BARI - “Mi auguro, dopo aver avuto un bel momento umano di confronto con tutto il personale, che la volontà e la forza che il consiglio regionale ha espresso di rilanciare questa struttura, che per noi è centrale nella strategia di lotta ai tumori, possa rapidamente conquistare, non solo l’equilibrio economico, obbligatorio, ma anche la concordia tra le persone. Questo infatti è uno degli elementi centrali per far funzionare bene una complessità che gestisce dolore e situazioni umane al limite del sopportabile. Ho fiducia che questa bellissima gente che oggi ho incontrato possa aiutarmi a risolvere anche questo problema. Sappiate bene comunque che io a questa struttura non rinuncio”.
Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che questo pomeriggio ha presentato ufficialmente, presso la sala convegno dell’Oncologico di Bari, il nuovo direttore generale dell’IRCCS “Giovanni Paolo II”, Antonio Delvino. Un lungo e appassionato confronto del presidente Emiliano con tutto il personale dell’Oncologico, all’indomani delle decisioni che il governo regionale ha preso in merito al rilancio della struttura. Un invito corale dunque ad abbassare i toni, a superare i problemi del passato e a mettere in pratica un vero e proprio “lavoro di squadra” per salvare l’Oncologico, “una partita che molti già davano per persa” e per costruire il futuro di questo luogo.
“Questo ospedale – ha detto Emiliano - non sopporta le regole asfittiche che sono state imposte a tutti gli altri ospedali pugliesi e che ne limitano l’economicità . Questa struttura, per le nuove norme, va in piano di riordino praticamente in automatico. Quindi per recuperare il suo equilibrio economico tra entrate e uscite, ha bisogno di strutture più vaste e di un numero di posti letto più elevato per avere il break-even che è fondamentale nella nuova strategia governativa. Quella delibera che vi obbligava a fare alcune scelte era una sentenza di morte per l’Oncologico e uno dei primi atti che io mi impegno a fare è quello di modulare un rapporto diverso per questa struttura. Perché la verità è che se voi foste competitivi e se la mobilità passiva si riducesse, finiremmo finalmente di finanziare la sanità delle regioni del nord”.
“Io sono stato eletto, così come il consiglio regionale – ha continuato Emiliano - nel pieno di una profonda crisi economica e anche di rapporti interni a questa struttura che invece dovrebbe essere il luogo nel quale la Puglia sfida il resto delle regioni per riuscire a trattenere i malati più gravi così come quelli che hanno diritto ad essere curati vicino alle proprie case senza interrompere la loro vita, senza costringere i loro parenti ad inseguirli in altre regioni, a volte molto lontane. E quindi siamo dovuti intervenire, in modo anche piuttosto deciso, per interrompere un circuito vizioso che si era creato, senza perciò accusare nessuno di nulla e questo voglio dirlo con chiarezza. Ho ringraziato il prof uscente, Antonio Quaranta, esattamente come ho ringraziato quello entrante, Antonio Delvino, per aver accettato la nomina”.
“Occorre mettere in moto percorsi virtuosi migliori di quelli del passato – ha concluso Emiliano - per far decollare questo luogo. E’ un lavoro di vicinanza e di ascolto che dobbiamo fare insieme. Vi chiedo però di fare uno sforzo supremo per arrivare ad una pacificazione interiore vostra e dell’intera struttura organizzativa. Vorrei infine che voi mi deste una mano a costruire qui dentro un genius loci diverso da quello che fino ad oggi si è verificato. Questo non deve più essere il luogo della politica ma il luogo della dedizione umile e quotidiana, un posto dove venire per imparare e per confrontarsi insieme”.
Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che questo pomeriggio ha presentato ufficialmente, presso la sala convegno dell’Oncologico di Bari, il nuovo direttore generale dell’IRCCS “Giovanni Paolo II”, Antonio Delvino. Un lungo e appassionato confronto del presidente Emiliano con tutto il personale dell’Oncologico, all’indomani delle decisioni che il governo regionale ha preso in merito al rilancio della struttura. Un invito corale dunque ad abbassare i toni, a superare i problemi del passato e a mettere in pratica un vero e proprio “lavoro di squadra” per salvare l’Oncologico, “una partita che molti già davano per persa” e per costruire il futuro di questo luogo.
“Questo ospedale – ha detto Emiliano - non sopporta le regole asfittiche che sono state imposte a tutti gli altri ospedali pugliesi e che ne limitano l’economicità . Questa struttura, per le nuove norme, va in piano di riordino praticamente in automatico. Quindi per recuperare il suo equilibrio economico tra entrate e uscite, ha bisogno di strutture più vaste e di un numero di posti letto più elevato per avere il break-even che è fondamentale nella nuova strategia governativa. Quella delibera che vi obbligava a fare alcune scelte era una sentenza di morte per l’Oncologico e uno dei primi atti che io mi impegno a fare è quello di modulare un rapporto diverso per questa struttura. Perché la verità è che se voi foste competitivi e se la mobilità passiva si riducesse, finiremmo finalmente di finanziare la sanità delle regioni del nord”.
“Io sono stato eletto, così come il consiglio regionale – ha continuato Emiliano - nel pieno di una profonda crisi economica e anche di rapporti interni a questa struttura che invece dovrebbe essere il luogo nel quale la Puglia sfida il resto delle regioni per riuscire a trattenere i malati più gravi così come quelli che hanno diritto ad essere curati vicino alle proprie case senza interrompere la loro vita, senza costringere i loro parenti ad inseguirli in altre regioni, a volte molto lontane. E quindi siamo dovuti intervenire, in modo anche piuttosto deciso, per interrompere un circuito vizioso che si era creato, senza perciò accusare nessuno di nulla e questo voglio dirlo con chiarezza. Ho ringraziato il prof uscente, Antonio Quaranta, esattamente come ho ringraziato quello entrante, Antonio Delvino, per aver accettato la nomina”.
“Occorre mettere in moto percorsi virtuosi migliori di quelli del passato – ha concluso Emiliano - per far decollare questo luogo. E’ un lavoro di vicinanza e di ascolto che dobbiamo fare insieme. Vi chiedo però di fare uno sforzo supremo per arrivare ad una pacificazione interiore vostra e dell’intera struttura organizzativa. Vorrei infine che voi mi deste una mano a costruire qui dentro un genius loci diverso da quello che fino ad oggi si è verificato. Questo non deve più essere il luogo della politica ma il luogo della dedizione umile e quotidiana, un posto dove venire per imparare e per confrontarsi insieme”.