Banche, i giudici in aiuto dei consumatori

di FRANCESCO GRECO. LECCE - E' davvero un momentaccio per le banche italiane. Al centro e in periferia. Al Nord e al Sud. Alcune vendono prodotti tossici (obbligazioni subordinate), ad alto rendimento (e altissimo rischio). Altre hanno prestato soldi a pioggia agli imprenditori fidandosi delle previsioni dei politici (“la ripresa è vicina”) e ora che questa è divenuta un fatto più che altro illusorio, virtuale, metafisico, il “rientro” è difficile, e alcune falliscono per troppa esposizione.
 
Forse il vento sta cambiando e tutto ciò serve anche a proteggere di più il piccolo risparmiatore, sinora in balia dei marosi delle banche, delle bizze dei banchieri. Il Tribunale di Lecce ha appena emesso una sentenza che forse farà giurisprudenza.
 
Un impiegato 60enne cui era stata clonata la carta di credito, ha ottenuto un risarcimento dall'istituto che aveva preteso le somme dei prelievi effettuati al Nord (Modena, Firenze, Siena) da delinquenti anonimi e la cancellazione dal registro dei protestati dove era stato frettolosamente iscritto, con un danno sia di immagine che per la sua attività futura.

E mentre si attende una presa di posizione di Abi, una parola della Consob, magari una riga di Bankitalia e di Adusbef, ne parliamo con Raffaele Colluto, il giovane avvocato salentino che ha patrocinato, e vinto, la causa.

Domanda: Perché la sentenza dell'11 marzo 2016 (n. 1302) è da ritenersi “rivoluzionaria”?
Risposta: "Sinceramente non so se la predetta sentenza sia da intendere "rivoluzionaria". Certo è però che costituisce un precedente giuridico importante, poiché, come dire, riequilibra un po' i rapporti tra clienti (che sono di norma i soggetti deboli) e Istituti di credito, obbligando questi ultimi a non partire lancia in resta, come purtroppo spesso accade nella pratica, ma a indagare e valutare attentamente la posizione del correntista prima di addossargli colpe e/o responsabilità".

D. Potrà fare giurisprudenza, nel senso che il cliente in futuro sarà più tutelato?
R. "Ritengo di sì, essendo stato finalmente riconosciutogli il diritto fondamentale a essere ascoltato e, perché no, anche creduto dalle banche! In altre parole, non si potrà più, come accaduto nel caso di specie, colpevolizzare subito il cliente per una condotta che il medesimo non ha realizzato, non credendo alla sua buona fede, ma bisogna prima capire come stanno realmente le cose".

D. Nello specifico: quali “strumenti” avrebbe dovuto adottare la banca per impedire la clonazione?
R. "Sul punto il Giudicante è stato chiaro: è la banca che deve adottare tutti gli strumenti offerti dalla tecnica (mettendosi al passo coi tempi) affinché il sistema non venga manomesso da parte di ignoti criminali.
In caso contrario, è essa stessa a doverne rispondere, non richiedendo poi all'incolpevole cittadino il rimborso dell'ammanco".

D. L'incubo di tanti, cittadini o imprenditori, è di finire nel registro dei protestati: come mai tanta facilità da parte delle banche che spesso lo fanno senza uno straccio di istruttoria? Non è il sistema produttivo a esserne ferito?
R. "Questo è vero, purtroppo. Infatti, spesso succede che gli Istituti di credito, non prendendo minimamente in considerazione le giuste rimostranze dei clienti, li segnalino coscienziosamente nei "Registri dei cattivi pagatori", con l’unico riprovevole obiettivo di impedire loro di accedere a qualunque altra forma di credito e costringerli, così, ad adempiere forzosamente e ingiustamente alla presunta obbligazione di pagamento.
Per dirla con una battuta: oltre al danno, pure la beffa!".

2 Commenti

  1. Ora occorre che la magistratura tenga conto di questo: http://scenarieconomici.it/un-po-di-bibliografia-utile-per-il-dott-rostagno-responsabile-delle-politiche-monetarie-della-bce-di-marco-saba/

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  2. E di questo: http://scenarieconomici.it/banche-necessita-dellaccertamento-giudiziario-dello-stato-dinsolvenza-di-marco-saba/

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