Ancora in agitazione i dipendenti del Presidio di Riabilitazione “Padre Pio” di Capurso

CAPURSO - Le motivazioni della mobilitazione dei dipendenti del Presidio di Riabilitazione “Padre Pio” di Capurso, sono sempre legate agli ormai cronici ritardi nella corresponsione degli stipendi da parte della GMS S.p.A. che gestisce il centro riabilitativo in regime di accreditamento istituzionale a cui si aggiunge il mancato riscontro alla richiesta di applicazione di Art. 5 DPR 207/2010 da parte della ASL.

La società GMS S.p.A. aveva preso precisi accordi in DTL con le OO.SS. (in data 9/12/15) chiudendo una procedura di licenziamento collettivo ed in data 16/01/16, nonostante la non più certa disponibilità dell’Istituto Bancario, si era impegnata anche al pagamento delle retribuzioni arretrate, promettendo il rispetto di una corretta gestione a partire dal mese di Marzo, probabilmente attraverso una cessione di un ramo dell’Azienda. Alla scadenza di tali accordi (31/01/16 e 10/02/16) nulla è stato fatto.

In data 12/02/16 in prosecuzione dell’incontro del 10/02/16 presso la sezione PAOSA della Regione Puglia, la GMS S.p.A. si impegnava, alla presenza dal Dirigente della medesima Sezione, Dott. Campobasso ed ai rappresentanti delle OO.SS., al pagamento delle retribuzioni di novembre e dicembre, entro il 18/02/16 ed entro la fine del mese di febbraio la liquidazione delle competenze relative al mese di gennaio. Nel corso dell'incontro del 18/02/16  presso la Sezione PAOSA in presenza del Dirigente della Sezione dott. G. Campobasso, del Dirigente del Servizio Accreditamenti, dott. M. Nicastro, dell’avv. F. Altamura, della dott.ssa E. Memeo e dei rappresentanti delle OO.SS., preso atto del mancato rispetto dell'accordo del 12/02/16 da parte della GMS S.p.A. che pretendeva il riconoscimento delle prestazioni domiciliari eseguite e fatturate extra tetto, ma nel limite del tetto complessivo assegnato, la Regione, ribadendo che ciò per regolamento non è possibile, comunica l’avvio della procedura di revoca dell’accreditamento istituzionale, previsto in caso di inadempienza nel pagamento delle retribuzioni.

Le OO.SS, confermando lo stato di agitazione nel sit in del 18/02/16 nei pressi della Presidenza della Regione, hanno ottenuto un incontro con il Dott. De Santis, Consigliere del Presidente, ed hanno chiesto un confronto con la parte politica in ordine al dovere di intervento sostitutivo e al buon diritto alla c.d. “clausola sociale”.

In data 03/03/16 il Dott. De Santis ha fissato un incontro per il giorno 07/03/16 con una Task Force regionale e così nel corso dell’incontro tenutosi in tale giorno presso l’Assessorato Formazione e Lavoro, la GMS S.p.A. ha dichiarato di voler affidare la gestione del Presidio di riabilitazione Padre Pio ad un gruppo societario che si impegnerebbe al pagamento delle mensilità arretrate, chiedendo garanzie sulla voltura dell’accreditamento istituzionale. La GMS S.p.A., attraverso la detta gestione del suo ramo d’azienda, dichiara di essere in grado di far fronte ai propri debiti, chiedendo ai lavoratori di continuare a lavorare senza certezza alcuna.

L’esasperazione è a livelli ormai indescrivibili. Non si può fare affidamento solo sullo spirito di sacrificio di un gruppo di lavoro, di professionisti che per ben 11 lunghi anni, hanno dimostrato, nonostante tutto, di svolgere egregiamente il proprio lavoro preso il Centro di riabilitazione “Padre Pio”, uno dei più importanti riferimenti per la riabilitazione del territorio.

In data 08/03/16 si è concluso con esito negativo il tentativo di conciliazione amministrativa presso la Prefettura di Bari ed è stato indetto lo sciopero per la giornata di lunedì 4 aprile 2016.

A tutto questo si aggiunge il silenzio della ASL Ba alla richiesta di applicazione dell’Art. 5 DPR 207/2010.

Si attende inoltre una nuova convocazione da parte della Regione per conoscere l’esito della valutazione della Task Force. Qualunque decisione sarà presa, bisognerà tutelare tutti i lavoratori che hanno continuato a svolgere con professionalità il proprio lavoro, la propria missione in un clima di incertezza e senza la gratificazione della retribuzione.

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