebbe riassumere così: da una parte Reina, fresco di papera-scudetto a Torino (la deviazione non lo giustifica: il tiro, centrale, poteva quanto meno essere sviato), non a caso spedito dal Liverpool da tempo in giro per l’Europa, beffato sul suo palo al primo tiro in porta; dall’altra Donnarumma, giovanissimo dal futuro luminoso, figlio di Napoli trapiantato a Milano per inseguire un sogno, con tutto il San Paolo contro, paratutto pure a gioco fermo, piegato solo da un tiro deviato (questo sì, in maniera netta).
Le due facce post Napoli-Milan sono le loro: gli azzurri si sono affidati ad un uomo più esperto, di carattere, ma oggettivamente carente dal punto di vista tecnico e rischiano di veder sfumare il sogno scudetto anche per le sue incertezze; i rossoneri hanno dato in mano ad un sedicenne le chiavi della rinascita del reparto difensivo, con una scelta persino in controtendenza con l’andazzo generale del calcio italiano e i risultati stanno arrivando.
Tutto questo per provare a fotografare da un’altra angolatura il big-match terminato 1-1, con le reti nel primo tempo di Insigne e Bonaventura. Per fornire un’istantanea differente, in grado di catturare l’attuale amarezza partenopea e i futuri buoni propositi meneghini. Un pareggio che non dev’esser dispiaciuto poi così tanto alla Juventus, che resta sola in vetta e sembra, al solito, la grande favorita nell’avvincente corsa al Tricolore. Un discorso che non riguarda la squadra di Sinisa, ferma a ben 14 lunghezze dalla prima, anche per le carenze di gioco palesate, che però può e deve sognare sino all’ultimo il terzo posto Viola.
Le due facce post Napoli-Milan sono le loro: gli azzurri si sono affidati ad un uomo più esperto, di carattere, ma oggettivamente carente dal punto di vista tecnico e rischiano di veder sfumare il sogno scudetto anche per le sue incertezze; i rossoneri hanno dato in mano ad un sedicenne le chiavi della rinascita del reparto difensivo, con una scelta persino in controtendenza con l’andazzo generale del calcio italiano e i risultati stanno arrivando.
Tutto questo per provare a fotografare da un’altra angolatura il big-match terminato 1-1, con le reti nel primo tempo di Insigne e Bonaventura. Per fornire un’istantanea differente, in grado di catturare l’attuale amarezza partenopea e i futuri buoni propositi meneghini. Un pareggio che non dev’esser dispiaciuto poi così tanto alla Juventus, che resta sola in vetta e sembra, al solito, la grande favorita nell’avvincente corsa al Tricolore. Un discorso che non riguarda la squadra di Sinisa, ferma a ben 14 lunghezze dalla prima, anche per le carenze di gioco palesate, che però può e deve sognare sino all’ultimo il terzo posto Viola.