di Nicola Zuccaro - "Il Governo Nazionale ha scelto il 17 aprile: la data scelta apposta per ridurre al massimo i partecipanti al referendum anti trivelle. E' una scelta che si può ancora cambiare, è una scelta che, evidentemente, può essere rimeditata dall'esecutivo centrale al fine di consentire a tutti gli italiani di partecipare ad una campagna elettorale di maggiore durata e di essere meglio informati su una materia sicuramente complessa". Chiosando sull'importanza del prossimo appuntamento referendario, non è tardata ad arrivare nella serata di ieri la risposta di Michele Emiliano.
Una nota che, se pur sostenuta da un pizzico di diplomazia, alla luce di quei 300 milioni di euro che si potrebbero risparmiare con l'accorpamento in una sola giornata del referendum con le elezioni comunali, assume anche e già i toni di una campagna che va oltre il No-Triv e protesa a risaltare l'atteggiamento sempre più impopolare del Governo presieduto da Matteo Renzi. Quanto esternato da Emiliano, resta comunque il primo atto di una campagna che va ben oltre la palese ostilità, manifestata dal Governatore regionale nei confronti di Renzi e del Governo da lui presieduto. La posta in palio è la scalata che Emiliano, con il sostegno della minoranza del Pd, vorrebbe avviare con il Referendum di aprile e con le contemporanee elezioni amministrative alla guida nazionale del medesimo partito.
Una nota che, se pur sostenuta da un pizzico di diplomazia, alla luce di quei 300 milioni di euro che si potrebbero risparmiare con l'accorpamento in una sola giornata del referendum con le elezioni comunali, assume anche e già i toni di una campagna che va oltre il No-Triv e protesa a risaltare l'atteggiamento sempre più impopolare del Governo presieduto da Matteo Renzi. Quanto esternato da Emiliano, resta comunque il primo atto di una campagna che va ben oltre la palese ostilità, manifestata dal Governatore regionale nei confronti di Renzi e del Governo da lui presieduto. La posta in palio è la scalata che Emiliano, con il sostegno della minoranza del Pd, vorrebbe avviare con il Referendum di aprile e con le contemporanee elezioni amministrative alla guida nazionale del medesimo partito.